Green e social washing sono fenomeni che oggi si guadagnano gli onori delle cronache, il caso Ferragni-Balocco insegna molto su questo argomento: non è più possile sbagliare, le aziende e le organizzazioni per promuovere la propria immagine non possono più ricorrere a dichiarazioni fuorvianti e non veritiere.
Occorre trasparenza.
Le pratiche di ‘washing’ rappresentano una manipolazione dell’opinione pubblica e di altri stakeholder, è concorrenza sleale, tutto mirato a ottenere vantaggi commerciali, o di altra natura, e a migliorare posizionamento e reputazione.
Le forme in cui si pratica il green o social washing sono varie: etichette sui prodotti, attività di comunicazione, post social, dichiarazioni, eventi, sponsorizzazioni o beneficienza: qualsiasi attività permetta all’organizzazione di essere identificata o associata alla sostenibilità.
Oltre alle normative nazionali di diverso tipo che hanno influenza su questo tema, l’Unione europea sta emanando delle normative ancora più precise.
In questo white paper abbiamo raccolto una selezione di informazioni e di normative.