COP29 a Baku, la COP della finanza climatica

È in corso a Baku, in Azerbaigian, COP29 la ventinovesima Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici. Ecco i tre temi principali di COP29 e gli eventi e i risultati della prima settimana di lavori.

COP29 è la ventinovesima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). A Baku, capitale dell’Azerbaigian, i rappresentanti di quasi duecento nazioni al mondo sono riuniti per discutere e approvare piani utili a mitigare i cambiamenti climatici.

I recenti report scientifici mostrano un un aumento dei valori di gas serra clima alternati e della temperatura media globale terrestre e marina. Sono sotto gli occhi di tutti i numerosi eventi climatici estremi, dalla siccità alle alluvioni. A questa COP29 il compito di definire come possiamo mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso obiettivi e investimenti finanziari.

Ecco quali saranno le tre principali aree di discussione a COP29.

La finanza climatica

La COP29 in Azerbaigian è stata da molti definita “la COP della finanza”. La conclusione della recente COP16 sulla diversità biologica ha evidenziato chiaramente che i finanziamenti per la natura sono insufficienti e lo sono anche quelli che il mondo sta investendo per i cambiamenti climatici.

La priorità di COP29 è quella di definire un nuovo piano di investimenti, ovvero un nuovo obiettivo di finanza per il clima. Si fa riferimento al NCQG, New Collective Quantified Goal, ovvero: Nuovo Obiettivo Collettivo Quantitativo di finanza climatica.

Gli obiettivi presenti erano stati fissati durante la COP16 a Cancun, in Messico, nel 2010 e risultano ormai superati. Prevedono l’impegno di 100 miliardi di dollari l’anno per il periodo 2010/2025. In realtà a questa cifra siamo arrivati solo nel 2022 e oggi occorre fissare un nuovo obiettivo di finanza climatica globale.

I Paesi sviluppati dovranno versare del denaro in un fondo per aiutare i Paesi in via di sviluppo che, come sappiamo, sono quelli che inquinano meno ma che sono geograficamente più soggetti a siccità, alluvioni, eventi estremi.

Occorre definire quanto sarà versato dal settore pubblico e da quello privato. C’è poi il conflitto tra l’Occidente e la Cina, che è collocata tra i Paesi in via di sviluppo ma secondo il calcolatore online del World Research Institute incide per il 6% sull’inquinamento globale.

I piani nazionali di adattamento

Secondo tema rilevante per questa COP29 in corso a Baku riguarda i Piani nazionali di adattamento (NAP). Si fa riferimento a questi piani utilizzando la sigla inglese NDCs, Nationally Determined Contribution e sono i piani che ogni Paese dovrà presentare entro febbraio 2025.

Anche in questo caso è necessario definire nuovi target al 2035/2040. I Piani nazionali servono a mantenere in atto l’obiettivo definito con l’Accordo di Parigi che prevede di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 1,5°C: un limite che possiamo ancora raggiungere solamente iniziando davvero ad abbandonare le fonti fossili.

I Paesi europei consegneranno un unico NDC collettivo con gli obiettivi al 2040: al momento la proposta indica un taglio del 90% delle emissioni di gas serra al 2040.

L’Italia fa riferimento al PNIEC, Piano Nazionale Integrato per l’Energia e per il Clima.

I recenti dati dicono che le emissioni di gas serra non sono in diminuzione e sono dovute per il 41% all’uso del carbone, per il 32% al petrolio e per il 21% al gas.

Quando si svolse COP1, a Berlino nel 1979, l’anidride carbonica in atmosfera era pari a 360 ppm: oggi siamo a 422,50 ppm (fonte dati: newsletter Areale).

Il “Loss and Damage Fund”

Il fondo “Loss and Damage” è frutto della COP27 di Sharm el Sheik e prevede per i Paesi che inquinano di più, i paesi più sviluppati, di versare un contributo economico che verrà utilizzato per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare i cambiamenti climatici e l’adattamento climatico. Da questa COP29 ci si aspetta che le decisioni provvisorie vengano rese definitive, potenziando e migliorando gli accordi e il denaro da versare.

Ci si aspetta anche di esaminare e integrare al Loss and Damage due importanti documenti che riguardano gli impatti del cambiamento climatico. Si tratta del Meccanismo Internazionale di Varsavia, Wim, e il Santiago Network, che dovrebbe assistere i Paesi vulnerabili nell’affrontare le perdite e i danni collegati al clima.

I principali eventi e risultati della prima settimana di COP29

I primi giorni di ogni Conferenza delle Parti sono dedicati alle cerimonie d’inaugurazione e all’arrivo dei delegati dalle diverse aree del mondo.

Ma già in queste prime giornate si sono registrati alcuni eventi da segnalare. Primo tra tutti, il discorso di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri.

Con la sua presenza a Baku ha dato un segnale incoraggiante, rispetto a numerosi Capi di Stato che non sono presenti a COP29 e nel suo discorso ha invitato a condividere le responsabilità verso nuovi obiettivi finanziari.

Manca però un impegno finanziario concreto dell’Italia, oltre al continuo sostengo al gas e alle fonti fossili. Anche il riferimento alla fusione nucleare, tecnologia che sarà disponibile solo verso il 2035, non rappresenta una soluzione immediata e applicabile per contrastare il cambiamento climatico.

Alcuni risultati importanti di questi primi giorni di COP29 a Baku riguardano i Piani Nazionali NDC di Regno Unito e Brasile. Il Regno Unito ha presentato un piano che dichiara un taglio delle emissioni dell’81% al 2035, mentre il Brasile si impegna a ridurre le emissioni fino al 67% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2035.

L’Unione Europea prevede di aumentare i propri finanziamenti per il clima con 31 miliardi di dollari. Anche la Cina ha dato un segnale positivo: dal 2016, ha mobilitato volontariamente 24,5 miliardi di dollari per la transizione dei Paesi in via di sviluppo (fonte dati: newsletter Areale).

Da evidenziare anche che il Paese che ospita questa COP29, l’Azerbaigian, non ha ancora presentato il suo piano nazionale NDC.

Per quanto riguarda il Loss and Damage, solo la Svezia ha finora annunciato un impegno pari a 18,4 milioni di dollari.

Una notizia dell’ultima ora riguarda il ritiro della delegazione dell’Argentina da COP29. Si concludono così i primi giorni di lavori e negoziati a Baku, in attesa dei risultati finali previsti per il 22 novembre 2024.

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