Susanna Martucci, la regina dell’economia circolare

Il suo materiale preferito? La grafite. La sua azienda, Alisea, da quasi 30 anni, mixa scarti aziendali, tecnologia all’avanguardia, design thinking e sforna prodotti innovativi senza materia prima

Alisea pensa, progetta e produce oggetti di design e di uso quotidiano utilizzando materiali provenienti da filiere pensate esclusivamente in economia circolare. Interpretando e progettando il recupero e il riciclo dei materiali, l’azienda ha trovato un’originale collocazione sul mercato essendo l’unico operatore che fa del riuso e del riciclo la sua esclusiva identità d’impresa dal 1994.

Promuovendo un sistema industriale rigenerativo anziché estrattivo è di esempio e ispirazione, anche per i risultati ottenuti, per tutte quelle realtà che ancora fanno fatica a ragionare in modo sistemico e circolare.

L’impegno di Alisea e quello che cerca nei propri partner, clienti e stakeholder, è quello di promuovere lo scambio di risorse tra due o più industrie, con l’obiettivo di promuovere vantaggi competitivi reciproci grazie alla generazione di sinergie tra gli attori coinvolti. Si pone come promotrice della simbiosi industriale ed economica attraverso l’innovazione nei processi produttivi in economia circolare.

Alisea ha consolidato formalmente la propria vocazione alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica divenendo, nel 2019, Società Benefit e ottenendo nel 2020 la certificazione internazionale B-Corp.

The Good in Town ha incontrato Susanna Martucci, fondatrice e CEO di Alisea, per conoscere la storia e il percorso che la vede oggi alla direzione di una realtà produttiva che si pone come esempio del perfetto mix tra beneficio economico e ambientale.

Susanna, c’è una storia personale che ti ha portata ad abbracciare il percorso della sostenibilità ambientale?

“Condivido con voi un aneddoto che per me ha rappresentato la svolta, personale e professionale. Era il 1981 e da neolaureata lavoravo per Arnoldo Mondadori. In treno verso Segrate attrae la mia attenzione la conversazione di due professori che parlano di rifiuti, delle dimensioni che il problema avrebbe assunto per le future generazioni e delle dimensioni che stava assumendo l’enorme pattumiera sui cui stavamo, ancora inconsapevoli, dormendo.

Allora io ero parte di quella futura generazione seduta su quella enorme pattumiera, presto destinata ad esplodere.

Negli anni successivi, mentre la gestione non più familiare di Arnoldo Mondadori prendeva una direzione che sempre meno mi apparteneva, sceglievo di creare una società che meglio rappresentasse me e la professionalità del mondo femminile: nel 1994 nasce Alisea, la versione femminile degli Alisei, i venti temperati, regolari e costanti per direzione e intensità. Nel 1996, insieme al resto del team che avevo costruito negli anni, lascio definitivamente la Mondadori. Era il tempo di approfondire e continuare la discussione immaginaria iniziata quasi 15 anni prima su quel treno.

E da lì è nata la grande scommessa: siamo andati a chiedere azienda per azienda quali fossero i loro scarti e se una volta recuperati, riprogettati e rielaborati per creare nuovi oggetti che potessero essere loro utili, o che di loro parlassero…loro li avrebbero ricomprati?

Non importava cosa l’azienda producesse, bastava aver scarti, una materia prima seconda da cui partire per creare con fantasia, ingegneria e design un oggetto che comunicasse la storia, sua o del suo marchio.

La concorrenza più pericolosa erano i cinesi, per il prezzo troppo competitivo, ma il nostro plus era la storia circolare di appartenenza e il messaggio che ogni prodotto portava con sé. Oggi sono quasi 30 anni che produciamo senza materia prima.”

Se volessimo parlare di ingaggio: quale tra istituzione, cittadini e aziende, a suo avviso, oggi svolge un ruolo maggiormente pro-attivo per un futuro sostenibile?

“La sinergia dei tre ruoli è cruciale ed auspicabile. Le istituzioni devono fornire le regole e le leggi, perché solo loro hanno il potere di imporre il cambiamento anche alle aziende che per diversi motivi non aggiornano la propria attività alle esigenze attuali. Penso alle normative sugli scarti tessili, alle etichette ambientali, ai RAEE. Il rifiuto da sempre per le aziende costituisce un problema, ma lo è anche per i cittadini, regolamentarne le responsabilità è fondamentale.

La popolazione, e soprattutto la nuova generazione, è quella che da’ direzione alle tendenze di consumo e dunque istruisce la produzione. Il loro compito è combinare quelle istruzioni alla responsabilità e alla consapevolezza ambientale

E le aziende, infine, hanno un enorme potere. Credo molto nell’imprenditoria, sono certa che abbia ormai capito che ogni realtà aziendale è parte integrante del territorio e della comunità di riferimento, e su queste ha la grande responsabilità di creare un impatto positivo a 360°, non solo economico.”

In che modo le organizzazioni private possono influire sull’opinione pubblica? e come invece possono co-costruire il cambiamento all’interno?

“Alisea nasce permeata di ambiente. Fin dall’inizio abbiamo misurato il nostro fatturato in tonnellate di materiali recuperato, e riciclato. La sostenibilità è nel DNA del nostro ciclo produttivo.

Penso comunque che una delle cose più importanti che ogni azienda dovrebbe mettere in conto è la formazione dei suoi dipendenti e dei suoi manager.

Nessuna azienda può diventare sostenibile se non si prepara prima per diventarlo, se non forma le sue persone dall’interno, sia nella loro professionalità che nella loro quotidianità, come cittadini.

Tutti oggi parlano della cultura della sostenibilità, ma non sanno come perseguirla.

Non è sufficiente creare un prodotto riciclato per essere sostenibili. Non si parla solo di materiali, ma di processi, di filiere, di stakeholder, di persone. Bisogna conoscere per sapere metter in pratica. Solo allora un’azienda può pensare di poter contribuire con il proprio lavoro ad aver un impatto positivo o comunque non negativo sul Pianeta a livello sociale, economico e ambientale.”

Governance, dipendenti, comunità, clienti, ambiente, i 5 ambiti valoriali per divenire B Corp. Su quale Alisea punta di più? Quanti gli sforzi di adeguamento per diventare B-Corp?

“L’ambiente è stata la nostra mission fin dall’inizio. Grazie al percorso fatto, ora sappiamo di aver comunque ampi margini di miglioramento. Parlo di altri ambiti come quello della governance, dei rapporti con dipendenti, e soprattutto nella trattazione documentale e burocratica di tutti questi percorsi.

Siamo una società benefit per indole, ma bisogna dimostrare, istituzionalizzare, dare feedback, registrare i dati. È un dovere, questo, anche nei confronti dei fornitori e dei clienti.

È stato il mio avvocato, Antonio De Capua, a suggerirmi di trasformare Alisea in società benefit, per formalizzare semplicemente uno stato di fatto. Ci è bastata una settimana per prendere appuntamento con la notaia e integrare l’atto costitutivo di Alisea diventando così nel 2019 società Benefit. Lo stesso anno è iniziato poi il percorso di certificazione a B-Corp, ci ha impegnato per sei mesi, un tempo quasi record, grazie anche al supporto di B Lab e del nostro consulente, il dott.re Dario De Rossi di Treviso. Era il 2020. Nessuno sforzo di adattamento, abbiamo in gran parte regolamentato e documentato le attività che già erano parte della nostra azienda, adesso l’importante è mantenere la rotta.”

Essere diventati B-Corp, ha portato dei benefici per il business dell’azienda?

“I benefici sono molti e diversi, soprattutto dal punto di vista reputazionale, quel valore intangibile che fa grande differenza.

Noi abbiamo sempre saputo di esser un’azienda virtuosa ma non basta dirlo bisogna dimostrarlo. E dimostrarlo a un ente terzo che lo certifichi.

Diventare B Corp è stato un grande motivo di orgoglio e soddisfazione anche per i dipendenti, cui è stato ufficialmente riconosciuto il successo di un impegno collettivo di cui andare fieri. Perché è Alisea tutta che ha ricevuto la certificazione, tutti hanno contribuito al percorso virtuoso e tutti continuano contribuire, non solo internamente, ma anche come messaggio da portare e diffondere all’esterno, ai clienti e alle famiglie, alla comunità intera.”

Cosa pensa della posizione delle donne a capo delle aziende e quanto pensa sia più difficile o complicato farsi valere?

“Sono estremamente fiera e orgogliosa di essere una rappresentante dell’imprenditoria femminile. Era il 1982, quando una banca scartò la mia candidatura, pur avendo superato il concorso, banalmente perchè “per quella posizione non era prevista una figura femminile”. Ho dovuto imparare presto che i giochi erano truccati.

Per quello ho scelto di buttarmi sull’area commerciale: qui nessuno può imbrogliare, a parlare sono i numeri. Non importa di quale sesso, razza o colore tu sia, importa se porti i risultati e raggiungi gli obiettivi.

Appena è nata Alisea ho assunto solo donne, donne che stavano per o avevano appena avuto un figlio, donne che solitamente il mercato del lavoro respinge e guarda con diffidenza. Poi siamo cresciuti, e ho aperto le porte a tutti. Sono convinta che sia la diversificazione e la pluralità la carta vincente per ogni progetto e collaborazione.”

Quali i progetti futuri nella direzione della transizione ecologica?

“Il nostro percorso di sviluppo è interamente basato su innovazione tecnologica e ricerca e sviluppo dei materiali. Dal 2013, dall’avvento di Perpetua, il nostro primo brevetto – tonnellate di polvere grafite che finirebbero in discarica, in una matita – ne abbiamo depositati altri da soli o in collaborazione con altri partner. g_pwdr Technology è un trattamento di tintura per tessuti o carta a base di polvere di grafite riciclata che costituisce un’alternativa all’utilizzo di pigmenti chimici, da qui nasce il primo prodotto WRAD GRAPHI-TEE del nostro partner WRÅD Zantech è un materiale innovativo, ideato e brevettato da Alisea, composto all’80% da polvere di grafite proveniente dagli scarti della lavorazione industriale degli elettrodi che, con l’aggiunta di uno speciale legante, conferisce caratteristiche di resistenza agli urti e di durata agli oggetti. È un materiale atossico e inerme adatto ad essere utilizzato per diverse applicazioni.

L’ultimo brevetto, in attesa di approvazione, loabbiamo depositato ad agosto 2022, assieme ad un amico ingegnere termico e ad un geologo, si chiama Graphii Coat 30 GP, e porta valore nel campo della rigenerazione urbana: nasce per l’edilizia sostenibile e, ancora una volta, da grafite recuperata da scarti di lavorazioni industriali miscelata a polveri derivate da diversi altri materiali di scarto e riciclo.

Sempre nel 2022 un innovativo e sostenibile sistema di verniciatura per parquet in legno è stato messo a punto grazie alla collaborazione con Listone Giordano e Gruppo Margaritelli, e poi un nuovo materiale dedicato al settore dell’ occhialeria di lusso realizzato assieme a Vesticolor, altra azienda innovativa del vicentino. Ad aprile 2023, in occasione del Salone del Mobile di Milano verranno presentati i risultati della nostra R&D con Arclinea e Icro per il mondo delle cucine. Prosegue il nostro impegno con WRÅD nella ricerca di soluzioni innovative e circolari rivolte al settore moda. Gli scarti sono un valore, non chiamiamoli rifiuti.“

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