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Il 30 aprile 2021 l’Italia ha presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Scopo del piano è rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, facendo leva anche sulla transizione ecologica e digitale per favorire un cambiamento strutturale dell’economia.
All’interno dei molteplici obiettivi del piano rientra anche il cosiddetto PNRR per l’agricoltura, che mira a modernizzare il settore in una logica di digital transformation, trasformando una delle più salde tradizioni italiane in un campo di eccellenza fondato su tutela del territorio, innovazione e nuove tecnologie.
Che cos’è il PNRR, in breve
Come anticipato, il PNRR consiste in un piano di rilancio del nostro Paese. Esso nasce quindi per organizzare gli investimenti provenienti dai fondi del Next Generation Eu, il programma condiviso che cerca di rafforzare tre nuovi asset a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.
Il PNRR prevede dunque un pacchetto di riforme e investimenti, organizzato secondo 16 componenti suddivisi all’interno di 6 missioni:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica;
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- Istruzione e ricerca;
- Coesione e inclusione;
- Salute.
Che cos’è il PNRR per l’agricoltura
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’agricoltura prevede uno stanziamento di risorse per un totale di 4,8 miliardi di euro allo scopo di rafforzare il mondo agricolo e le filiere dell’agricoltura.
Gli interventi prevedono una lista di misure in capo al Mipaaf, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che includono nello specifico:
- Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo – 800 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 1,2 miliardi di euro per i contratti di filiera e distrettuali;
- Parco Agrisolare – 1,5 miliardi di euro;
- Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare – 500 milioni di euro;
- Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche – 880 milioni di euro.
Vediamoli nel dettaglio.
1. Sviluppo della logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo
Secondo il World Economic Forum 2019, l’Italia ha un forte divario infrastrutturale: è infatti solo 18° al mondo nella classifica sulla competitività delle infrastrutture. Per questo il PNRR Agricoltura prevede di attuare diversi investimenti sulla logistica agroalimentare.
L’obiettivo è sviluppare una filiera agricola/alimentare smart e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale grazie a supply chain green che colmeranno il divario infrastrutturale. Nel concreto, gli interventi riguardano i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo e puntano a:
- ridurre l’impatto ambientale dei trasporti;
- intervenire sul traffico delle zone più congestionate;
- ottimizzare la capacità di stoccaggio delle materie prime,
- potenziare le capacità di esportazione delle PMI italiane;
- ridurre gli sprechi alimentari;
- migliorare l’accessibilità ai villaggi merci e ai servizi hub, insieme alla capacità logistica dei mercati all’ingrosso;
- digitalizzare la logistica;
- favorire la tracciabilità dei prodotti.
2. PNRR Agricoltura e parco Agrisolare
Dopo Francia e Germania, l’Italia è al terzo posto in Europa per il consumo diretto di energia per la produzione alimentare. Questo significa che i costi energetici hanno un peso importante per le aziende agricole, che incide per circa un 20%.
Il PNRR per l’agricoltura vuole cercare di risolvere questo evidente limite investendo sulla produzione di energia rinnovabile. Come? Utilizzando i tetti degli edifici esistenti a uso agricolo, zootecnico o agroindustriale.
Il PNRR agricoltura prevede infatti molteplici incentivi per:
- installare pannelli a energia solare con una potenza minima installata di circa 0,375 GW
- riqualificare le strutture produttive con la rimozione di eternit/amianto dai tetti
- migliorare la coibentazione e l’aerazione per migliorare anche le condizioni di vita degli animali allevati.
3. Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare
Un altro obiettivo del PNRR per l’agricoltura è guidare questo settore verso un’Agricoltura 4.0. Questo significa ridurre l’uso di pesticidi e mezzi inquinanti, nonché favorire la digitalizzazione per lavorare, stoccare e confezionare i prodotti del made in Italy alimentare con maggiore efficienza e minore impatto sull’ambiente.
Questo obiettivo risponde alle direttive della strategia UE “Dal produttore al consumatore”. Il progetto sostiene 15.000 aziende agricole nel rinnovamento dei macchinari, nell’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione, nell’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0 e nella sostituzione dei vecchi trattori inquinanti.
4. Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo
Con questo ultimo obiettivo, il PNRR per l’agricoltura intende rendere più costante la disponibilità di acqua per l’irrigazione, soprattutto di fronte ai cambiamenti climatici e alle ondate di siccità.
Il cambiamento climatico sta infatti causando sempre più ricorrenti crisi idriche, aggravato anche dalla diversa distribuzione delle risorse sul territorio italiano. In più, solo l’8% delle aree agricole è dotato di efficienti sistemi di irrigazione. Tutta questa situazione incide negativamente sulla produzione agricola.
Con questo ulteriore pacchetto di interventi, il PNRR provvederà a:
- migliorare le infrastrutture delle reti e dei sistemi irrigui per consentire una disponibilità maggiore e più costante di acqua per le coltivazioni, per circa un terzo delle aree agricole esistenti;
- finanziare l’installazione di contatori e di sistemi di controllo a distanza, sia sulle reti collettive sia per gli usi privati;
- diffondere l’uso di soluzioni rinnovabili, ad esempio dei galleggianti per bacini.
- contrastare il prelievo illegale delle acque nelle aree rurali.
Il PNRR per l’agricoltura dovrebbe riuscire ad attuare tutto questo entro il 2026. Ora non resta che osservare i prossimi step e mettere in atto il cambiamento tanto atteso per la ripresa economica di uno dei settori più strategici per il nostro Paese.