Australia, finalmente una legge per il clima

La Climate Change Bill approvata da parlamento australiano stabilisce l'obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio del 43% entro il 2030 per arrivare a emissioni zero entro il 2050. Una decisione storica per il Paese

Un passo storico per l’Australia, fino a oggi una delle nazioni più restie a prendere impegni precisi per il clima nonostante abbia tra i più alti livelli di emissioni di CO2 pro capite al mondo, secondo la BBC.

Nonostante gli eventi estremi come gli incendi abbiano negli ultimi anni devastato il Paese, parte della leadership politica e del tessuto sociale è sempre stata contraria ad assumere impegni per il clima. Anche dopo un lungo processo di sensibilizzazione, il nuovo primo ministro laburista Anthony Albanese (che ne aveva fatto cavallo di battaglia in campagna elettorale) e il suo ministro per il cambiamento climatico, Chris Bowen, non è stato facile raggiungere l’approvazione della legge sul clima al Parlamento, che allinea finalmente questo Paese alle altre nazioni sviluppate. In particolare, l’Australia si è impegnata all’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050, e a un taglio delle emissioni entro il 2030 di almeno il 43%, rispetto ai livelli del 2005.

Questa legge, che per molti va ancora migliorata, fa uscire l’Australia da un decennio di inazione sul clima portata avanti dai precedenti governi conservatori, ancora adesso il portavoce dell’opposizione conservatrice per il clima, Ted O’Brien, le nuove norme “soffocheranno l’economia con formalità burocratiche”. “La legge laburista è un diretto attacco ai posti di lavoro e alla prosperità delle comunità regionali”, ha dichiarato (Ansa).

Fotografia di un canguro sopravvissuto all'incendio del bosco, in Australia, un paese colpito fortemente dagli eventi estremi conseguenti al cambiamento climatico
Un canguro sopravvissuto all’incendio del bosco. Tra il 2019 e 2020, oltre 15.000 roghi hanno bruciato soprattutto foreste e boschi ma anche terreni adibiti a pascoli e praterie e hanno impattato un’area totale di almeno 19 milioni di ettari, uccidendo circa 3 miliardi di vertebrati. https://bit.ly/3d5zJzQ

In realtà si sta allargando, fortunatamente, il numero di politici, sindacati, gruppi imprenditoriali, persone e anche ovviamente ambientalisti, che sostengono la rivoluzione verde e chiedono che il governo perchè faccia anche di più.

Per esempio, si chiede un divieto a nuovi progetti per il carbone e il gas, senza il quale l’obiettivo non può essere raggiunto.

Ricordiamo che l’Australia è uno dei maggiori esportatori al mondo di carbone e gas naturale.

Tuttavia, la situazione che vive oggi il Paese a causa del cambiamento climatico è già diventata insostenibile.

Secondo quanto riporta la BBC, negli ultimi anni, l’Australia ha subito siccità, incendi storici, inondazioni da record e sei eventi di sbiancamento di massa della Grande Barriera Corallina.

L’ultimo rapporto IPCC delle Nazioni Unite avverte che il Paese sta correndo verso un futuro pieno di disastri simili.

I disastri naturali sono costati alle famiglie australiane in media più di 1.485 dollari australiani (870 sterline; 1.000 dollari) nell’ultimo anno.

Un rapporto dell’Insurance Council of Australia attribuisce l’impennata dei costi alle catastrofiche inondazioni che hanno colpito la parte orientale del Paese a febbraio e marzo. Secondo il rapporto, i costi continueranno a crescere per gli anni a venire a causa di condizioni meteorologiche estreme.


    Il ministro per il cambiamento climatico, Chris Bowen, ha detto al parlamento Uno dei maggiori esportatori al mondo di carbone e gas naturale, l’Australia era stata finora restia nell’adottare obiettivi climatici, anche se è stata colpita da feroci incendi boschivi e alluvioni. E i combustibili fossili, in particolare carbone e gas, rimangono centrali per l’economia australiana, rendendo l’azione sul clima un argomento politicamente contestato.

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