Il fenomeno delle specie aliene

Specie aliene si adattano e proliferano nelle nostre acque. Complici i cambiamenti climatici e l'uomo direttamente, volontariamente o meno.

Comincia l’estate e tornano le segnalazioni e la caccia alle specie aliene, soprattutto in mare.
Ma non sarà una nuova versione di Predator (Arnold Schwarzenegger), né Ellen Riplay (Sigourney Weaver in Alien) a salvarci; saranno i pescatori, i sub, saremo noi.

In Italia, l’invasione delle specie aliene è sempre più evidente, con oltre 3.000 specie aliene identificate. Un fenomeno che coinvolge sia piante che animali, e che ha conseguenze sull’ecosistema locale, alterando gli equilibri naturali e minacciando la sopravvivenza delle specie autoctone. 

Le specie aliene invasive, insieme ai cambiamenti climatici e la perdita e alla frammentazione dell’habitat, rappresentano oggi le principali minacce alla biodiversità globale.
Sono identificate come un fattore chiave nel 54% delle estinzioni animali conosciute e, nel 20% dei casi, come l’unico fattore. Danneggiano l’ambiente, l’economia o persino la salute umana, in quanto vettori di malattie.

In genere sono la flessibilità ecologica e comportamentale e la capacità di adattamento a condizioni estreme (temperatura, salinità, concentrazione di inquinanti ecc.) a rendere queste specie piuttosto tenaci e meno vulnerabili rispetto a quelle locali ed endemiche. Ma anche l’elevata capacità riproduttiva, la competitività e l’opportunismo possono aumentare le possibilità di successo della loro invasione.

Attenti a quei 4…e al granchio blu!

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) monitorano e raccolgono regolarmente le segnalazioni delle specie aliene al fine di raccogliere ed elaborare informazioni sullo stato dell’ecosistema mediterraneo e sull’evoluzione della biodiversità.

#attenti4

La campagna “Attenti a quei 4!” è stata lanciata da ISPRA e CNR IRBIM nell’agosto 2022, e mira a informare i cittadini sulla presenza di quattro specie aliene particolarmente invasive nei mari italiani: il pesce palla maculato, il pesce scorpione, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato.
Queste specie sono arrivate nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez e possono rappresentare un pericolo per la biodiversità e per la salute umana. 
Con la campagna, pescatori e i subacquei son invitati a segnalare la presenza di queste specie, documentando le osservazioni tramite foto o video e inviandole tramite WhatsApp o postandole sul gruppo Facebook “Oddfish” utilizzando l’hashtag #Attenti4.

Il pesce scorpione è stato avvistato nelle acque calabresi.
tra giugno e luglio 2023, sono stati segnalati a Ispra due avvistamenti. Questa specie ha un aspetto insolito, con pinne dotate di aculei affilati che rilasciano una potente tossina. Gli avvistamenti rappresentano un campanello d’allarme sulla accelerazione della diffusione della specie nel Mediterraneo. Queste specie competono con quelle indigene e diventano predatori incontrastabili, rappresentando una minaccia per la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi. Il pesce scorpione è una delle specie invasive più diffuse al mondo, con impatti ecologici significativi lungo le coste atlantiche occidentali.

Il granchio blu

Il granchio blu, una specie aliena originaria delle coste Atlantiche dell’America, si sta diffondendo rapidamente lungo le coste del Mediterraneo, mettendo a rischio l’ecosistema e l’attività della piccola pesca costiera. Nonostante rappresenti una minaccia per la biodiversità, il granchio blu offre anche un aspetto positivo: le sue carni sono molto apprezzate e costituiscono una nuova risorsa commerciale. Per contrastare la sua espansione, una soluzione potrebbe essere la pesca e il consumo di questa specie. Il granchio blu è un crostaceo vorace che può raggiungere dimensioni notevoli e deporre fino a 2 milioni di uova. È arrivato nel Mediterraneo probabilmente trasportato dalle acque di zavorra dei mercantili transoceanici e la sua mancanza di predatori naturali ha favorito la sua proliferazione lungo le coste italiane. 

Come arrivano queste specie nei nostri mari? 

La migrazione lessepsiana e riscaldamento globale 

Aperto 154 anni fa, il Canale di Suez ha indebolito le barriere biogeografiche e giocato un ruolo significativo nella diffusione delle specie aliene nel Mar Mediterraneo.

Negli anni sono numerose le specie esotiche che si sono trasferite da un mare all’altro e acclimatate. Dando origine al fenomeno chiamato migrazione lessepsiana.
Adattamento e proliferazione agevolate da acque, quelle del Mediterraneo, che si stanno riscaldando a un ritmo tre volte più veloce degli altri mari

La crisi climatica sta rendendo di fatto il Mar Mediterraneo un ambiente sempre più ostile per le specie native e ospitale per quelle esotiche. 

L’uomo complice dell’invasione delle specie aliene

E tanto per cambiare, ancora una volta, siamo noi uomini i principali responsabili, per dolo o solo per colpa, dell’introduzione delle specie aliene nei nostri territori. Diversi i vettori e le modalità:

  • introduzione volontaria: le persone possono introdurre volontariamente specie aliene nel territorio italiano, ad esempio come animali da compagnia o piante ornamentali. Tuttavia, se queste specie scappano o vengono rilasciate nell’ambiente naturale, possono diventare invasive;
  • introduzione accidentale: le specie aliene possono essere introdotte accidentalmente attraverso il trasporto di merci, come ad esempio il commercio di piante, animali e prodotti agricoli. Le spore di piante o gli insetti possono aderire alle merci e viaggiare da un paese all’altro;
  • trasporto marittimo: le navi che navigano tra i porti possono trasportare specie aliene attraverso l’acqua di zavorra, cioè l’acqua che viene presa a bordo per bilanciare il carico. Questa acqua può contenere organismi marini che vengono successivamente rilasciati in un nuovo ambiente;
  • trasporto aereo: anche il trasporto aereo può contribuire all’introduzione di specie aliene. Ad esempio, insetti o semi possono essere trasportati accidentalmente nelle stive degli aerei o attaccati all’equipaggiamento degli aeroporti.

Normativa specie aliene invasive

Accelera la minaccia e, fortunatamente, si rinnova anche la regolamentazione normativa nazionale. Il Regolamento (EU) 1143/2014 che disciplina le specie aliene ed esotiche è entrato in vigore il 1° gennaio 2015. Questo regolamento è stato attuato in Italia con il Dgls n.230/2017, che vieta l’introduzione deliberata o per negligenza nell’UE, la riproduzione, la coltivazione, il trasporto, l’acquisto, la vendita, l’uso, lo scambio, la detenzione e il rilascio di specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Questa normativa mira a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie aliene invasive, al fine di proteggere la biodiversità.

Al fine di contribuire ad una corretta implementazione delle normative citate l’ISPRA, nell’ambito di una specifica convenzione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha messo a punto e realizzato un sito web dedicato: www.specieinvasive.it.

E infine, con Decreto del 21 giugno 2022, il Ministero della transizione ecologica ha adottato il Piano d’azione per ridurre l’introduzione in natura di specie aliene invasive di animali da compagnia e piante di interesse acquaristico e terraristico.La strategia del piano è basata prioritariamente sulla prevenzione, con l’obiettivo di ridurre del 30% nell’arco della durata del piano, 6 anni, il tasso di introduzione in natura di nuove specie invasive importate, vendute, scambiate, cedute. 
Il piano si basa su quattro linee di azioni principali: 

  • – governance del piano e l’analisi del contesto, 
  • – l’acquisto e la vendita consapevole
  • – la tracciabilità di specie
  • – la formazione e il coinvolgimento degli operatori 

Siete pronti a fare le vostre segnalazioni?

Cosa ci riserva il futuro? Dobbiamo abituarci all’idea di un Mediterraneo in cui le specie native saranno in larga parte sostituite?

Il danno ormai è fatto, e in alcuni settori del Mar Mediterraneo la fauna locale sta già cedendo il passo alle specie esotiche invasive. Il fenomeno, tra l’altro, è in netta accelerazione. Quello che possiamo fare è impedire l’ingresso di nuove specie aliene e provare a gestire quelle che già ci sono.

#Attenti4
Fonte: Ispra

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