Omnibus Simplification Package, cos’è e perchè non piace a tutti

La semplificazione burocratica della UE è da sempre un auspicio che tutti condividono. Ma non in questo caso: sono sempre di più le aziende e le organizzazioni che non accettano passi indietro sulle nuove direttive di sostenibilità

Aggiornamento 26/2/2025: La Commissione europea ha adottato il nuovo pacchetto di proposte sulle modifiche “di vasta portata” alla CSRD, CSDDD e alla Tassonomia.

Il termine ‘omnibus package‘ nell’ambito del diritto dell’Unione Europea si riferisce a una proposta legislativa che mira a consolidare o modificare contemporaneamente più atti legislativi, regolamenti o direttive esistenti in un unico provvedimento.

Non è un concetto giuridico formalmente codificato nei trattati, ma uno strumento procedurale utilizzato per semplificare e razionalizzare la legislazione europea, assimilabile ai nostri ‘decreti milleproroghe’.

Ne sono stati esempi, negli scorsi anni, la Direttiva Omnibus 2019/2161, volta al rafforzamento dei diritti dei consumatori nel commercio elettronico; e il Regolamento Omnibus agricolo del 2018, che ha cercato di semplificare alcuni aspetti della Politica Agricola Comune (PAC).

Gli obiettivi di un provvedimento Omnibus sono fondamentalmente 3: razionalizzare le regole europee e renderle armoniche tra Paesi membri; alleggerire l’onere burocratico per le imprese, accelerando i tempi di adozione di nuove indicazioni; modificare e rendere coerenti più normative senza alterarne i contenuti fondamentali.

Negli ultimi anni, portare avanti il Green Deal europeo ha richiesto all’amministrazione UE, sempre molto prolifica nella normazione, di emanare diverse direttive, trasversali (CSRD, CSDDD) e settoriali (PPWR) che vanno a esigere grandi cambiamenti alle imprese per mettersi a norma e adattarsi a nuovi scenari.

Prossima iniziativa

La Commissione europea ha annunciato per il 26 febbraio 2025 la pubblicazione di un pacchetto Omnibus Simplification con focus specifico su ambito ‘sostenibilità’. La Presidente von der Leyen propone, infatti, di semplificare gli obblighi di reporting delle aziende, unificando in un solo testo normativo le disposizioni oggi distribuite tra due direttive e un regolamento. Questa semplificazione fa parte del piano d’azione dei primi 100 giorni del suo mandato, che definisce le priorità della Commissione per il nuovo ciclo legislativo.

Con l’Omnibus, si pensa si potrà ridurre il carico burocratico per le imprese e gestire in modo più coordinato ed efficiente la messa a terra del quadro normativo europeo.

In particolare, si intende mettere insieme in un unico documento le indicazioni di rendicontazione ESG ora contenuti in due direttive (le sopracitate CSRD e CSDDD) e il regolamento sulla tassonomia (EU Taxonomy Regulation).

La Presidente von der Leyen ha dichiarato che “il contenuto delle leggi è buono, vogliamo mantenerlo e lo manterremo. Ma il il processo attraverso il quale ci arriviamo, le informazioni che stiamo chiedendo, i dati che stiamo raccogliendo sono troppi, spesso ridondanti e spesso sovrapposti.”

In attesa di vedere quale sarà il risultato da tale premessa, che teoricamente dovrebbe essere visto positivamente perchè è una semplificazione burocratica, ci sono già consistenti voci contrarie.

Chi non è d’accordo sulla Omnibus Simplification Package

La lista è lunga e in continuo aggiornamento, come è possibile verificare nel sito Business & Human Rights Resource Center .

Solo a partire dall’inizio dell’anno si sono susseguite le seguenti iniziative contro l’Omnibus:

8 gennaio: un gruppo delle maggiori aziende francesi firma una lettera indirizzata ai legislatori europei, chiedendo un’attuazione efficace delle regole di reporting ESG. Le aziende sottolineano l’importanza di normative chiare e standardizzate per garantire trasparenza e coerenza nei rapporti sulla sostenibilità. L’obiettivo è promuovere pratiche responsabili, ridurre la frammentazione normativa e favorire una transizione sostenibile per l’intera Unione Europea. Per maggiori dettagli, consulta la pagina qui.

14 gennaio: 170 gruppi della società civile, difensori dei diritti umani, sindacati e attivisti climatici si oppongono alla proposta “Omnibus”, esprimendo il timore che indebolisca le normative sulla sostenibilità, i diritti umani e l’ambiente. Questi gruppi chiedono un impegno più deciso verso la trasparenza e standard più rigorosi per garantire una regolamentazione efficace. Per ulteriori dettagli, visita la pagina qui.

18 gennaio: una lettera firmata da 11 aziende e associazioni di settore, tra cui Nestlé, Ferrero, Mars, Primark e Unilever, esprime preoccupazioni sull’iniziativa “Omnibus” della Commissione Europea. Le aziende sottolineano che investimenti e competitività si basano su politiche stabili e prevedibili, e ritengono che rivedere le normative esistenti potrebbe minare entrambe. Per ulteriori dettagli, consulta la fonte qui.

20 gennaio: la Cocoa Coalition ha pubblicato una dichiarazione in merito alla proposta “Omnibus”, esprimendo preoccupazioni sui rischi di indebolimento delle normative esistenti relative ai diritti umani e alla sostenibilità nel settore del cacao. La coalizione sollecita un approccio normativo solido per garantire trasparenza, responsabilità e progressi concreti nella filiera del cacao. Per ulteriori dettagli, visita la pagina qui.

22 gennaio: una lettera, firmata da oltre 150 professionisti di business e diritti umani, esprime preoccupazioni sul pacchetto normativo “Omnibus” dell’UE, evidenziando problemi di ridondanza, complessità normativa e rischio di indebolimento degli standard esistenti. Gli esperti richiedono un approccio più efficace e coordinato per garantire una regolamentazione sostenibile e trasparente. Per ulteriori informazioni, consulta la pagina qui.

Se è vero che per molte aziende PMI sostenere l’adattamento alle nuove normative può essere un fardello pesante, è vero anche che per tutto l’ecosistema è anche importante la certezza delle norme. Molte grandi aziende hanno già fatto ingenti investimenti, rivoluzionando processi e strategie per portarsi avanti con la sostenibilità richiesta dalla norme, e non ritengono sia corretto che ora si rinunci a quanto già stabilito e a determinati standard.

Un altra critica che viene mossa in questi dissensi, che riporta anche il sito degli avvocati di Linklaters, è che la proposta “Omnibus” possa aprire la strada a modifiche più ampie da parte del Parlamento o del Consiglio, alla CSRD o la CSDDD. Un precedente simile si è verificato con la regolamentazione UE sulla deforestazione. Il rischio insomma, che viene descritto anche con il termine “omnishambles”, è che si crei una situazione di grande confusione e disorganizzazione, e si crei una “tempesta normativa” difficile da gestire. E che sicuramente allontana dagli obiettivi del Green Deal.

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