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I rischi del riscaldamento globale non sono più solo potenziali. I picchi di alta pressione, i fenomeni intensi, le perturbazioni e le ondate di caldo anomale: il clima in Europa sembra essere davvero impazzito negli ultimi decenni.
Non si tratta solo di un’impressione, e a confermalo è il rapporto IPCC CLIMATE CHANGE 2022. In questo nuovo report prodotto dall’IPCC, sono infatti identificate quattro categorie di rischi-chiave per l’Europa, tra cui i rischi delle ondate di calore su popolazioni ed ecosistemi, i rischi per la produzione agricola e le risorse agricole, i rischi per la maggiore frequenza e l’intensità delle inondazioni.
Ma le conferme non arrivano solo dall’International Panel on Climate Change: altri studi, ricerche e, purtroppo, evidenze fattuali confermano che siamo al limite di un punto di non ritorno drammatico. Come cambierà quindi il clima in Europa di fronte all’innalzamento delle temperature?
Riscaldamento globale = siccità
L’aumento delle temperature e conseguente siccità stanno portando ad un insieme di cambiamenti catastrofici nel nostro continente.
Nel 2019 abbiamo già avuto un assaggio di quello che potrebbe succedere in futuro. In Italia, ad esempio, c’è stato un calo esorbitante per quanto riguarda la produzione di olive dove abbiamo subito un decremento del raccolto del 51% rispetto all’anno precedente. Nell’anno successivo, invece, è stata la Spagna a dover affrontare questo problema con un calo del 44% dei raccolti di olive rispetto al 2019.
Inoltre, secondo l’Ipcc, questo effetto catastrofico sta avendo (e avrà) pesanti ripercussioni sulle specie animali e vegetali che si stanno avviando sempre più verso l’estinzione di massa, anche a causa di eventi naturali estremi come ad esempio le inondazioni e le ondate di calore.
Gli effetti negativi causati dalla siccità non sono immediatamente misurabili o osservabili ma si possono notare solo a distanza di mesi. La tarda visibilità delle conseguenze dei cambiamenti climatici è dovuta al fatto che le piantagioni germogliano solo in un determinato periodo dell’anno, e soltanto quando queste non produrranno più i loro frutti durate l’estate potremmo dire di essere di fronte ad un fenomeno negativo dovuto alla siccità.
Questa condizione di aridità crescente in Europa sembra che in futuro colpirà circa 170 milioni di persone a fronte di un aumento delle temperature di +3° e 120 milioni di persone a fronte di un aumento di 1,5°. Tali mutamenti avranno un impatto devastante sia sul PIL che sul welfare, perché settori come l’agricoltura e l’industria risentiranno in maniera pesante di questi cambiamenti.
Ma l’economia non è l’unico settore a subire gli effetti del riscaldamento globale, i numeri di decessi dovuti alle ondate di calore raddoppierà oltre che a modificare in maniera irreversibile i nostri ecosistemi.
Il rischio per l’agricoltura in Europa
Il territorio europeo, soprattutto quello meridionale, è uno dei continenti più ricchi di biodiversità al mondo, ma il cambiamento del clima in Europa sta mettendo davvero a rischio questo nostro primato.
Secondo L’UICN circa il 21% delle piante presenti nel nostro territorio sono a rischio estinzione a causa dello stress idrico alla quale sono sottoposte. La maggior parte di queste sono essenziali per la nostra salute e per il nostro nutrimento grazie ai frutti da esse prodotti.
La siccità ogni anno, inoltre, rallenta o blocca il processo di crescita delle nostre piante rendendo sempre meno disponibili i loro frutti.
Gli esperti prevedono che con il passare del tempo, in Europa, i giorni di caldo in un anno solare aumenteranno in maniera vertiginosa insieme alle temperature che avranno un incremento di circa 2°. Questa catastrofe climatica sta portando alla riduzione esponenziale dei raccolti più importanti come le barbabietole da zucchero, mais e grano.
Secondo un rapporto dell’EEA la siccità porterà anche ad una netta diminuzione del valore delle nostre terre pari all’80% entro i prossimi 70 anni, costringendo gli agricoltori all’abbandono di massa dei campi.
Cambio del clima in Europa e Mar Mediterraneo
Durante il XX secolo il livello del Mar Mediterraneo è aumentato di circa 1,4 millimetri l’anno. Con il passare del tempo, questa crescita sta ulteriormente aumentando a causa dell’incremento delle temperature.
Il dato più drammatico è che, secondo molti scienziati, questo sviluppo esponenziale continuerà anche nel caso in cui i livelli di emissioni di gas serra, tra i principali responsabili del climate change, dovessero stabilizzarsi. Questi dati stanno dimostrando che stiamo già vivendo dei cambiamenti irreversibili e che se non ci muoviamo nel combattere l’inquinamento, tali mutamenti si trasformeranno rapidamente in catastrofi.
Le coste del Mediterraneo stanno già risentendo di questo innalzamento delle acque e in futuro il rischio di inondazioni costiere, erosioni e salinizzazioni aumenterà in maniera vertiginosa. Tutte le coste presenti in questi territori, inoltre, sono a rischio scomparsa e non ci sarà alcuna opera ingegneristica che potrà contrastare un simile evento catastrofico.
Ricordiamo inoltre che questi avvenimenti, oltre ad avere effetti diretti sulle nostre vite, producono anche effetti negativi sugli ecosistemi che popolano questi territori, portando molte di queste specie verso l’estinzione.
Come ridurre il riscaldamento globale
Sicuramente, dopo aver letto quest’articolo, ti starai domandando cosa si può fare nel concreto per contrastare tutti questi eventi catastrofici dovuti al riscaldamento globale. È vero che le istituzioni hanno un ruolo chiave per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche noi, con i nostri piccoli gesti quotidiani, possiamo contribuire in maniera significativa alla riduzione dell’inquinamento e del riscaldamento globale.
Scegliere di passare a fonti rinnovabili per ridurre le emissioni, utilizzare mezzi pubblici, condurre una personale lotta agli sprechi possono rappresentare un ottimo punto di partenza per ridurre l’inquinamento. E provare ad evitare che il clima in Europa cambi in modo irreversibile, con le tragiche conseguenze di cui abbiamo parlato.