Siamo all’inizio del secolo scorso, nel 1908, quando Giovanni Cielo acquista un piccolo podere con vigneto nelle campagne di Vicenza, vicino ai Castelli di Giulietta e Romeo: la passione per la vinificazione è tramandata al figlio Pietro, che conduce l’azienda con dedizione e impegno sociale. Negli anni ’60 il timone passa alla terza generazione, con Giovanni, Renzo e Piergiorgio, che costruiscono una nuova cantina a Montorso Vicentino, portandola a una significativa espansione a livello nazionale.
Oggi siamo alla quarta generazione, guidata dai cugini Luca e Pierpaolo Cielo, affiancati dai vignaioli delle Cantine dei Colli Berici: queste cantine sono state fondate nel 1951 come cooperativa, riunendo viticoltori locali e rappresentandone attualmente ben più di un migliaio. Nel 1999 viene formalizzata questa collaborazione attraverso la nuova ragione sociale Cielo e Terra, che si pone l’obiettivo di creare una catena del valore più sostenibile ed equa. Il Direttore Generale Luca Cielo sottolinea proprio questo aspetto: “è un accordo che nasce dalla volontà di creare una filiera con la Cooperativa, che è il nostro maggiore fornitore di prodotto”.
Fare business con un impatto positivo
Per la famiglia Cielo è stato naturale vivere il proprio territorio come uno spazio fisico da valorizzare, da preservare e da coltivare responsabilmente: che si traduce in valori come la trasparenza, la promozione dello sviluppo professionale e del benessere dei lavoratori, oltre a un orientamento verso un’economia a zero emissioni di gas serra. Le 80 persone che lavorano nella cantina possono beneficiare di orari flessibili e di smart working che, nato forzatamente durante la pandemia, si sta rivelando molto efficace.

Cielo e Terra ha ottenuto nel 2020 la certificazione B Corp e nel 2022 si è trasformata in Società Benefit, una delle prime al mondo nel proprio settore: “si tratta di un percorso che nasce da molto lontano, in cui ad esempio la sostenibilità è insita nella cultura contadina, dato che da sempre nei campi si ricicla e si recupera tutto”, riprende Luca. “Gli stessi aspetti sociali li abbiamo vissuti con mio nonno Pietro, che aiutava le persone, anche quando è stato sindaco del paese”.
La cantina sostiene infatti da tempo, e con diverse modalità, vari progetti di solidarietà sia locali che in Africa e in America Latina: inoltre, con il marchio Bericanto, fa parte del programma mondiale “1% for the Planet”, che si adopera per un impatto diretto positivo sull’ambiente. Va poi aggiunta l’attenzione verso la formazione e l’inclusione lavorativa, con partnership e collaborazioni importanti, fra cui quelle con l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
L’azienda ha poi adottato i principi dell’economia circolare in diversi modi, a partire dal recupero del supporto siliconato delle etichette che, come i cartoni e i tappi, derivano da materiali certificati FSC (Forest Stewardship Council) ovvero da foreste gestite responsabilmente. A questo si aggiungono bottiglie più leggere, energia prodotta totalmente da fonti rinnovabili, per un consumo ridotto di acqua e della stessa energia elettrica.
Tutto ciò si può riassumere in una parola, che ha segnato un importante passaggio verso l’attuale successo di Cielo e Terra: “kaizen”.

Una strategia “rivoluzionaria” per crescere responsabilmente
“Nel 2006 siamo stati la prima cantina italiana ad applicare questa metodologia, che Toyota ha iniziato ad utilizzare negli anni ’50”, ricorda Luca Cielo: ”si tratta di ottimizzare tutte le risorse produttive e di ridurre gli sprechi, con il coinvolgimento delle persone, nella costante tensione verso un miglioramento continuo”. I numeri parlano chiaro, in pochi anni Cielo e Terra ha aumentato la propria efficienza produttiva, riducendo i tempi di produzione di oltre il 30%. Questo ha permesso di raddoppiare la capacità di produzione in breve tempo, potendo soddisfare la crescente richiesta soprattutto dei mercati esteri.
“Applicare il metodo Kaizen – Lean Management ci porta quasi di conseguenza a una sostenibilità economica, ambientale e sociale”, conclude Luca: “anche per questa ragione da qualche anno noi rilasciamo un bilancio integrato che non riguarda soltanto i dati finanziari”.
Cielo e Terra ha venduto nel 2022 oltre 35 milioni di bottiglie, ottenendo 59 fra premi e riconoscimenti a testimonianza di una qualità che è avvalorata dal 99,5% di soddisfazione dei clienti. La continua attenzione ai propri dipendenti si è tradotta in varie iniziative di sviluppo personale, con una formazione capillare nel corso dell’anno (68 ore/persona): ne è derivata una soddisfazione interna molto alta (85%). Negli ultimi 5 anni sono stati recuperati 43.000 m3 di acqua di processo, ridotto del 27% il consumo di acqua per bottiglia rispetto al 2020 e oggi il 100% dei rifiuti è recuperato, per cui non viene smaltito più nulla in discarica. Infine, nel 2023 il punteggio certificato B Corp è arrivato a 102,1 (rispetto all’87,3 del 2020).
Cielo e Terra è una dimostrazione lampante di come sia possibile adottare un’efficace strategia ESG per raggiungere ottimi profitti insieme al benessere aziendale e sociale: l’aver saputo creare un clima collaborativo al proprio interno e aver coinvolto i fornitori nelle scelte strategiche è stato cruciale per affrontare le difficoltà e le emergenze di questi ultimi anni. Tutto ciò ha permesso di continuare a soddisfare la clientela, con risultati migliori delle aspettative.
Va infine sottolineato l’aspetto fondamentale per ogni cantina, che ha come mission aziendale la diffusione della cultura del vino: Cielo e Terra lo fa da sempre con prodotti di qualità eccellente.