Le fragilità sono spesso nascoste dietro un velo di silenzio.
PAZZI FUORI rompe questo silenzio, diventando un vero faro di autenticità.
Il video podcast, ideato e condotto da Flavia Tallarico, affronta il tema della salute mentale in modo diretto. Sfida i tabù e apre un dialogo su ciò che di solito resta invisibile.
Flavia Tallarico, laureata in Psicologia della Comunicazione e con anni di esperienza nel marketing per la salute mentale, ha sentito l’esigenza di creare qualcosa che potesse avvicinare le persone alla cura del proprio benessere in modo più profondo e accessibile.
“Lavoro nel campo della comunicazione per la salute mentale da circa sei anni. Sentivo il bisogno di un progetto che avesse un impatto maggiore,” racconta Flavia.
Ed è così che nasce l’idea di PAZZI FUORI, un video podcast destinato a Millennials e Generazione Z. Due gruppi demografici che spesso si trovano ad affrontare ansie e pressioni sociali e digitali.
“L’obiettivo era creare un luogo dove si potesse parlare apertamente di vulnerabilità e fragilità. Coinvolgere non solo professionisti della salute mentale, ma anche influencer, creator e artisti già abituati a lavorare con il mondo digitale“. Flavia
Questo approccio ha permesso di attirare un pubblico vasto e appassionato. Dimostrando che le cicatrici emotive non devono essere motivo di vergogna, ma vere e proprie medaglie di coraggio.

L’era digitale e il bisogno di connessione
Viviamo l’epoca della connessione digitale costante. La nostra esposizione ai social media gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite. Come canta Renato Zero nel suo successo del 1989, “Siamo tutti voyeur“. Un’anticipazione dell’atteggiamento della generazione digitale, sempre pronta a condividere o osservare la vita altrui.
In un contesto di sovraesposizione, questo fenomeno si manifesta con la necessità di essere sempre connessi. E anche attraverso l’oversharing, ovvero la tendenza a pubblicare continuamente sui social per ricevere gratificazioni virtuali. D’altro canto, il rovescio della medaglia è rappresentato dal voyeur social. Un fenomeno in cui le persone spendono ore a guardare le vite degli altri, navigando tra post, storie e aggiornamenti.
L’uso delle piattaforme social si è così evoluto in un paradosso.
Il tempo trascorso sui social network, nati come strumenti per facilitare la socializzazione, sembra essere direttamente proporzionale alla percezione di isolamento. Ciò che un tempo era visto come un canale per connettere persone con difficoltà relazionali, si è trasformato in uno degli ostacoli principali alla costruzione di relazioni autentiche.
Da un lato gli utenti hanno sviluppato nuove competenze digitali e linguaggi per mantenere contatti virtuali. Dall’altro queste stesse piattaforme, che promettono una connessione globale, stimolano un senso di isolamento e esclusione.
Disorientamento tra in e out
Questo fenomeno è particolarmente evidente tra i nativi digitali. Per loro, solitudine e inadeguatezza, sembrano essere le principali conseguenze di un’esposizione prolungata a questo scenario virtuale in continua evoluzione.
Qui si gioca la dialettica tra inclusione ed esclusione. Tra isolamento e riconoscimento sociale. Oggi misuriamo la nostra popolarità e il grado di accettazione basandoci sul numero di “mi piace” e commenti che riceviamo.
Il selfie rappresenta la sintesi perfetta di questo dialogo tra ciò che desideriamo mostrare e ciò che speriamo di ottenere in termini di approvazione sociale.
Questo comportamento, che ci porta a sbirciare continuamente nelle vite altrui, può diventare una vera e propria abitudine compulsiva che ci allontana dal mondo reale.
Flavia Tallarico, con PAZZI FUORI, prova a ribaltare questa tendenza. Promuove un dialogo autentico e reale sulla salute mentale, per abbattere il muro della perfezione digitale e stimolare conversazioni profonde e genuine.
Il successo della prima stagione e le nuove sfide
La prima stagione di PAZZI FUORI ha raccolto oltre 1,4 milioni di visualizzazioni sui social, coinvolgendo influencer e attivisti come Virginia Varinelli e Luca Donato, che hanno condiviso storie toccanti e personali. Luca Donato, in particolare, ha colpito Flavia con il suo racconto del trauma generazionale e di come sia riuscito a spezzare cicli disfunzionali nella sua famiglia.
“Mi ha aperto gli occhi su quante cose non vengono discusse all’interno della famiglia e con le persone che amiamo. Per paura di ferire,” confida Flavia.

Il podcast, caratterizzato da un tono empatico e informale, si pone come una real talk sulla salute mentale, dove gli ospiti svelano le proprie vulnerabilità.
“Ogni ospite porta con sé una storia unica, ma ciò che accomuna tutti è la paura. La paura di non essere all’altezza, di amare o di fare scelte sbagliate”, spiega Flavia. “Viviamo in una società piena di paure, che ci immobilizzano e ci tolgono energie”.
Le cause del malessere giovanile e il ruolo della paura
Durante le puntate di PAZZI FUORI, Flavia Tallarico e i suoi ospiti hanno esplorato alcune delle principali cause di malessere tra i giovani. Tra le prime cinque spiccano: la famiglia, i social media, gli eventi globali come guerre e cambiamenti climatici, le relazioni interpersonali, e la pressione legata alla performance.
Tutti fattori che si intrecciano nella vita quotidiana dei Millennials e della Generazione Z. Contribuiscono a creare una società in cui i giovani si sentono spesso soli e inadeguati, nonostante siano più connessi che mai.
L’emozione che accomuna tutte queste esperienze è la paura: paura di non essere all’altezza, di fallire, di amare, o di fare scelte sbagliate.
“Viviamo in una società piena di paure che ci immobilizzano e ci privano delle energie necessarie per affrontare la vita con serenità,” spiega Flavia.
Questa condizione di costante ansia e timore è una delle ragioni per cui PAZZI FUORI esiste. Per offrire uno spazio sicuro dove si possa parlare di queste paure senza essere giudicati.
Perché un video podcast?
La scelta di realizzare un video podcast anziché solo un podcast audio non è casuale. Secondo Flavia, il video offre un livello di coinvolgimento maggiore, fondamentale per affrontare un tema delicato come la salute mentale.
“Mostrarsi, metterci la faccia, rende più autentica la narrazione delle fragilità, contribuendo ad abbattere i tabù” afferma.
Un podcast solo audio rischierebbe di perpetuare il distacco e l’anonimato che spesso alimentano i tabù attorno alla salute mentale. Con il video, gli ospiti si espongono in modo diretto, creando un legame più profondo con il pubblico e normalizzando la conversazione sulla vulnerabilità.
Guardando avanti: la seconda stagione e lo spin-off educativo

Con la seconda stagione, in arrivo a novembre, PAZZI FUORI punta a continuare questo viaggio nella complessità delle emozioni umane. Oltre a nuove storie di vita, il podcast includerà anche un nuovo spin-off in cui i protagonisti saranno i professionisti della salute mentale.
“Abbiamo ricevuto tante domande durante la prima stagione. Per questo vogliamo fornire risposte tramite un format educativo che coinvolga psicologi, psicoterapeuti e psichiatri,” rivela Flavia.
Il nuovo capitolo rappresenta un’evoluzione del progetto. L’obiettivo è quello di ampliare il dialogo su temi cruciali come l’ansia, il burnout digitale e le pressioni sociali.
Secondo Flavia, “le sfide che la Generazione Z e i Millennials affrontano sono enormi. Il digitale è uno dei fattori principali che alimenta ansie e paure. La difficoltà di esporsi, il timore del giudizio online, sono tutti temi ricorrenti che esploriamo nel podcast”.
Un impatto destinato a crescere
Oltre a creare un dialogo aperto e accessibile, PAZZI FUORI aspira a diventare una piattaforma di trasformazione sociale. La missione del progetto è ambiziosa. Creare un ecosistema in cui comunicazione, intrattenimento e informazione si uniscano per portare avanti un discorso concreto e inclusivo sulla salute mentale.
“Non vogliamo solo parlare, ma creare un cambiamento reale,” conclude Flavia, che vede nel futuro di PAZZI FUORI un vero e proprio movimento culturale capace di coinvolgere brand, istituzioni e professionisti della salute mentale.
Con questo obiettivo in mente, Flavia e il suo team stanno lavorando per fare di PAZZI FUORI la prima media company dedicata alla salute mentale in Italia.

Giovani e disagio mentale: numeri e sfide di un’emergenza invisibile
L’emergenza del malessere giovanile è una realtà evidente e allarmante, e un dato concreto. In occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, a settembre, la Fondazione Veronesi ha diffuso i dati aggiornati dell’Associazione Telefono Amico Italia per il 2023.
I suicidi rappresentano oggi la seconda causa di morte tra i giovani dai 10 ai 25 anni. Fenomeno accompagnato da un aumento dell’autolesionismo e delle richieste di aiuto.
Solo nel 2023, oltre 7.000 persone si sono rivolte a Telefono Amico per pensieri suicidari, propri o di un familiare. Segnando un aumento del 24% rispetto all’anno precedente.
Molti giovani preferiscono la chat per esprimere il proprio malessere in modo anonimo. Cosa che evidenzia una crescente difficoltà a parlare apertamente del proprio disagio. Secondo Telefono Amico, questa impennata nei casi di autolesionismo e pensieri suicidari tra i giovani è iniziata nel 2013. Data che coincide con la diffusione di massa degli smartphone resa possibile dal calo dei prezzi. La pandemia ha poi aggravato la situazione: l’isolamento e la carenza di rapporti diretti hanno lasciato cicatrici profonde, aumentando ulteriormente queste problematiche. Di fronte a questa crisi, diventa essenziale ridurre lo stigma legato a qualsiasi forma di disagio mentale. Aiutare i ragazzi a sentirsi meno soli e a chiedere aiuto senza timore. Per rispondere a questa emergenza serve un impegno condiviso, che coinvolga scuole, famiglie e istituzioni, nella costruzione di una rete di ascolto e intervento.
PAZZI FUORI si inserisce proprio in questo scenario. Crea uno spazio sicuro e aperto che aiuta a ridurre il peso dello stigma e incoraggia i giovani a parlare liberamente delle proprie difficoltà, promuovendo un dialogo autentico e inclusivo.