La Biodiversità è un tema ambientale molto importante che interessa sempre più persone e una buona notizia riguardo la tutela e l’agire arriva proprio dal nostro Paese, che ha inaugurato il suo nuovo centro di ricerca, il National Biodiversity Future Center.
Dall’accordo all’azione, ricostruire la biodiversità
La Giornata Internazionale della Diversità Biologica ricorre ogni anno il 22 maggio. Per il 2023, il sito ufficiale internazionale CBD, Convention on Biological Diversity, ha suggerito il tema: from agreement to action, build back biodiversity.
Un invito a ricostruire la biodiversità, passando dalle parole degli accordi scritti all’azione. L’importanza di una giornata mondiale dedicata alla biodiversità è aumentata nel corso degli anni dalla sua prima edizione nel 1992 grazie al lavoro delle Nazioni Unite, delle organizzazioni, dei governi e a tutte le persone che hanno partecipato attivamente.
Al termine della scorsa edizione della COP15 è stato approvato un importante documento che ha ridato speranza e fiducia per la salvaguardia della biodiversità. Si tratta del GBF, Global Biodiversity Framework, noto anche come accordo quadro di Kunming-Montreal sulla biodiversità.
Il tema di questa Giornata della Biodiversità del 2023 trae proprio origine da questo accordo: ora che abbiamo un trattato comune, occorre mettere in pratica ciò che abbiamo scritto e passare all’azione. Serve spostare la nostra attenzione dalle parole ai fatti, dagli accordi alle azioni concrete. Tutte le nostre azioni future, suggerisce il CBD, dovranno ispirarsi agli accordi della COP15 e al trattato di Kunming-Montreal sulla biodiversità.
L’Italia ha preso alla lettera l’invito lanciato durante questa recente Giornata della Biodiversità per presentare l’apertura del nuovo centro di ricerca italiano dedicato alla diversità biologica.
Inaugurato il nuovo National Biodiversity Future Center italiano
Coordinato dal CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha la sua sede principale a Palermo: è il National Biodiversity Future Center, indicato con la sigla NBFC.
Il nuovo centro di ricerca è stato presentato con una diretta dalla Tenuta Presidenziale di Castelporziano aperta dal video di saluto istituzionale di Anna Ascani, Vicepresidente della Camera dei Deputati. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha contribuito con un suo personale messaggio dinaugurio per la nuova realtà della ricerca italiana. La giornata di presentazione è continuata nel pomeriggio presso la sede centrale del CNR.
La biodiversità riguarda tutti: i cittadini, chi si occupa di ricerca, le aziende e le istituzioni. Questo è il messaggio che l’Italia vuole dare in modo concreto attraverso l’apertura del centro di ricerca NBFC. La biodiversità necessita di una gestione che sia sostenibile. Il Pianeta, la ricchezza della sua vita e il buon funzionamento degli ecosistemi sono alla base del benessere collettivo. La biodiversità ha infatti numerosi impatti sulla salute dei cittadini.
L’Italia è uno tra i Paesi più ricchi in biodiversità. I dati forniti dall’Ispra ci dicono che sono presenti sul nostro territorio oltre 60 mila specie animali e circa 10 mila specie di piante vascolari per un totale di oltre 130 ecosistemi.
Una tutela della biodiversità dal punto di vista scientifico era necessaria, ora che per legge la protezione dell’ambiente è stata inserita nella nostra Costituzione nell’articolo 9 e con la riformulazione dell’Articolo 41.
Il National Biodiversity Future Center è un progetto che riceve un finanziamento iniziale per tre anni e che coinvolge oltre duemila ricercatori, con attenzione alla parità di genere, visto che la metà delle ricercatrici sono donne.
L’Istituto di ricerca sarà finanziato attraverso i fondi del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e rappresenta uno dei mezzi attraverso i quali l’Italia si impegna a raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030.
Gli obiettivi del nuovo centro sulla biodiversità
La funzione del National Biodiversity Future Center è quella di “monitorare, preservare e ripristinare gli ecosistemi terrestri, marini e urbani, valorizzando il Mar Mediterraneo e la biodiversità in generale come elemento base per uno sviluppo sostenibile”. Questo è il messaggio che ha inviato Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, durante l’evento di inaugurazione della struttura.
Il centro di ricerca ha un sistema simile ad una ruota di bicicletta con la sede principale di Palermo e gli otto raggi formati dai diversi hub di ricerca che gravitano attorno al polo centrale. Gli otto raggi rappresentano i grandi macro-temi che i ricercatori dovranno affrontare.
Per raggiungere l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030, il National Biodiversity Future Center si coordinerà e collaborerà con università, privati, enti, associazioni e centri di ricerca.
I dati delle ricerche e i risultati raccolti verrano resi accessibili a tutte le persone che vorranno consultarli attraverso quattro piattaforme tematiche online dedicate a quattro grandi campi di ricerca:
• Mare
• Terra
• Ambienti urbanizzati e salute
• Comunicazione e impatto.
Il sito permetterà di fare educazione e sensibilizzazione ambientale sul tema della biodiversità, condividere i risultati ottenuti sul territorio italiano e nel bacino del Mar Mediterraneo, raccontare buone pratiche e storie di successo del nostro Paese.