Economia circolare nella bike economy, il caso Santini

Dal riciclo delle pettorine ai paramani per mountain bike: Santini ha realizzato un progetto di economia circolare con cui rendere più sostenibile la filiera della costruzione di due ruote

Il nome di Santini è ben noto a tutti gli appassionati di ciclismo, in quanto leader nel settore dell’abbigliamento tecnico e partner delle più importanti competizioni internazionali: in occasione dei Campionati Mondiali 2023 in Scozia, l’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) aveva chiesto a tutte le aziende coinvolte di attuare azioni concrete per ridurre gli sprechi e la plastica, seguendo le linee guida del programma “Climate Action Charter“, che la federazione aveva presentato nel 2022.
Santini non solo ha accettato la sfida, ma è andata oltre, attuando un progetto di economia circolare che coinvolge altre 4 aziende della provincia bergamasca, dove tutte hanno sede. L’idea dietro questo progetto è stata ispirata dalla consapevolezza dell’impatto ambientale che viene generato dagli eventi sportivi di tale portata.

Per le dieci giornate dei campionati sono state realizzate 2.700 pettorine per altrettanti componenti dello staff, costituito da giudici, fotografi, controllori, volontari: anziché smaltirle dopo l’uso, producendo quindi rifiuti plastici, Santini ha deciso di rompere questo schema, in una logica di circolarità.

Le pettorine dei mondiali di ciclismo di Glasgow (foto Gazzetta dello Sport)

Un nuovo materiale che proviene dal riutilizzo

Il processo di lavorazione delle pettorine (foto Gazzetta dello Sport)

Il progetto delle pettorine è ecologico fin dall’origine: il particolare filato in nylon è prodotto da RadiciGroup, che lo fornisce a Sitip, che a sua volta realizza il tessuto monofibra composto al 100% da poliammide ed è totalmente riciclabile.
Il terzo attore di questa catena è EFI Reggiani, che provvede alla stampa su carta transfer, senza usare acqua e con una quantità minima di energia al metro quadrato, utilizzando inoltre inchiostri a base acqua. Santini, infine, trasferisce tutte le grafiche delle pettorine dalla carta ai tessuti: la cucitura avviene infine attraverso fili e componenti realizzati in nylon o materiale affine dal punto di vista chimico.
L’intero processo naturalmente garantisce i risultati ottimali per quanto riguarda la resa del colore, la resistenza allo sfregamento e al sudore.

Una volta conclusi i mondiali in Scozia, le pettorine sono raccolte e inviate a RadiciGroup che, presso i suoi impianti specializzati, provvede alla granulazione del materiale recuperato. Questa nuova materia prima diventa la base per realizzare i paramani X-Elite di Acerbis, un accessorio che viene posizionato sui manubri delle mountain bike, in modo da proteggere le leve dei freni e le mani dei ciclisti nel caso di cadute.

Nel suo complesso, il progetto non solo sottolinea l’attenzione a ogni fase della realizzazione, ma emerge soprattutto l’aspetto collaborativo che si è instaurato fra una rete di aziende che, condividendo la stessa filosofia, sono impegnate nella riduzione dell’impatto ambientale.

La scelta di agire in modo responsabile

Al signor Pietro, come viene da sempre chiamato in azienda, viene riconosciuta la costante attenzione verso i dipendenti, oltre che alle tematiche sociali e ambientali; nello stesso tempo ha avuto la capacità di introdurre progressivamente importanti innovazioni nei tessuti, investendo costantemente nella ricerca di tecnologie e materiali all’avanguardia.

Pietro Santini fonda l’omonima azienda nel 1965 e, guidato dall’innata passione per il ciclismo, l’imprenditore decide di specializzarsi nell’abbigliamento tecnico. Negli anni raggiunge grandi risultati sugli aspetti dell’aerodinamica, sui gel per i pantaloncini, sulla stampa su tessuto. Aumentano le partnership con i maggiori organizzatori di competizioni ciclistiche e con squadre professioniste, compreso l’ambito del triathlon.
L’azienda è dal 2022 nella nuova sede di Bergamo, dove lavorano oltre 140 dipendenti: quasi il 90% del personale è formato da donne, presenti anche nei ruoli manageriali. Ogni giorno si producono oltre 7.000 articoli e circa l’80% è destinato all’export. Il Cavaliere Pietro, oggi presidente, ha lasciato la guida di Santini alle figlie Monica (CEO) e Paola (Dir. Marketing).

Pietro Santini tra le figlie Monica e Paola

La tecnologia delle macchine da taglio consente di minimizzare gli sprechi di tessuto, così come i tessuti delle collezioni passate vengono riutilizzati; i materiali in eccesso sono infine donati a scuole locali oppure a Onlus per i loro progetti. L’impegno nel riciclo è continuo e ha permesso a Santini di riciclare centinaia di tonnellate fra carta, legno, ferro, plastica e tessuti. I pannelli fotovoltaici del nuovo stabilimento forniscono il 60% del fabbisogno di energia; infine, sono stati installati impianti che consentono di recuperare il 65% del calore generato dalle macchine, che viene poi convogliato per riscaldare i reparti dell’impianto produttivo, risparmiando ogni anno 48.000 kwh di energia elettrica.

La realizzazione delle pettorine dei mondiali di ciclismo è la dimostrazione che, con iniziative concrete e innovative, ci si può attivare per far fronte all’emergenza ambientale: lo sport è un veicolo straordinario da utilizzare per promuovere la sostenibilità e l’attenzione alla natura. Santini, con le altre aziende bergamasche, è un ulteriore esempio di come l’impegno ambientale possa coniugarsi perfettamente con l’eccellenza e la qualità dei prodotti.

https://www.santinicycling.com/it/

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