Dal 17 al 19 maggio si è tenuto a Milano il Festival In&Aut, un evento dedicato all’inclusione sociale e al lavoro delle persone autistiche nel nostro paese: nei tre giorni si sono svolti incontri e approfondimenti, ma c’è stata soprattutto la testimonianza di imprese e associazioni di tutt’Italia che, con i loro stand, hanno dimostrato gli straordinari risultati dell’attività lavorativa delle persone affette dai disturbi dello spettro autistico (ASD).
Il festival si è aperto con un’esibizione dell’Orchestra Esagramma, a cui sono seguiti i saluti istituzionali: nei tre giorni sono stati organizzati più di 20 dibattiti e workshop, con l’obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico e i media sia sul tema dell’assistenza che dell’inclusione sociale e lavorativa delle persone autistiche. Che sono oltre 600mila in Italia, come ricordano gli ultimi dati del Ministero della Salute e di altri studi scientifici: un valore che si può anche tradurre con 1 bambino ogni 77 nati.
In particolare, presso l’auditorium Testori del Palazzo Lombardia, si sono alternati interventi di neuropsichiatri e altri operatori sanitari che hanno affrontato le tematiche legate alla ricerca scientifica e ai percorsi terapeutici. Ampio spazio è poi stato dedicato alle cosiddette best practices, ovvero alle numerose realtà che hanno raccontato che cosa significa inserire persone autistiche all’interno di una realtà aziendale.
Confrontarsi e collaborare per una reale inclusione
Diversi stand del Festival hanno proposto realtà imprenditoriali legate all’ambito alimentare e artigianale che, come abbiamo avuto più volte occasione di verificare, rappresentano dei settori particolarmente idonei per l’occupazione di persone con ASD.
Ci ha fatto piacere soffermarci presso l’area di Autelier e del Tortellante, quest’ultimo posto all’inizio della fila di aziende sociali presso le quali gustare i loro prodotti. Proposte diverse, dagli antipasti ai dolci, senza tralasciare la produzione di vini e birre, unite da un fattore comune: la qualità.
Tutte le persone con cui abbiamo avuto occasione di parlare ci hanno in parte condiviso le loro storie di vita (a cui dedicheremo degli approfondimenti successivi) e hanno sottolineato la necessità di guardare all’autismo, e alla disabilità in generale, come a una risorsa. L’inclusione sociale e lavorativa passa attraverso scelte concrete, con proposte che sanno valorizzare le capacità di ogni persona, stimolandola a dare il meglio di sé. Gli esempi incontrati al Festival dimostrano che tutto ciò è possibile: e i risultati lo confermano.
Seguire approcci e terapie innovative
La Fondazione Trentina per l’Autismo era una delle numerose realtà presenti al Festival: dal 2010 si impegna a favore delle persone con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie, con l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita. La Fondazione offre un sostegno concreto attraverso progetti di inclusione sociale, sportiva, ludica, educativa: promuove la ricerca scientifica e la sensibilizzazione con diversi tipi di interventi.
La Onlus ha inoltre aperto Casa Sebastiano, presente dal 2017 a Coredo (TN), intitolata al figlio di uno dei fondatori della Fondazione, un bambino autistico scomparso alcuni anni prima tuffandosi nel fiume Noce. Il progetto è nato con l’idea di andare oltre il concetto di semplice struttura abitativa: vuole infatti rispondere ai bisogni fondamentali di apprendimento e socializzazione delle persone con autismo, per diventare un luogo di crescita e riabilitazione, sia per adolescenti che per adulti.
Gli spazi e gli ambienti sono concepiti per essere facilitatori e inclusivi, così da migliorare la qualità della vita delle persone autistiche. La struttura è progettata per minimizzare i fattori stressogeni, promuovere le relazioni e offrire un ambiente confortevole per consentire gli apprendimenti e lo svolgimento delle attività.
Fra queste la coltivazione di ortaggi, la cura degli animali nella fattoria fino alla pet therapy; numerosi sono poi i laboratori proposti, dalla cucina alla falegnameria, dall’arte alla musicoterapia. Fino ad arrivare all’inserimento protetto in vari contesti lavorativi del territorio.
Fra gli strumenti terapeutici emerge il lettino Zero Body “a galleggiamento asciutto”: si tratta di un’innovativa proposta con un lettino che riproduce la sensazione di galleggiare in assenza di gravità. Lo speciale materasso, contenente 400 litri di acqua riscaldata, induce una generale sensazione di benessere, riducendo lo stress fisico e mentale e stimolando il rilassamento. I risultati sono potenziati dalla cromoterapia degli effetti luminosi e dalle audioguide con musica o percorsi meditativi di mindfulness, riducendo la vulnerabilità cognitiva e la risposta emotiva allo stress.
All’interno di Casa Sebastiano si trova inoltre una Stanza Multisensoriale Interattiva, che crea realtà virtuali da esplorare e giochi didattici interattivi, pensati per favorire la stimolazione fisica e cognitiva in diverse competenze. Il sistema si avvale di proiezioni interattive su pavimento e pareti, stimolando i bambini, che sperimentano secondo i propri modi, tempi e capacità: l’ambiente emotivamente protetto migliora il comportamento generale per far fronte alla quotidianità, aiutando a superare vari tipi di difficoltà, specie nel linguaggio e nella comunicazione.
I falsi miti dell’autismo
Il Festival, giunto alla sua seconda edizione, conferma l’attenzione crescente sul tema dell’autismo, come ha anche ricordato alla fine della manifestazione Stefano Belisari (in arte Elio): “il tema fino a qualche anno fa era ignorato, nessuno sa esattamente cosa sia tranne chi ce l’ha in casa. Bisogna fare ancora tutto”. Il cantante è papà di Dante, ragazzo con la sindrome dello spettro autistico, ed è uno fra i personaggi pubblici più impegnati a parlare e sensibilizzare sul tema dell’autismo: soprattutto per ribaltare l’ignoranza di chi parla di classi differenziali o di falsi miti dell’autismo.
A tale proposito risulta particolarmente utile un opuscolo associato alla presentazione di Casa Sebastiano, realizzato proprio dalla onlus trentina per fare la giusta chiarezza.
Si sottolinea che l’autismo non è una condizione irreversibile e che una identificazione precoce è fondamentale per intervenire quando i processi di sviluppo possono ancora essere modificati. La medicina ufficiale registra infatti casi di bambini che, adeguatamente trattati, sono usciti dallo spettro autistico, riducendo i segni dell’autismo al di sotto della soglia diagnostica.
L’autismo si manifesta nei primi 3 anni di vita con difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale: la diagnosi si basa sull’osservazione clinica delle caratteristiche comportamentali dell’individuo, tramite strumenti e modalità riconosciute da studi scientifici di neuropsichiatri internazionali.
Infine, ancora una volta si ribadisce che molte persone con autismo possono sviluppare le proprie abilità e adattarle a diversi compiti lavorativi, con una formazione mirata e adeguati adattamenti. Tantissime persone con disturbi dello spettro autistico possono quindi integrarsi nel mondo del lavoro in modo proficuo, diventando una risorsa preziosa per le imprese anziché un obbligo di legge (che viene per altro spesso disatteso): le varie realtà presenti al Festival lo hanno confermato chiaramente, così come fanno ogni giorno numerose, ma ancora troppo poche, aziende di tutto il territorio nazionale.