Lo stato americano della California, che tutti conoscono per le spiagge, il cinema e le grandi aziende del tech, in realtà è, soprattutto negli ultimi anni, la terra della siccità e degli incendi. Basti pensare che dei 20 incendi più grandi nella storia di questo stato, ben otto si sono verificati negli ultimi quattro anni, in cui la regione ha dovuto affrontare periodi record di temperature e carenza di piogge; gli incendi avvenuti nel corso del 2022, poi, hanno segnato un record per numero e durata. Ecco allora che, per proteggere il territorio dal fuoco e per prevenirne la propagazione, ci si ingegna come si può e si recuperano usanze rurali quasi dimenticate. Tra queste, il pascolo delle capre.
Il rischio di incendi in California
Secondo i ricercatori, i periodi di siccità prolungata – talvolta interrotti da inondazioni improvvise e devastanti – in diverse aree degli Stati Uniti prefigurano una condizione che non può che peggiorare. Gli abitanti fanno quel che possono, nel contesto di una crisi climatica che nella terra sempre più arida della California favorisce gli incendi, mentre le infrastrutture sono inadeguate e le leggi sul clima e sulla gestione delle emergenze di questo tipo obsolete. Qualcuno ha pensato allora di farsi alleate le capre, in grado di fare piazza pulita di sterpaglie ed erba secca, abbattendo così il rischio di incendi: ci sono allevatori che si sono riconvertiti a questo business, che in alcune località, come West Sacramento, è stato recuperato fin dal lontano 2013, quando ancora di siccità e problemi ambientali si parlava relativamente poco.
L’esempio californiano può essere ben adattato all’area mediterranea, che è funestata da un aumento delle temperature medie del 20% più rapido rispetto al resto del mondo. E, oggi lo sappiamo, il caldo estremo è, letteralmente, una miccia per gli incendi, un fenomeno che minaccia concretamente grandi porzioni di Italia, Spagna, Francia meridionale e la Grecia, regioni che sono catalogate come a “rischio molto alto”, “estremo” o addirittura “molto estremo”. E, considerando che dal 1980 a oggi, in Europa, gli eventi climatici avversi hanno causato almeno 560 miliardi di euro di danni – tra alluvioni, uragani, frane e problemi legati alle ondate prolungate di caldo estremo e quelle, fuori tempo, di freddo – è chiaro che non è possibile sottovalutare il problema degli incendi, che ogni anno aumentano di numero e che, tra gli eventi possibili, sono tra i più drammatici. Ecco allora che anche qui alcune realtà locali stanno recuperando l’uso antico e – con l’espansione dei paesaggi urbani a danno delle campagne – dimenticato: a Barcellona, ad esempio, lo fa la Fondazione Pau Costa, un’organizzazione non profit catalana che lo scorso anno ha lanciato un progetto pilota che sfrutta le utili abilità degli ovini nel parco di Collserola, uno spazio verde di 8mila ettari colpito in media da 50 incendi all’anno.
Come le capre possono aiutarci contro gli incendi
In California, chi gestisce il territorio tradizionalmente si affida agli erbicidi per tenere sotto controllo la vegetazione – con le conseguenze che un uso massiccio di sostanze chimiche può avere sulla salute di natura, animali e persone che vivono nei dintorni – e al lavoro manuale per sfoltire i cespugli e ridurre il combustibile secco, facilmente infiammabile. I greggi di capre rappresentano un metodo più sostenibile, anche sul piano economico, e più ecologico. Permettono, infatti, di tenere in ordine gli spazi verdi, divorando erbacce, cespugli secchi e sterpaglie, evitando che questi diano origine, per qualche scintilla più o meno fortuita, a incendi distruttivi, tutto ciò senza impiego di chimica potenzialmente dannosa. La loro resistenza – pascolano tranquillamente anche a temperature prossime ai 40°C – e agilità sono proverbiali: non a caso il vantaggio maggiore che deriva dalla loro collaborazione è per gli amministratori locali la riduzione del numero di incidenti e infortuni sul lavoro del personale addetto alla gestione del verde, proprio perché le capre frequentano in serenità pendii scoscesi e gole mantenendo un equilibrio invidiabile. E così sono sorte aziende specializzate che affittano le loro greggi alle agenzie locali di gestione del territorio, ma anche a scuole e privati, per tenere pulito il territorio dalle sterpaglie a rischio, tecnica che negli ultimi anni sta riscontrando un certo successo anche in Cile.
Se è vero che in primo luogo bisogna agire sulle cause profonde e sul lungo periodo – frenando le cause della crisi climatica, cioè avviando con decisione la transizione ecologica nei settori economici più inquinanti, dai trasporti all’industria, alla produzione alimentare – è importante anche prendere misure preventive rapide, realistiche e molto concrete. Ed è qui che le capre possono essere un alleato nella gestione della vegetazione e degli arbusti secchi nei territori anche aridi, dove basta davvero poco per scatenare un incendio dalle conseguenze devastanti.