“la povertà alimentare infantile come l’incapacità dei bambini di accedere e consumare una dieta nutriente e diversificata nei primi cinque anni di vita.” UNICEF
La povertà alimentare infantile è particolarmente dannosa nella prima infanzia. Un apporto insufficiente di nutrienti essenziali può causare danni gravi alla sopravvivenza, alla crescita fisica e allo sviluppo cognitivo dei bambini.
Le conseguenze possono durare per tutta la vita.
I bambini malnutriti nella prima infanzia ottengono risultati scolastici peggiori e guadagnano meno da adulti, rimanendo intrappolati, insieme alle loro famiglie, in un ciclo di povertà e privazioni.
Le crescenti disuguaglianze, i conflitti e le crisi climatiche, unitamente all’aumento dei prezzi dei cibi, abbondanza di alimenti non salutari, strategie di marketing alimentare dannose e pratiche di alimentazione infantile inadeguate, condannano quotidianamente milioni di bambini alla povertà alimentare. Sono milioni i genitori e le famiglie nel mondo che lottano per fornire ai loro bambini piccoli cibi nutrienti e vari, essenziali per crescere, svilupparsi e apprendere al massimo delle loro potenzialità.
Sensibilizzare e agire. Sono i passi fondamentali per garantire che ogni bambino abbia accesso a una dieta sana e diversificata, spezzando il ciclo della povertà e promuovendo un futuro migliore per tutti.
I numeri del rapporto Unicef
Il rapporto Unicef Child Food Poverty: Nutrition Deprivation in Early Childhood esamina stato, tendenze, disuguaglianze e fattori determinanti della povertà alimentare infantile nella prima infanzia, compreso il loro impatto.
Il focus è inevitabilmente sui paesi a basso e medio reddito, dove risiede la maggior parte dei bambini affetti da povertà alimentare infantile.
L’analisi dello stato e le tendenze
A livello globale, 1 bambino su 4 (27%) vive in condizioni di povertà alimentare grave nella prima infanzia. 181 milioni di bambini sotto i cinque anni. Una condizione che colpisce tutte le regioni del mondo, ma non in modo uniforme. Più di due terzi (68%) di questi bambini vive in Asia meridionale e in Africa subsahariana.
I bambini che consumano al massimo due degli otto gruppi alimentari stabiliti sono considerati in condizioni di grave povertà alimentare. 4 bambini su 5 in questa situazione sono nutriti solo con latte materno/latte e/o un alimento amidaceo di base, come riso, mais o grano. Meno del 10% di questi bambini si nutre di frutta e verdura. E meno del 5% si nutre di alimenti ricchi di sostanze nutritive come uova, pesce, pollame o carne.
Parallelamente, cibi e bevande non salutari diventano sempre più presenti nella loro dieta.
Il 46% dei bambini in condizione di povertà alimentare grave appartiene alle famiglie nei due quintili di ricchezza più poveri, dove il reddito è probabilmente un fattore determinante della povertà alimentare grave. Tuttavia, il 54%, appartiene a famiglie dei quintili di ricchezza medio e superiore, dove è evidente che alla base del problema non ci sono fattori legati alla povertà di reddito.
I dati di tendenza globale indicano che nell’ultimo decennio siamo passati dal 34% nel 2012, della totalità di bambini, al 31% nel 2022. Un progresso troppo lento e risulto di tendenze miste.
Cause e conseguenze e progressi possibili
Le probabilità di arresto della crescita (stunting) sono del 34% più elevate nei bambini colpiti da povertà alimentare grave rispetto ai bambini non colpiti.
Allo stesso modo, le probabilità di deperimento (wasting) sono del 50% più alte se un bambino è colpito da povertà alimentare grave.
Ambienti alimentari sfavorevoli per i bambini, pratiche di alimentazione inadeguate nella prima infanzia e povertà di reddito delle famiglie, sono le tre principali cause della povertà alimentare infantile grave identificate dall’analisi Unicef.
I sistemi alimentari, sanitari e di protezione sociale non riescono a garantire il diritto dei bambini a una buona alimentazione, ma i progressi sono possibili quando si interviene per attivare questi sistemi.
I paesi che hanno ridotto la povertà alimentare infantile grave hanno diversi fattori di successo in comune. Hanno migliorato l’offerta di cibi nutrienti e rafforzato gli ambienti alimentari (sistema alimentare). Hanno ampliato la copertura e la qualità dei servizi nutrizionali per i bambini piccoli, compresa la consulenza sull’alimentazione infantile a livello comunitario (sistema sanitario). Hanno protetto le famiglie povere dalla povertà di reddito (sistema di protezione sociale).
Obiettivo Agenda 2030: eliminare la povertà alimentare infantile grave
Il rapporto Unicef sottolinea che per eliminare la povertà alimentare infantile grave è fondamentale un approccio coordinato e sinergico. Serve una priorità politica con obiettivi chiari e tempi definiti.
È cruciale trasformare i sistemi alimentari per rendere i cibi nutrienti e salutari accessibili e desiderabili, rispettando le regolamentazioni.
Anche i sistemi sanitari devono fornire servizi nutrizionali essenziali, dando priorità ai bambini più vulnerabili. É necessario inoltre attivare sistemi di protezione sociale per affrontare la povertà economica delle famiglie, includendo trasferimenti sociali come contanti, voucher e cibo.
Rafforzare i sistemi di dati è indispensabile per monitorare e valutare la povertà alimentare infantile, rilevando tempestivamente gli aumenti e monitorando i progressi globali e nazionali.
L’impegno deciso e coordinato di governi, organizzazioni di sviluppo e umanitarie, società civile, media, mondo accademico, industria alimentare e partner finanziari è essenziale per affrontare efficacemente la povertà alimentare infantile grave.
Solo attraverso la collaborazione di tutti i settori coinvolti è possibile sperare di raggiungere l’obiettivo “Zero Fame” dell’Agenda 2030 e garantire benessere per tutti i bambini.