CODA, cosa vuol dire e perchè ha vinto un Oscar

Contrariamente al film originale di cui costituisce un remake, i protagonisti del film Oscar CODA sono veramente sordi. Un film, dunque, concretamente inclusivo e anche per questo premiato.

Prima di essere il titolo del film che ha vinto gli Oscar del Cinema 2022, CODA è un acronimo che viene dall’inglese Children Of Deaf Adults, figli di genitori sordi. E’ utilizzato anche in Italia, dove esiste anche un’associazione dedicata che si chiama CODA Italia, volta alla promozione sociale delle tematiche legate alla sordità e alla condizione di figli udenti di genitori con deficit uditivo.

Quella dei CODA è una condizione molto particolare, che non tutti conoscono ed è condizionata da diversi stereotipi, primo fra tutti il credere che da genitori sordi nascono necessariamente figli sordi, anzi le ricerche hanno segnalato che oltre il 90% di tutti i figli di persone sorde non sono affetti da sordità o altri problemi dell’udito.

“La sordità non è una sola. – ci aveva detto tempo fa Alessandra Farris, imprenditrice cagliaritana, presidente di IntendiMe, società che produce una tecnologia assistiva per persone sorde, lei stessa CODA. “In realtà esistono tante forme di sordità e quindi anche tante esigenze diverse. C’è chi ha una sordità totale o parziale, chi preferisce usare la lingua dei segni e chi quella orale o entrambe, chi si avvale di una protesi acustica, chi di un impianto cocleare, chi di entrambi e di nessuno dei due e così via”.

Alessandra, come ha spiegato in diverse occasioni, ha descritto come crescere a cavallo tra due mondi, sordi e udenti, ciò che vivono i CODA, che sin da piccoli imparano due lingue, una è quella de segni, e hanno molte responsabilità, prima fra tutte quella di diventare il ponte tra i propri familiari e il resto del mondo ‘udente’ .

Una condizione che è ben descritta nel film CODA – I segni del cuore che ha vinto l’Oscar 2022.

Figli di un Dio minore

Nel 1986 il film ‘Figli di un Dio minore‘, che raccontava il mondo dei sordi, era candidato all’Oscar per una serie di cose, la sua protagonista Marlee Matlin, realmente sorda, fu premiata come migliore attrice per la sua interpretazione. Il film, bellissimo, ebbe un successo planetario, magnificamente interpretato anche da William Hurt, recentemente scomparso.

E’ stata forse il primo film a mostrare in modo nuovo, inclusivo diremmo oggi, il vissuto di persone sorde: la protagonista ha un carattere scontroso, vive la sua storia d’amore con il professore, affronta le difficoltà della vita a modo suo come fanno tanti giovani donne. Insomma, un classico schema da film d’amore, ma ambientato nel contesto della sordità.

E soprattutto questo film ha un grande pregio: aver fatto interpretare la parte di una sorda a una sorda, il che non è affatto scontato quando si parla di film.

Gli Oscar 2022 all’insegna dell’inclusione

Nella notte degli Oscar 2022 il film CODA – I segni del cuore, remake del film “La famiglia Bélier” (La Famille Bélier), ha vinto tre Premi Oscar su tre candidature ricevute: miglior film, la migliore sceneggiatura non originale e il miglior attore non protagonista. La storia racconta della vita da CODA della giovane Ruby Rossi, unico membro udente della sua famiglia, i suoi genitori e il fratello maggiore Leo sono tutti sordi. Proprio a causa della sua famiglia, Ruby è vista come una persona strana a scuola, viene un po’ emarginata e bullizzata, ma ciononostante porta avanti il suo desiderio di cantare. Un momento clou del film è quando va a fare un’audizione in un famoso college per la musica e mentre si esibisce illustra la canzone in lingua dei segni, così che possano capire cosa sta dicendo.


“Sono molto contento che CODA – I segni del cuore abbia ricevuto non uno ma ben tre oscar. – ci dice Simone Corso, operatore sordo bilingue, ballerino e finalista Italia’s Got Talent. “Primo perché uno dei 3 Oscar va all’attore sordo Troy Kotsur. Secondo, perché io sono sordo e la protagonista è CODA, quindi pur approcciando la sordità da due punti di vista diversi, capisco quanto sia a volte difficile perseguire i propri sogni. E come io ho perseverato nel mio con il ballo, Ruby persegue il suo con il canto, nonostante tutto. Terzo, è importante che contesti internazionali e con così tanto seguito, come gli Oscar, diano importanza a temi come quello della sordità”.

Nel film francese originale La famiglia Bélier, per esempio, gli attori interpreti non erano davvero sordi, in questo sì e tra di essi c’è anche quella Marlee Matlin, di ‘Figli di un Dio minore’. L’ attore sordo Troy Kotsur premato per CODA è il primo attore sordo della storia a ricevere la prestigiosa statuetta, che ha ricevuto, commosso, tra gli applausi con il linguaggio dei segni.

Troy Kotsur


“Sono felice di questi 3 Oscar e di ciò che rappresentano, a prescindere dalle opinioni specifiche che si possono avere sulla pellicola. – dice Alessandra Farris a commento del film. “È ora che i sordi interpretino se stessi al cinema senza la necessità di delegare per forza il ruolo ad attori udenti: ci sono attori sordi fantastici che meritano un ruolo di rilievo nel panorama cinematografico internazionale. Ieri un Oscar è andato a uno di loro, Troy Kotsur, come miglior attore non protagonista: prima di lui solo Marlee Matlin come miglior attrice in Figli di un Dio Minore. È interessante anche che ad aver trattato il tema sia stata una piattaforma streaming come Apple TV+. Penso anche alle recenti produzioni Netflix e a quanto queste serie avvicinino il pubblico generalista ai temi della disabilità e dell’inclusione, solitamente relegati ai margini della produzione culturale. È ora che il cinema si apra a nuove forme di espressione e di rappresentanza sociale”.

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