Presso uno spazio della stazione ferroviaria di Rovereto è nata nel 2017 La Foresta, un luogo di aggregazione nel quale sempre più persone hanno iniziato a ritrovarsi, con un obiettivo primario: fare comunità. Tale proposito si è declinato nel tempo attraverso molteplici sfaccettature, dall’autoformazione alla convivialità, dalla sperimentazione al concepire progetti veri e propri. Uno di questi è Comunità Frizzante, che dal 2019 produce bevande gassate artigianali: non soltanto un’attività commerciale, ma un vero e proprio esperimento di economia circolare e di welfare di comunità.
L’idea, come spesso accade, è nata quasi per caso, ma ha rapidamente preso forma grazie al sostegno del bando Welfare Km0, promosso da istituzioni locali come le Fondazioni Caritro e Demarchi e la Provincia autonoma di Trento.
Ciò che rende Comunità Frizzante un modello di sostenibilità è proprio il suo approccio: le bevande prodotte non sono solo il risultato di un processo produttivo, ma il frutto di una vera e propria collaborazione territoriale. La mappatura collettiva degli ingredienti, che coinvolge anziani e giovani nella riscoperta di sapori tradizionali e dimenticati, è solo il primo passo di un percorso che valorizza la stagionalità, la biodiversità e le risorse locali.

Produzione artigianale e impegno sociale nel territorio
La Foresta è una rete aperta ed eterogenea nella quale confluiscono enti del terzo settore, gruppi informali e persone fisiche, che si è costituita come Associazione di tipo misto. Le idee e i propositi che nascono al suo interno sono rivolti a una trasformazione sociale positiva del territorio della Vallagarina (Lagertal in tedesco), che geograficamente individua la parte più meridionale del Trentino e della Valle dell’Adige.

Le due figure chiave al centro di questa rete sono Carlo Bettinelli e Chiara Mura (nella foto): l’esperienza di Carlo spazia dalla messa a punto del processo produttivo allo studio dei macchinari, fino all’affinamento delle ricette. Ma è anche l’architetto dei “laboratori dell’alchimista”, dove la comunità si riunisce per esplorare e sperimentare i gusti e i profumi del territorio. La sua ricerca costante di nuove figure da coinvolgere, come esperti botanici, naturalisti, agricoltori, storici, cuochi, testimonia la volontà di Comunità Frizzante di essere un punto di incontro per le diverse anime del territorio.
Il compito di Chiara è quello di coinvolgere attivamente la comunità in ogni fase del processo: la ricerca botanica e olfattiva, la produzione e l’imbottigliamento, fino alle uscite sul territorio. Gestisce inoltre la comunicazione del progetto, cercando nuovi volontari, esplorando canali di vendita e curando l’identità visiva di Comunità Frizzante. L’impegno nell’inclusione sociale e verso la sostenibilità economica avviene favorendo una partecipazione ampia e diversificata con le diverse realtà del territorio, con il fine preciso di sostenere i soggetti più deboli: l’iniziativa non vuole infatti essere solo un esperimento sociale, ma vuole diventare un modello socioeconomico replicabile e sostenibile nel tempo.
La forza della condivisione
Nel febbraio 2023 la nostra redazione ha avuto l’opportunità di conoscere Forno Brisa, una realtà bolognese che ha scelto di lavorare in sinergia con altri fornai per realizzare progetti condivisi. Fra i fornai incontrati nell’occasione c’era Matteo Piffer, del Panificio Moderno di Rovereto, che ci aveva accennato a Comunità Frizzante e alla loro collaborazione: ma che ci ha soprattutto parlato di una partecipazione ancora più ampia.
Il panettone di Panificio Moderno è stato giudicato fra i migliori in Italia, in virtù dell’accurata ricerca delle materie prime: in particolare, i canditi sono fatti con le arance di SOS Rosarno, una Cooperativa calabrese che riunisce piccoli contadini, braccianti e artigiani, allo scopo di produrre secondo criteri di agricoltura biologica e i valori della solidarietà, della non violenza e del rispetto reciproco. La polpa delle arance, che sarebbe rimasta inutilizzata, viene recuperata da Comunità Frizzante, che la spreme e la filtra: il risultato è un’aranciata unica, con il 30% di polpa.

Questa collaborazione rappresenta un esempio emblematico della filosofia che guida Comunità Frizzante: il nome della bevanda è Abbracciata, che non solo unisce Trentino e Calabria in una sorta di abbraccio di sapori, ma rappresenta anche un modello virtuoso di lotta allo spreco.
L’associazione ha dato vita ad altre due bevande, che incarnano la valorizzazione delle risorse locali e la stagionalità. Dove possibile, si utilizzano prodotti della Vallagarina, collaborando con altre realtà del territorio, usando quei sottoprodotti delle loro trasformazioni alimentari che sarebbero altrimenti buttati.
La Ciacola è basata su una ricetta open source, sviluppata in collaborazione con Cube Cola, che a sua volta si ispira alla ricetta di Open Cola: la bibita è il risultato di un processo di sperimentazione collettiva, che ha coinvolto l’intera comunità, per arrivare al gusto che la caratterizza. Non è solo un’alternativa artigianale alla cola industriale, ma ha anche un suo significato culturale: in dialetto trentino “ciacola” significa “chiacchiera”, e si vuole quindi evocare il piacere dello stare insieme e del condividere momenti di convivialità.

Most-oh! è invece una bevanda che nasce in autunno e inizia con la raccolta collettiva di diverse varietà di uva e fiori di sambuco sparsi per il territorio: questa fase garantisce la freschezza degli ingredienti e rappresenta pure un momento di condivisione per tutta la comunità. La sua disponibilità limitata è quasi un emblema della stagionalità e della biodiversità della Vallagarina, educando i consumatori al rispetto dei cicli naturali e al valore dell’attesa.
La produzione non avviene certo su grande scala (qualche migliaio di bottiglie al giorno) ma, come hanno spesso raccontato i referenti di Comunità Frizzante, loro non sono una ditta di bevande, ma innanzitutto un progetto sociale: produrre bibite è il mezzo per coinvolgere le persone e una parte dei proventi è reinvestita in attività di inclusione sociale. L’Associazione collabora con una ventina di partner e per la commercializzazione si affida ad alcune decine di rivenditori, non solo trentini: si sta poi espandendo attraverso i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e la rete Fuori Mercato.
Comunità Frizzante è un esempio virtuoso di innovazione sociale, resa concreta da prodotti tangibili, frutto di un approccio basato sull’economia circolare e la lotta allo spreco. Rappresenta la proposta di un territorio che ha deciso di mettere al centro l’inclusione e la valorizzazione delle risorse locali: creando nuove sinergie emergono opportunità economiche e si riduce l’impatto ambientale. Un modello che appare decisamente replicabile con successo in molti altri territori.