La moda incontra l’inclusione presso l’AUTelier

A Milano ha aperto recentemente un outlet di moda solidale gestito da giovani adulti nello spettro autistico. Si può sostenere il progetto contribuendo alla campagna di crowdfunding

AUTelier – vestiamo un mondo migliore, è il nome del progetto che si propone di rivoluzionare il concetto di inclusione nel mondo della moda, proprio a partire da Milano. Con l’apertura dell’innovativo outlet in cui lavoreranno otto giovani adulti nello spettro autistico, accompagnati da operatori e terapeuti, AUTelier non solo offre capi di abbigliamento di alta qualità, ma promuove un ambiente di lavoro inclusivo che mira a valorizzare le competenze e le potenzialità delle persone coinvolte.

L’apertura a dicembre 2023 della boutique di 200 mq in via dei Valtorta 30 a Milano, è il risultato di un percorso portato avanti dall’Associazione di Promozione Sociale Diesis, attiva dal 2010 nel valorizzare le potenzialità di adolescenti e giovani con autismo, per aiutarli a raggiungere la maggiore autonomia possibile con l’inserimento nel mondo del lavoro. Oltre 20 ragazzi hanno finora trovato un impiego e con AUTelier l’obiettivo è aumentare significativamente questo risultato, offrendo opportunità di lavoro dignitose e soddisfacenti.
Grazie alla campagna di raccolta fondi avviata su Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, si vuole proprio garantire la presenza di educatori e specialisti che possano dare il sostegno necessario alle giovani risorse a cui si affiancheranno.

fotografia nel laboratorio di AUTelier

L’inclusione nel cuore del negozio

I dati statistici del Ministero della Salute stimano che in Italia ci sia 1 bambino ogni 77 che presenta disturbi dello spettro autistico (DSA): non a caso viene utilizzato il termine “spettro” per indicare l’ampia variabilità che si riscontra nelle tipologie e nella gravità dei sintomi. Alcuni anni fa era stata svolta una ricerca dell’Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) da cui emergeva che solo un piccolo 10% delle persone con DSA aveva un lavoro: così come c’era, e c’è, ancora poca conoscenza da parte dei datori di lavoro su tale disabilità.

Come perciò spesso accade, sono i genitori di ragazzi autistici che si fanno promotori di iniziative che possano offrire ai loro figli un futuro, anche dal punto di vista lavorativo: in un settore spesso difficile per le persone con problematiche neurologiche, AUTelier si presenta come una startup finalizzata a creare utilità sociale e profitto, con la prospettiva di autosostenersi nel tempo.
Lo spiega Angelo Chiodi, presidente di Diesis: “lavoreremo con le imprese della moda, e non solo, per promuovere l’iniziativa e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inclusione delle persone autistiche”. Le quali svolgono tutte le mansioni previste da un outlet, lavorando a fianco degli operatori che, con un approccio innovativo, li aiutano a vivere un’esperienza stimolante e di crescita professionale: le attività vengono adattate e orientate alle loro preferenze, competenze e potenzialità.

fotografia di alcuni vestiti esposti sulle grucce di AUTelier

Il presidente sottolinea inoltre come spesso queste persone siano molto sensibili all’estetica e ai dettagli. “Il mondo della moda e della distribuzione rappresenta un’opportunità di inclusione lavorativa per chi è affetto da autismo”, riprende Chiodi: “operare in questo settore può contribuire alla crescita della loro autostima, sviluppandone l’autonomia”.

Il progetto AUTelier si è concretizzato grazie alla collaborazione con diverse aziende e realtà che ne condividono la filosofia di base, ovvero l’opportunità di dare un lavoro dignitoso e soddisfacente per tutti, senza barriere: in particolare, il Gruppo Miroglio e Neirami hanno donato capi di collezioni passate o in over-stock. Fondamentali sono state anche le partnership con la Fondazione Adecco per le Pari Opportunità e il dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste, che hanno contribuito al design e alle tecnologie del negozio, rendendolo adatto al profilo sensoriale delle persone autistiche.

L’outlet di Milano sta dunque dimostrando che è possibile unire moda e inclusione, innovazione e promozione sociale, affinché ogni individuo possa sviluppare al meglio proprio potenziale.

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