La CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive, rappresenta una svolta epocale per le aziende europee. Con l’obiettivo di rendere la sostenibilità parte integrante delle strategie aziendali, rende le imprese protagoniste del cambiamento, imponendo nuovi obblighi e standard di rendicontazione non finanziaria.
Un passo decisivo verso maggiore trasparenza e responsabilità per affrontare un nuovo livello di scrutinio da parte di investitori, regolatori e consumatori.
Da opzione, la rendicontazione ESG, diviene una necessità per garantire competitività e sostenibilità a lungo termine. Un processo che richiede l’implementazione di nuove procedure di raccolta dati e la creazione di report dettagliati secondo standard rigorosi.
Le aziende stanno accogliendo la CSRD con un mix di preparazione, adattamento, e fatica.
In base ai dati Euronext, le grandi e medie imprese hanno già avviato l’adeguamento formale alle normative. Con investimenti significativi in tecnologie e strumenti per monitorare e misurare le performance ESG. Le più piccole, invece, si trovano a dover bilanciare i costi operativi legati alla compliance con la necessità di mantenere competitività sui mercati globali.
Benefici concreti per il business: la Survey di PwC
Nella primavera 2024 PwC ha condotto il Global CSRD Survey 2024, coinvolgendo 547 dirigenti e professionisti senior di oltre 30 paesi.
Dall’indagine è emerso la CSRD e gli ESRS – European Sustainability Reporting Standards rappresentano una sfida significativa per le aziende. Ma le stesse sono convinte che la sfida porterà benefici concreti per il business, nonostante le scadenze strette e la complessità dell’implementazione della normativa.
Mentre il 57% delle imprese prevede di pubblicare il primo report CSRD nel 2025, basato sui dati del 2024, molti dirigenti stanno già riconoscendo il potenziale di questa rendicontazione. Oltre a migliorare le performance ambientali e il coinvolgimento con gli stakeholder, le aziende vedono la CSRD soprattutto come un’opportunità per mitigare i rischi aziendali.
Circa un terzo dei partecipanti al sondaggio ritiene che l’implementazione della CSRD porterà a crescita dei ricavi e risparmi sui costi, soprattutto per quelle aziende che hanno già iniziato il percorso di conformità.
Consapevolezza e trasparenza: il Report di Euronext
“La sostenibilità nella finanza è una responsabilità collettiva.”
Stephane Boujnah, CEO Euronext
L’ESG Trends Report 2024 è stato presentato a settembre durante la Euronext Sustainability Week di Milano. Il Report rappresenta la prima analisi annuale completa sulle performance ESG di oltre 1.700 società quotate su Euronext. Un documento cruciale per comprendere come le aziende stiano rispondendo ai nuovi obblighi di sostenibilità e trasparenza.
Il rapporto evidenzia che il 70% delle large cap (large capitalization) e il 49% delle mid cap (middle capitalization) hanno già anticipato gli obblighi imposti dalla Tassonomia UE e dalla CSRD. Cosa che indica una crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità e una volontà di conformarsi agli standard europei. Molte imprese, invece, e soprattutto le più piccole, continuano a incontrare difficoltà operative nell’adeguarsi ai nuovi regolamenti.
Uno dei timori principali riguarda la competitività industriale europea. I costi operativi legati alla conformità con le nuove normative ESG, come la CSRD, sono elevati, soprattutto per le piccole e medie imprese. Cosa che potrebbe mettere le aziende europee in una posizione di svantaggio rispetto a quelle di altri Paesi, dove la regolamentazione è meno stringente o i governi offrono maggiori incentivi finanziari per sostenere la transizione.
Il report sottolinea comunque l’incremento del 40% dei dati raccolti dalle aziende dal 2020, grazie a strumenti digitali avanzati come My ESG Profile, che facilita la trasparenza e la raccolta di dati accurati sulle performance ESG.
Vediamo le performance delle tre aree indagate dal report.
Emissioni di gas serra
Le aziende hanno compiuto significativi passi avanti nella riduzione delle emissioni Scope 1 e 2, con una diminuzione media del 14% negli ultimi tre anni. Le emissioni Scope 3, che coprono l’intera catena del valore, restano invece una sfida.
La raccolta e la rendicontazione di questi dati sono complesse, e molte aziende faticano a ottenere informazioni affidabili dai loro fornitori.
Nonostante un aumento del 57% nella rendicontazione delle emissioni Scope 3 rispetto al 2020, serve ancora un maggiore sforzo per garantire dati di qualità e comparabili.
Efficienza energetica
Notevole il progresso registrato sul fronte dell’efficienza energetica.
L’intensità energetica, cioè il consumo di energia per unità di ricavi, è calata del 26% tra il 2020 e il 2023. Risultato accompagnato da un aumento del 13% nella rendicontazione legata all’uso dell’energia. Cosa che dimostra un impegno crescente verso una gestione più trasparente.
Inoltre, il consumo e la produzione di energie rinnovabili sono cresciuti dal 37% al 44%, a conferma del ruolo centrale delle energie pulite nella transizione sostenibile.
Diversità e inclusione
I progressi in termini di diversità e inclusione sono stati più limitati. Dal 2021 al 2023, la quota di donne nei consigli di amministrazione è cresciuta solo del 2,1%, passando dal 32,5% al 34,6%. Incremento ancora più ridotto nei ruoli manageriali, con una crescita di 1,6% in tre anni, arrivando al 27,1%. Nonostante i miglioramenti, la strada verso una reale parità di genere è dunque ancora lunga.
Un percorso di sfide e opportunità
Dalle pagine dell’ESG Trends Report 2024, così come dal Global CSRD Survey 2024 di PwC, emergono alcuni spunti di riflessione sulle sfide che le aziende stanno affrontando nell’implementazione della CSRD.
Entrambi i report concordano sulla necessità di una maggiore standardizzazione dei dati ESG.
La mancanza di coerenza nei metodi di raccolta e rendicontazione rende difficile confrontare le performance delle aziende, un problema che influisce negativamente sia sulla trasparenza che sulla capacità degli stakeholder di valutare correttamente l’impatto aziendale.
È fondamentale sviluppare criteri uniformi per migliorare la comparabilità tra le aziende e settori diversi.
Altro punto critico riguarda la raccolta dei dati sulle emissioni Scope 3, menzionata in entrambi i contesti. Il monitoraggio di queste emissioni rappresenta una parte significativa dell’impronta di carbonio aziendale. PwC, in particolare, si sofferma sulla necessità di implementare sistemi tecnologici adeguati a gestire la raccolta di informazioni in modo efficiente. Euronext pone invece l’accento sul sostegno da offrire in particolare alle PMI, facendo leva su strumenti come i pacchetti di consulenza ESG per facilitare la transizione.
Ci piace qui sottolineare l’accento posto da PwC sull’importanza della formazione delle figure apicali. Pensiero su cui The Good in Town è pienamente d’accordo e allineata.
La complessità della direttiva richiede competenze specializzate, in particolare nella raccolta, selezione e gestione dei dati e nella formulazione di strategie a breve e a lungo termine. Per questo motivo, è fondamentale che le aziende investano nella formazione dei dirigenti e delle figure chiave coinvolte nella rendicontazione ESG. Solo sviluppando le competenze necessarie e coinvolgendo attivamente i manager, le imprese potranno garantire una rendicontazione accurata e conforme ai nuovi standard normativi.
Goal 4 – Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile
Il Goal 4 dell’Agenda 2030 si concentra sul garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti. L’obiettivo sottolinea l’importanza di sviluppare le competenze necessarie per affrontare le sfide globali. Uno dei target del Goal 4 è proprio quello di garantire che tutti gli individui acquisiscano le conoscenze e le competenze per promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Impegno strettamente collegato all’importanza della formazione in ambito di sviluppo sostenibile, soprattutto per manager e professionisti aziendali coinvolti nella rendicontazione ESG. La CSRD richiede che le aziende adottino nuove competenze e strumenti per integrare la sostenibilità nelle loro strategie operative ed essere capaci di fare scelte aziendali più informate e responsabili.