Economia circolare e sostenibilità al Salone della CSR 2022

Alcuni highlights dal Salone della Csr 2022 dove sono stati protagonisti l'ambiente e l'innovazione. Ma soprattutto lìimportanza di lavorare insieme per trovare soluzioni

Il Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale è arrivato al suo decimo anno. Il tema di questa edizione, svoltasi dal 3 al 5 ottobre presso l’Università Bocconi di Milano, è stato quello delle Connessioni sostenibili. Si è parlato molto di economia circolare e ambiente: i problemi ambientali che oggi e nel futuro dovremo affrontare sono complessi e per questo motivo occorre un approccio multidisciplinare che possa affrontare importanti questioni da diversi punti di vista.

La CSR o responsabilità sociale d’impresa mette al servizio delle ‘soluzioni’ proprio le aziende, che possono coiniugare il mondo del sociale e la governance d’impresa con l’ambiente.

Rossella Sobrero, organizzatrice dell’evento, nella sua presentazione del decimo Salone, e del perché del nome, ha ricordato che “in un mondo sempre più complesso è necessario agire mettendo insieme le risorse e le competenze di tutti”. Nelle sue parole un interessante paragone col mondo della natura:

“Come accade in natura, che è la fonte d’ispirazione migliore, alcune connessioni vanno perfezionate per fare in modo che il coordinamento di strategie ed attori coinvolti sia più efficace”.

Rossella Sobrero

Per sapere quali sono i progetti e le idee, le azioni e le nuove tendenze nel mondo della CSR in ambito economia circolare e sostenibilità ambientale, ho trascorso una giornata al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale.

Energie rinnovabili: l’importanza dell’idroelettrico e dell’agrivoltaico

Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto club è intervenuto per raccontare lo stato delle energie rinnovabili in Italia. Il 38% dell’energia elettrica italiana oggi proviene da fonti rinnovabili, ma è così dal 2014. Non siamo cresciuti perché tutto è rimasto fermo per questioni burocratiche e di autorizzazioni. Nel 2022 dobbiamo arrivare ad una potenza tre volte quella già installata. E siamo già indietro, rincorrendo la Germania che punta ad arrivare al 100% di rinnovabili entro il 2035.

Il fotovoltaico sta assumendo un grande ruolo in questo periodo, ma l’Italia deve puntare anche sull’energia idroelettrica: importante e programmabile, come ha ricordato Enrico De Girolamo, direttore generale di CVA.

Nel mondo delle energie rinnovabili nel futuro si lavorerà molto sull’agrivoltaico, sul biometano e sull’idrogeno verde. Un interessante esempio è quello di Caviro Extra, azienda produttrice di vino che valorizza gli scarti della lavorazione per creare nuovi prodotti ed energia. Dalle fecce e vinacce della vite, si ricava etanolo e bioetanolo per benzine rinnovabili da utilizzare per i macchinari dell’azienda, oltre che per creare impianti di tipo agrivoltaico. Il consumo di suolo viene così molto ridotto e i filari della vite offrono spazio a pannelli per energia pulita.

I borghi connessi e le smart city, la tecnologia che aiuta la sostenibilità

Al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, numerosi interventi sono stati dedicati alla tecnologia a favore della sostenibilità. L’Italia è un paese ricco di borghi e di città che dovranno diventare sempre più smart.

Durante la pandemia, abbiamo visto com’è bello e sano vivere in una realtà più a misura d’uomo e di animali. Per valorizzare questi luoghi occorre mettere insieme turismo, arte, natura e sapori della nostra tradizione con la tecnologia.

La tecnologia insieme a tutti i saperi e le grandi eccellenze italiane può fare la differenza. Un esempio che ho raccontato di recente è quello del progetto europeo IN-HABIT che ha fatto di Lucca la prima città a misura di quattro zampe.

Tanti borghi italiani, con la giusta rete internet e wifi, possono diventare delle eccellenze, come ha raccontato Alberto Pietromarchi, direttore di Wind Tre.

Allo stesso tempo, le città sono il presente e il futuro delle nuove tendenze della tecnologia. Le innovazioni tecnologiche e digitali aiutano a vivere meglio la città, a connettere le persone, i luoghi e il territorio. Le piattaforme digitali possono anche favorire la transizione energetica e tecnologica.

Nel panel sull’open innovation ho trovato un esempio di come il digitale può aiutare la transizione ecologica. Piattaforme per immagazzinare energia, attraverso l’idrogeno liquido, permetteranno di stoccare questo materiale per poi utilizzarlo per i mezzi urbani. Un’energia pulita, che eviterà di immettere in atmosfera anidride carbonica e gas a effetto serra.

L’innovazione è già qui, ora, ma da sola non basta. Occorre educare i cittadini e guidarli verso un cambiamento che è sempre un processo che incontra molte resistenze da parte dei cittadini stessi e molto spesso anche da parte del mondo della politica e delle istituzioni.

La sostenibilità è un’attitudine trasversale

Il termine sostenibilità è oggi nel vocabolario di tutti, cittadini e aziende. Ma la sostenibilità non è un termine vuoto, un atto fine a sé stesso oppure una questione che riguarda una nicchia di persone e attività.

La sostenibilità è un’attitudine trasversale”. Questa frase della professoressa Elena Granata, Professore associato di Urbanistica, colpisce al cuore e alla mente di tutti noi che facciamo della sostenibilità il nostro modo di vivere e di essere.

Come sarà la sostenibilità nel presente e nel futuro? Questa è la domanda che ho ritrovato nei vari panel che si sono svolti in questi giorni.

Tutti siamo d’accordo nel dire che la tecnologia e l’innovazione da sole non ci salveranno. Vanno messe in rete, in connessione con il sapere e le eccellenze italiane, proprio come ci ricorda il titolo di questa decima edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale: Connessioni sostenibili.

Sostenibilità è innovazione e passa attraverso uno studio attento dei materiali, del loro ciclo di vita e dalla sperimentazione di nuove materie prime. L’innovazione è un processo complesso che ha bisogno di tempo perché si scontra con la resistenza al cambiamento.

In Italia abbiamo molte eccellenze nel campo della scienza e dell’ingegneria e nelle tecnologie e siamo competitivi nel settore del riciclo e riutilizzo dei materiali.

Ma viviamo tempi di incertezza e di cambiamenti veloci e occorre essere ottimisti e non avere paura del futuro.

Le transizioni che siamo chiamati ad affrontare sono numerose:

• Ecologica

• Digitale

• Energetica

• Culturale.

La sostenibilità riguarda tutti i cittadini e tutte le professioni. Occorre essere competenti nella propria materia: dalla medicina, all’ingegneria, dall’artigianato all’agricoltura. Studiare e aggiornarsi. Seguire e prevedere le tendenze del mercato. Creare relazioni sociali, connessioni e fare rete sarà sempre più importante.

Quelli ambientali sono problemi complessi che richiedono diverse figure professionali e diverse competenze e abilità. Dice la Professoressa Elena Granata, Professore associato di Urbanistica.

“Siamo dentro un sistema che cambia continuamente. Occorre stare nel cambiamento e viverlo. Seguire il cuore e pensare in grande.”

Elena Granata

Non servono nuovi specialisti, serve ripensare a come stare al mondo. Alle nostre passioni e capacità, alle relazioni col mondo della natura e degli animali, alle persone e al loro equilibrio vita-lavoro, al cibo, all’acqua che beviamo e all’aria che respiriamo. Perché la sostenibilità è un’attitudine trasversale.

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