Extinction Rebellion (letteralmente “Ribellione all’estinzione”) è un movimento globale nato nel 2018 e oggi noto anche con la sigla XR; se ormai sei anni fa nasceva come risposta urgente alla devastazione ecologica causata dalle attività antropiche, oggi la sua chiamata ad agire si fa sempre più forte. Il movimento, sviluppato dal basso reclamando azioni decisive per invertire la rotta verso il disastro climatico ed ecologico, propone la disobbedienza civile nonviolenta di massa per attirare l’attenzione dei governi e indurli ad adottare politiche radicali e immediate. Proviamo a conoscerlo meglio.
La storia di Extinction Rebellion
Nel 2018, nel cuore di Londra una folla di cittadini britannici si riunì a Parliament Square per annunciare pubblicamente la Dichiarazione di Ribellione: una ribellione contro la crisi climatica ormai evidente e drammatica e, forse ancor di più, contro l’inattività dei potenti della Terra, apparentemente più preoccupati degli equilibri politici e della crescita economica che del benessere del Pianeta e dei suoi abitanti. Il primo sparuto raduno di attivisti che denunciarono tale status quo, chiedendone un cambiamento, divenne una manifestazione di 1500 partecipanti e nelle settimane successive 6mila persone provenienti da tutta Europa si riunirono nalla prima Ribellione Internazionale, bloccando ponti sul Tamigi e attirando l’attenzione sul loro messaggio. Il movimento, in seguito, si sarebbe espanso ben oltre i confini del Regno Unito, radunando decine di migliaia di manifestanti in grandi città di tutto il mondo, come Parigi, Amsterdam, Madrid, Delhi e New York, e dimostrando che la preoccupazione per il nostro Pianeta è non solo universale, ma condivisa in modo trasversale da diversi strati sociali, culturali e professionali, coinvolgendo – tra gli altri – professionisti sanitari, medici e docenti, che non solo si sono schierati al fianco dei manifestanti, ma hanno anche creato dei sottogruppi all’interno della stessa XR.
Le rivendicazioni
Il cuore delle rivendicazioni di XR si concentra su tre macroaree. Innanzitutto, la dichiarazione dello stato di emergenza climatica ed ecologica, che sollecita una risposta immediata alla crisi in corso; in secondo luogo, si chiede l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2025, un obiettivo molto ambizioso (ancor più di quello ufficiale dell’Unione Europea, che punta a ridurle del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, come annunciato di recente), ma ritenuto essenziale per evitare conseguenze irreversibili. Infine, la ferma opposizione alla distruzione degli ecosistemi e alla perdita di biodiversità, che minacciano la stabilità dell’intero Pianeta. Per implementare queste richieste, XR propone l’istituzione di un’assemblea di cittadini nazionale, affinché la transizione sia equa e giusta. Il messaggio centrale di XR, dunque, è che c’è ancora tempo per evitare il peggio, ma è necessario sfidare l’attuale sistema economico-produttivo basato sulla logica del profitto e delle disuguaglianze. Extiontion Rebellion chiede ascolto e unità per affrontare la crisi con un’assemblea di cittadini che possa, così, avere un impatto davvero incisivo.
Extinction Rebellion Italia
In Italia, Extinction Rebellion ha preso piede all’inizio del 2019, partendo da una manciata di attivisti per poi espandersi a centinaia di manifestanti da Torino a Bologna, da Napoli a Milano. Pur attirando l’attenzione con azioni eclatanti, il movimento anche in Italia pone una forte enfasi sulla nonviolenza, presente nello stesso manifesto di XR Italia, che sottolinea il rispetto per tutti, compresi coloro che dissentono.
Le differenze con Ultima Generazione
Il richiamo alla coscienza individuale per sollevarsi pacificamente di Extinction Rebellion, è condivisa da un altro gruppo oggi molto noto e molto presente nel nostro Paese: Ultima Generazione, il cui nome, non a caso, si richiama allo stesso concetto trasmesso da XR; sul sito di quest’ultimo si legge: “Ultima Generazione è nata come una campagna interna a Extinction Rebellion fino al momento in cui, a febbraio (2022), le azioni portate avanti hanno permesso di crescere, definire una propria identità e diventare adesso un movimento autonomo e indipendente. Nonostante ci siano persone di Extinction Rebellion Italia attive anche in Ultima Generazione, i due movimenti hanno oggi strutture organizzative separate e le azioni vengono portate avanti in maniera completamente indipendente. La rabbia e l’amore che entrambi i movimenti portano dentro, tuttavia, continueranno a far incrociare le nostre lotte nelle strade e nelle piazze delle città”.
Come agisce Extinction Rebellion
Le espressioni concrete di queste lotte sono azioni dimostrative e blitz mirati ad attirare l’attenzione sulle tematiche più gravi in cui è coinvolto il nostro Paese, a partire dal finanziamento dei combustibili fossili da parte delle principali istituzioni finanziarie; su questo soprattutto si sono concentrate le azioni degli attivisti di Extinction Rebellion Italia negli ultimi anni. Nel 2020, ad esempio, si sono tenute proteste diffuse in molte città italiane, inclusa l’occupazione temporanea della sede di Intesa SanPaolo a Torino. Nel 2022, un’azione a Roma ha visto la rottura di vetrate e la scritta “Eni criminale” presso la sede e l’Energy Store di Eni, contestando il coinvolgimento dell’azienda nella ricerca di fonti fossili in Africa, nonostante gli impegni del governo italiano verso le energie rinnovabili. La motivazione di interrompere il trend degli investimenti nei combustibili fossili è stata enfatizzata con la guerra in Ucraina e le possibili sanzioni energetiche alla Russia: d’altronde – come abbiamo visto anche noi su The Good In Town, i nodi della crisi climatica hanno degli intrecci molto forti con tutte le guerre.
Extinction Rebellion e i diritti civili
Più di recente, gli attivisti hanno sottolineato le intersezioni che coinvolgono oggi l’ambientalismo, legandolo ai diritti delle minoranze e delle donne; il 20 maggio 2023, ad esempio, assieme al collettivo femminista “Non Una di Meno”, XR è intervenuto al Salone del Libro di Torino con una contestazione nei confronti della ministra Eugenia Roccella su temi come l’aborto e la gestazione per altri. Tutte queste iniziative portano conseguenze per gli attivisti stessi: la Digos di Torino ha indagato 29 attivisti per violenza privata, evidenziando l’attrito esistente con le istituzioni. Tra le ultime azioni dimostrative, volte a richiamare l’attenzione della collettività, si contano i blitz svolti in diverse città italiane, in particolare in conclusione della COP28 – fallimentare, agli occhi degli attivisti – nel corso di cui alcuni membri del gruppo hanno tinto di verde diversi specchi d’acqua, dal Canal Grande di Venezia al canale del Reno di Bologna, fino al Po a Torino e il Tevere a Roma.
Mentre quello che chiedono gli attivisti di XR e Ultima Generazione è di ascoltare la scienza che ci avverte dei disastri in corso a causa della crisi climatica – proprio come ha sostenuto Greta Thunberg fin dai suoi primi scioperi – e di agire di conseguenza, l’attenzione istituzionale continua a sembrare puntata sul piano sbagliato: le proteste e gli scioperi, da sempre, sono fatti per creare disagio e colpire le azioni dei singoli non risolve la crisi su cui queste cercano di puntare i riflettori. Ma oggi la normativa prevede sanzioni pesanti per le azioni dimostrative dei cosiddetti “ecovandali”, dopo che la Camera ha approvato in via definitiva la norma che prevedere multe dai 10mila ai 60mila euro e, nei casi giudicati più gravi, la reclusione fino ai cinque anni di carcere.
Le critiche a Extinction Rebellion
Sono proprio azioni come quelle che colpiscono i monumenti e i blocchi del traffico il fattore che, al contempo, ha reso famoso il movimento di Extinction Rebellion e che attira su di esso tante critiche. Se l’intento dei blitz è, in effetti, proprio quello di attirare l’attenzione, il dibattito troppo spesso si esaurisce sul mezzo, più che sul messaggio che questo porta e coinvolge gli ambientalisti stessi, tra i quali una parte giudica queste azioni controproducenti; la stessa Extiontion Rebellion UK il 31 dicembre 2022 ha annunciato la rinuncia – almeno temporanea – ai blitz più eclatanti. Quel che coinvolge tutti i rami del movimento, però, resta la scelta della nonviolenza e della disobbedienza civile, che oppone una resistenza silenziosa per provocare il pensiero e, quindi, cambiare lo status quo. Le convinzioni e una sincera preoccupazione per il Pianeta e il destino di chi lo abita sorreggono gli ambientalisti nell’affrontare risposte spesso violente e, complessivamente, oltre 1600 arresti nel movimento.


In conclusione, Extinction Rebellion vuole rappresentare una speranza collettiva, una ribellione per il futuro del nostro Pianeta: il tempo stringe, ma XR ci ricorda che la scelta di cambiare strada è ancora nelle nostre mani.
(foto di copertina Participedia )