Stop al greenwashing nella finanza sostenibile

L'ESMA ha pubblicato linee guida per garantire trasparenza nei fondi sostenibili, prevenendo pratiche di greenwashing e assicurando che i nomi dei fondi riflettano davvero le strategie di investimento sostenibile.

Il greenwashing è una delle principali minacce alla credibilità di qualsiasi affermazione legata allo sviluppo sostenibile. Vale per le asserzioni sui prodotti, i processi, le strategie e anche per la finanza.
Presentare fondi di investimento come più sostenibili di quanto lo siano realmente inganna gli investitori, mina la fiducia nel mercato e frena i veri progressi verso un’economia responsabile.

Per contrastare il fenomeno, l’ESMA – European Securities and Markets Authority ha introdotto nuove regole per garantire che i termini legati alla sostenibilità vengano usati in modo corretto e trasparente.
L’obiettivo di queste linee guida è chiarire quando le denominazioni dei fondi che utilizzano termini relativi alla dimensione ambientale, sociale o di governance (ESG) o alla sostenibilità risultano scorrette, ambigue o ingannevoli.

Il nome di un fondo è uno strumento fondamentale per comunicare informazioni agli investitori ed è spesso il primo elemento che cattura la loro attenzione. Anche se è richiesto un approfondimento su altre informazioni del fondo, la denominazione può influenzare in modo significativo le decisioni di investimento.

Le linee guida: iter e obiettivi

Il documento “Orientamenti sull’utilizzo di termini ambientali, sociali e di governance o relativi alla sostenibilità nelle denominazioni dei fondi“, è la relazione finale pubblicata dall’ESMA il 21 agosto 2024, che contiene le linee guida sull’uso dei termini ESG – Environmental, Social, Governance o correlati alla sostenibilità nei nomi dei fondi di investimento.
Le linee guida, tradotte in tutte le lingue ufficiali dell’UE, entrano in vigore il 21 novembre 2024.
Le autorità nazionali competenti hanno però tempo fino al 21 ottobre 2024 per dichiarare la loro conformità o eventuali piani per conformarsi successivamente.
Per i fondi già esistenti, è previsto un periodo transitorio di sei mesi, che si conclude il 21 maggio 2025.

euro green
DALL•E x TGT

L’obiettivo principale di queste linee guida è quello di combattere le pratiche ingannevoli legate alla sostenibilità, spesso note come greenwashing, in ambito di finanza sostenibile. Si tratta in pratica di impedire che i fondi si presentino come sostenibili senza avere una reale base di investimenti sostenibili. Fenomeno che può confondere gli investitori e compromettere la credibilità del settore.

Il nome stesso assegnato ai fondi può trarre in inganno. Le linee guida stabiliscono criteri precisi, concreti e verificabili per i gestori di fondi. Vogliono garantire che queste etichette riflettano fedelmente strategia e obiettivi di investimento. In questo modo, gli investitori possono fare scelte più informate, evitando di essere fuorviati da termini ambigui o ingannevoli come “sostenibile” o “ESG”.

Operatori e mercati coinvolti

Le linee guida dell’ESMA si rivolgono a una vasta gamma di operatori nel settore della gestione del risparmio e dei fondi di investimento.
In particolare, coinvolgono le società di gestione di OICVM – Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari e i gestori di fondi di investimento alternativi – FIA.

Questi fondi operano su mercati finanziari che coprono una vasta area economica, spaziando dall’investimento in start-up e PMI innovative al finanziamento di iniziative sociali e ambientali a lungo termine.
Gli Orientamenti si applicano quindi a settori come il venture capital, l’imprenditoria sociale, i fondi pensione e i fondi comuni di investimento. Questi soggetti sono attivi su mercati europei regolamentati, che comprendono borse valori e piattaforme di trading.

Le nuove regole mirano a stabilire una maggiore trasparenza nell’uso dei termini legati alla sostenibilità, per evitare che fondi non effettivamente sostenibili possano approfittare dell’interesse crescente verso prodotti finanziari etici.
Di conseguenza, queste linee guida sono fondamentali tanto per le autorità di vigilanza nazionali, che dovranno garantire il rispetto delle regole, quanto per gli stessi gestori di fondi. Questi ultimi dovranno assicurarsi di applicare correttamente i criteri di sostenibilità nelle loro strategie di marketing e nelle scelte di investimento.

Le regole principali: soglie minime e criteri di esclusione

ESMA introduce regole specifiche con l’introduzione di soglie minime di investimento e criteri di esclusione.

Soglia minima dell’80%

I fondi che utilizzano termini come “ESG”, “sostenibile” o che fanno riferimento a criteri ambientali, sociali o di governance, devono destinare almeno l’80% del loro portafoglio a investimenti che rispettano caratteristiche sostenibili o che perseguono obiettivi legati alla sostenibilità.
La maggior parte delle risorse del fondo deve dunque essere investita in attività che contribuiscono a risultati positivi per l’ambiente, la società o la governance aziendale.

Criteri di esclusione per la finanza sostenibile

I fondi che utilizzano termini legati alla sostenibilità o all’impatto devono seguire regole di esclusione per evitare investimenti in settori considerati non sostenibili.
Ad esempio, le aziende che ricavano parte dei loro ricavi dai combustibili fossili devono essere escluse, a meno che non stiano attivamente impegnandosi in una chiara strategia di transizione verso energie più pulite.
I criteri di esclusione seguono i parametri definiti dai Paris-Aligned Benchmark (PAB), che promuovono investimenti allineati con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.

I Paris-Aligned Benchmark (PAB) sono indici finanziari creati per allineare gli investimenti agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che punta a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2050. Questi indici escludono le aziende più inquinanti e richiedono una riduzione immediata del 50% delle emissioni di carbonio rispetto agli indici standard, con un ulteriore abbattimento del 7% ogni anno. L’obiettivo è spingere le aziende a ridurre le loro emissioni e consentire agli investitori di sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, mantenendo al contempo la diversità settoriale.

Requisiti Minimi PAB
Fonte: OSSIAM
Fondi “in transizione”

Una nuova categoria introdotta dalle linee guida è quella dei fondi che utilizzano termini come “transizione”, “miglioramento” o “evoluzione”. Questi fondi devono dimostrare che i loro investimenti seguono un percorso chiaro e misurabile verso una maggiore sostenibilità, sia a livello sociale che ambientale.
Anche per questi fondi, vale la regola dell’80%: la maggior parte del portafoglio deve essere costituita da investimenti che rispettano criteri sostenibili. In questo modo si garantisce che i fondi “in transizione” non si limitino a utilizzare termini sostenibili, ma dimostrino un impegno concreto verso il cambiamento.
Le linee guida entreranno ufficialmente in vigore dal 21 novembre 2024.

Casa e sostenibilità
Pixabay

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