Il 3 ottobre 2013, un naufragio al largo di Lampedusa causò la morte di 368 migranti, con soli 155 superstiti, un quarto dei quali minorenni. Questa tragedia ha segnato profondamente la coscienza collettiva, spingendo alla creazione del Comitato 3 ottobre, un’organizzazione senza scopo di lucro, che da un decennio si dedica a promuovere i valori di inclusione e accoglienza attraverso il dialogo con cittadini, studenti e istituzioni: sia in Italia che in Europa.
La data è diventata simbolica, non solo per commemorare le vittime di quel singolo evento, ma per ricordare le migliaia di vite perse nel Mediterraneo e ai confini orientali d’Europa: secondo i dati dello IOM (International Organization for Migration) si stima che dal 2014 a oggi siano annegate oltre 30.000 persone.
Il 16 marzo 2016, il Senato italiano ha approvato la proposta del Comitato 3 ottobre di istituire la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, da celebrare esattamente in quella data. Questo riconoscimento ufficiale sottolinea l’importanza di ricordare “chi ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”.
L’impegno per far nascere una nuova cultura dell’accoglienza
La giornata viene organizzata dai Comuni di Lampedusa e Linosa, a partire dal 2014: nei giorni che precedono la cerimonia commemorativa vera e propria il Comitato presenta molteplici attività. Si va da concerti e proiezioni, a seminari, laboratori e tavole rotonde, con discussioni su temi quali migrazioni, diritti umani, razzismo e pratiche di accoglienza. La missione della Onlus non si esaurisce però nel ricordo annuale.
In questi dieci anni sono stati coinvolti oltre 80.000 studenti provenienti da 27 Paesi europei in attività di formazione, educazione e sensibilizzazione continue nelle scuole: per promuovere una cultura universale dei diritti umani e rispetto reciproco, verso coloro che saranno i cittadini e i leader di domani.
“Siamo convinti che l’educazione e la sensibilizzazione sui temi delle migrazioni siano fondamentali per attuare un cambiamento nelle politiche europee di accoglienza”, hanno spesso dichiarato i vari portavoci del Comitato: che, durante l’intero anno scolastico, propone attività di formazione negli istituti secondari di secondo grado, soprattutto in Italia ma pure in diversi paesi dell’Unione Europea. Attraverso momenti d’incontro tra studenti, attivisti e migranti, vengono portate nelle scuole le testimonianze dirette di persone sopravvissute.
È stato sviluppato un portale dedicato agli istituti superiori, una risorsa preziosa per docenti e studenti: attraverso di esso si possono scaricare materiali sui temi della migrazione e dell’accoglienza, come pure prenotare incontri direttamente nelle scuole. La piattaforma rappresenta un ponte importante tra il lavoro del Comitato e la realtà quotidiana delle istituzioni scolastiche, per l’inserimento di questi temi cruciali nei programmi educativi.
Migrazione e obiettivi di sviluppo sostenibile
Il lavoro del Comitato 3 ottobre si allinea perfettamente con gli SDGs dell’Agenda 2030, che riconosce per la prima volta la migrazione come elemento fondamentale per lo sviluppo globale. Proprio l’Obiettivo 10 (riduzione delle disuguaglianze) include specificamente la migrazione: il punto 10.7 mira a “rendere più disciplinate, sicure, regolari e responsabili la migrazione e la mobilità delle persone”. Altri Obiettivi fanno riferimento indiretto ai migranti, sottolineando la necessità di proteggerli e permettere loro di realizzare il proprio potenziale.
Non va infine dimenticato che i migranti, che rappresentano una persona su otto nel mondo, contribuiscono significativamente allo sviluppo economico globale: l’Agenda 2030 riconosce che gli SDGs non potranno essere raggiunti senza considerare la mobilità umana.
Attraverso il suo lavoro, il Comitato contribuisce direttamente al raggiungimento di questi obiettivi globali. Le sue attività promuovono una visione della migrazione non solo come fenomeno da gestire, ma come opportunità per lo sviluppo sostenibile e inclusivo, esattamente in linea con gli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030.
Una tragedia che grida all’Europa
Attraverso attività didattiche, sia in Italia che all’estero, il Comitato 3 ottobre si impegna a informare e coinvolgere le nuove generazioni sul tema delle migrazioni, ma non solo: nella recente petizione al Parlamento Europeo viene chiesto di dare identità e dignità alle vittime dell’immigrazione in Europa. In particolare, si vuole creare una banca dati europea del DNA per il riconoscimento delle vittime, con un sistema centralizzato che permetta di raccogliere e conservare tutte le informazioni necessarie per dare un nome e ricordare le persone che hanno perso la vita.
Per questa ragione viene perseguito l’obiettivo di favorire l’integrazione e l’inclusione degli immigrati nelle comunità locali italiane. Così come si vuole ottenere l’apertura di corridoi umanitari e modalità di ingresso legali, così da porre fine all’illegalità e alle morti in mare.
Sono tutte iniziative progettate dalla Onlus in conformità con i principali strumenti in materia di diritti umani, che tendono a promuovere valori quali rispetto e inclusione. In un’Europa che affronta sfide migratorie sempre più complesse, il Comitato 3 ottobre continua nel suo impegno per coinvolgere le giovani generazioni, in primis, attraverso un’educazione mirata, che pone al centro la solidarietà e l’empatia.
L’obiettivo è quello di costruire una società in cui tali tragedie non abbiano più a verificarsi: una società più accogliente e capace di affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e rispetto per la dignità umana.