Davines Group, essere motore di cambiamento

Sonia Ziveri, del Gruppo Davines, azienda specializzata in prodotti per la cosmetica professionale con sede principale a Parma, ci racconta cosa significa essere una B Corp

Davines è un Gruppo italiano con sede a Parma dedicato al settore della cosmetica professionale fondato nel 1983, come tante altre imprese italiane, da una famiglia, nello specifico la famiglia Bollati. Inizialmente era una laboratorio di ricerca specializzato nella realizzazione di prodotti per la cura dei capelli e della pelle, destinati sia a piccoli operatori, sia a case cosmetiche di fama internazionale. Oggi è una realtà prestigiosa presente in 90 Paesi, ma ha mantenuto i processi di formulazione e produzione interamente a Parma, dove ha creato il Davines Group Village, 77.000 metri quadrati, in cui un complesso di circa 11.000 metri quadrati accoglie gli spazi dedicati a uffici, formazione, laboratorio di Ricerca e Sviluppo, stabilimento produttivo e magazzino. Al Village lavorano 350 persone dei 700 dipendenti sparsi per il mondo.

Un’eccellenza nel suo settore, riconosciuto per l’altissima qualità, la sostenibilità, l’innovazione, la chimica all’avanguardia, il rispetto per l’ambiente e la società.
Dal 2016 ha ottenuto la certificazione B Corp, che contraddistingue le aziende e le organizzazioni impegnate a generare un impatto positivo sulle persone, l’ambiente e le comunità, mentre nel settembre 2019 ha modificato il proprio statuto diventando Società Benefit, perseguendo, oltre agli obiettivi economici propri di un’attività imprenditoriale, finalità di beneficio comune.

Ne abbiamo parlato con con Sonia Ziveri, Chief Sustainability Officer del Gruppo Davines.

sonia ziveri
Sonia Ziveri

‘Il nostro percorso sostenibile parte da un approccio valoriale, nel 2005 abbiao realizzato la nostra prima carta etica insieme a un filosofo, interrogandoci su quali fossero i nostri valori aziendali. Da lì è partito tutto, abbiamo poi fatto il nostro ‘Manifesto per la bellezza sostenibile’. Siamo diventati sempre più consapevoli di quanto fosse importante per noi come individui e come azienda avere un percorso sostenibile e unico, ci siamo pertanto organizzati per confrontaci periodicamente su diversi temi, organizzando dei tavoli progettuali. Poi la grande svolta è arrivata con l’aver scoperto nel 2014 l’esistenza della certificazione B Corp, qualcosa di illuminante per noi, perché abbiamo visto la concretizzazione di quello che già ci apparteneva come nostro ideale aziendale. Di conseguenza è stato con un grande entusiasmo che abbiamo cominciato a lavorare per ottenere la certificazione B Corp, coinvolgendo più ampiamente possibile la struttura a cominciare dai vertici, e ci abbiamo messo ben 18 mesi. Il processo per diventare B Corp è molto preciso, stringente, impegnativo”.

Il processo di certificazione, come sottolinea Sonia Ziveri, è stato molto utile all’azienda per chiarire i propri obiettivi e quella che doveva essere la sua strada da quel momento in avanti. “Un processo che non si è ancora concluso, perchè è una ricerca continua del miglioramento, dei nuovi obiettivi, di una strategia che riesca a conciliare diverse cose. Per aiutarci in questo, abbiamo da qualche anno all’interno di ogni funzione aziendale (es.: marketing, vendite, produzione, risorse umane, amministrazione, comunicazione, logistica, ecc) quelli che noi chiamiamo ‘attivatori di sviluppo sostenibile‘, persone che per propria vocazione o interesse sono particolarmente sensibili all’argomento sostenibilità e ci aiutano a portare avanti degli obiettivi di sostenibilità molto specifici proprio all’interno di quella funzione. Cioè, per noi non basta piantare tre alberi e fare qualche azione ambientale superficiale, bisogna integrare la sostenibilità in tutto quello che facciamo, e gli attivatori ci aiutano a individuare meglio queste cose e anche a coinvolgere tutto il team. Ciascuna funzione aziendale ha un ruolo chiave per essere motore di cambiamento“.

Essere motore di cambiamento per Davines

Davines ha fatto anche di più, cerca di ‘contagiare’ altre aziende ad abbracciare il modello benefit, in particolare i propri partner e fornitori, 12 dei quali sono già fatto il passaggio a società benefit o acquisito la certificazione B Corp. “A tutti i nostri fornitori richiediamo di essere benefit o almeno di avvicinarsi agli standard richiesti, addirittura per molti lo inseriamo nella clausola contrattuale. Ovviamente è sempre un invito, ma esprime la nostra volontà di guardare oltre gli aspetti finanziari e includere anhe quelli ambientali e sociali nella scelta dei nostri fornitori”, precisa Sonia.” Anche due dei nostri distributori internazionali sono B Corp, anche questi seguendo il nostro input, e abbiamo cercato di coinvolgere i saloni, anche se è più difficile, perchè non sempre le piccole realtà sono in grado di affrontare questo processo”.

Grazie anche alle attività di stimolo e di esempio di Davines Group e del suo Presidente Davide Bollati, Parma e provincia è diventata la ‘capitale italiana delle B Corp’, per un alto numero di aziende certificate, ad esempio anche Chiesi Farmaceutici.

Ma ci sono anche Litografia Reverberi, Esperta, Punto Pack, Scadif, Cavalieri e Amoretti, Scatolificio Giampietri, ecc.

Davines promuove la B Corp Beauty Coalition

Davines si impegna molto nella promozione della sostenibilità ed è stata capofila di altre 39 aziende leader certificate B Corp (in continuo aumento), provenienti da tutto il mondo, per la creazione della B Corp Beauty Coalition, un network di imprese volto a promuovere un cambiamento sistemico e durevole nell’industria della bellezza, migliorandone gli standard di sostenibilità attraverso azioni collettive. Tra i partecipanti ci sono realtà come Dermo Phisilogique (anch’essa italiana e prima realtà mondiale della skin care a diventare B Corp) e The Body Shop.

Davines Group Village

Sviluppata a partire dal concetto di “casa”, la struttura del Villaggio reinterpreta in chiave contemporanea gli archetipi delle abitazioni tradizionali delle zone rurali italiane, sottolineando le radici familiari dell’azienda. Il cuore pulsante della vita aziendale è la grande struttura in vetro situata al centro del complesso: una luminosa “serra” contraddistinta da un’architettura moderna e leggera. Spazio di co-working, ospita il bar e il ristorante aziendali.
Un Giardino Scientifico di 3.000 metri quadrati affianca l’architettura del Davines Village a Parma, coltivato secondo i principi dell’agricoltura biologica e custode della biodiversità, il Giardino Scientifico non è solo l’emblema dei valori di bellezza e sostenibilità.
E’ anche un vero e proprio luogo di ispirazione e studio, in cui i nostri ricercatori indagano le proprietà delle piante, nuove essenze e ingredienti alla base delle formule professionali create nei laboratori Davines.

“Lo scorso 6 Luglio 2021 abbiamo reso nota anche la nostra nuova sfida – conclude Sonia – Il Davines Village diverrà infatti la sede di una nuova iniziativa pionieristica nel campo dell’agricoltura, che prevede la conversione di una superficie di 10 ettari di terreno ad agricoltura biologica rigenerativa e la creazione di un centro di ricerca e formazione in ambito agricolo. Questo progetto ci permetterà di ampliare l’offerta di ingredienti biologici rigenerativi a disposizione del settore cosmetico, e di contribuire allo sviluppo della ricerca in materia di sostenibilità”.

L’impegno contro la plastica

L’obiettivo che si è data questa azienda è di diventare ‘plastic neutral’ entro il 2022, cioè arrivare a rimuoverà dall’ambiente l’equivalente della quantità di plastica derivante dalle vendite dei prodotti dei suoi due brand, Davines (hair care) e [ comfort zone ] (skincare).

Nel 2021 ha portato a termine la campagna globale “Rethinking Plastic” che ha visto la raccolta di 100 tonnellate di plastica dalle zone costiere di Brasile, Filippine e Indonesia.

Per portare avanti questa missione Davines collabora con l’impresa sociale Plastic Bank, cha impedito ad oggi a più di 40 milioni di chilogrammi di plastica di entrare nell’oceano, costruendo inoltre ecosistemi di riciclaggio etico – che riprocessano i materiali per la loro reintroduzione nella catena di approvvigionamento globale – e contribuendo a migliorare in modo concreto la qualità di vita delle popolazioni locali coinvolte nella raccolta.

“Non siamo ancora arrivati a chiudere il cerchio. Continuiamo a migliorare i nostri processi produttivi, le nostre scelte, in un percorso di crescente consapevolezza e responsabilità verso una progressiva diminuzione della nostra impronta ambientale. – conclude Sonia Ziveri. “La rinnovata partnership con Plastic Bank consolida il nostro percorso verso un approccio circolare, che da anni perseguiamo, sempre più conviti che solo mantenendo nel ciclo produttivo materiali già utilizzati, riusciremo a fare un piccolo passo in avanti nella salvaguardia dell’ambiente e delle persone che lo abitano”.

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