All’inizio di luglio 2024, in occasione della 36a Sessione del Consiglio Internazionale di Coordinamento del programma Uomo e Biosfera (MAB, cioè Man and Biosphere) dell’UNESCO, la Riserva della biosfera Alpi Giulie italiane, con sede in Friuli Venezia Giulia, e la Riserva della biosfera delle Alpi Giulie slovene sono state riconosciute ufficialmente dall’Unesco come “Riserva della biosfera transfrontaliera delle Alpi Giulie”, per un territorio complessivo di 277mila ettari. Lo sloveno Parco nazionale del Triglav e l’italiano Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie, coordinatori delle due rispettive Riserve, hanno predisposto insieme il dossier di candidatura e organizzato gli incontri per coinvolgere nella stesura i portatori di interesse del territorio, dalle autorità locali alle associazioni, dalle aziende con sede nell’area fino a scuole, università ed enti di ricerca, che hanno prodotto 82 lettere di appoggio, in un processo di candidatura che è stato avviato a fine 2022.
L’ufficializzazione arriva come riconoscimento dell’alto grado di naturalità delle Alpi Giulie, una catena montuosa unica e mossa dal desiderio di preservare e diffondere la propria identità, e assume tanta più importanza se si considera che delle 759 Riserve della biosfera riconosciute dall’Unesco in tutto il mondo, quelle transfrontaliere sono solo 23.
Le due Riserve
Le Alpi Giulie rappresentano la porzione più orientale della catena alpina italiana che termina direttamente in Slovenia e sono incastonate tra le Alpi Carniche, nell’Alto Friuli, e le Alpi Dinariche nel territorio della penisola balcanica. Come riporta la pagina dell’Unesco dedicata a questi luoghi, “le due riserve costituiscono una cerniera tra i paesaggi, gli ecosistemi e le differenti culture nonché un luogo d’incontro tra il mondo latino e quello slavo caratterizzati da millenni di interazione culturale testimoniati dalla moltitudine di dialetti, metodi di insediamento, pratiche agricole e artistiche. La particolare natura biologica della Riserva della Biosfera delle Alpi Giulie è determinata da diversi fattori, tra i quali la sua collocazione biogeografica, l’altitudine e le precipitazioni particolarmente abbondanti”. Proprio queste peculiarità del territorio, infatti, hanno spinto l’Unesco a riconoscere le due riserve come un’unica biosfera, un luogo unico in tutta Europa, dove si incontrano i climi e le vegetazioni mediterranea, continentale mitteleuropea e balcanica.
Le Alpi Giulie erano già state riconosciute nel 2003 come Riserva della Biosfera in Slovenia, dove comprendono il Parco nazionale del Triglav – il monte più alto del Paese, con i suoi 2.864 metri – che è l’unico parco nazionale sloveno nonché la più grande area protetta del territorio statale. Più di 15 anni più tardi, nel 2019, è stata poi ufficialmente creata anche l’omologa riserva italiana. Il risultato dell’unione oggi è storico – e a breve vedremo perché – ma allo stesso tempo è la logica testimonianza di quella che è la realtà di un luogo montano che si estende a cavallo tra due Paesi, senza badare ai confini di Stato, come proprio della Natura e come da queste parti fa anche la cultura, che mescola popolazioni, lingue, etnie.
Cosa comporta il riconoscimento dell’Unesco
La Riserva della Biosfera è una qualifica attribuita dall’Unesco per la conservazione e la protezione dell’ambiente all’interno del Programma sull’Uomo e la Biosfera (MAB), come riconoscimento di unicità geologiche, della flora e della fauna di una regione, nonché l’impegno dei suoi abitanti per il mantenimento di tali peculiarità. Il MAB, infatti, ha come obiettivo quello di fornire le basi scientifiche per un migliore rapporto tra le persone e il loro ambiente, combinando le scienze naturali e quelle umane per migliorare il benessere delle popolazioni e allo stesso tempo salvaguardare gli ecosistemi; per farlo promuove approcci innovativi allo sviluppo economico, che siano socialmente e culturalmente appropriati e sostenibili per l’ambiente.
Il riconoscimento Unesco comporta una sorta di caduta dei confini e, quindi, una migliore integrazione delle attività e una più intensa collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, che in questo modo potranno lavorare con uguale intensità nella conservazione della natura, nello sviluppo delle economie verdi e del sostegno alle comunità locali per renderle accoglienti, inclusive e resilienti, come ha sottolineato il direttore del Parco delle Prealpi Giulie Stefano Santi. Il primo impegno della nuova Riserva transfrontaliera, in particolare, sarà ora quello di portare avanti il percorso della Carta europea del turismo sostenibile, con la collaborazione di istituzioni e operatori turistici locali. Ma il lavoro proseguirà: il dossier che ha portato al riconoscimento della nuova Riserva transfrontaliera, infatti, contiene un Piano di azione con 49 progetti concreti da sviluppare nei prossimi anni coinvolgendo anche le popolazioni locali; l’impegno è evidente, tanto che è già stata definita la governance della Riserva transfrontaliera che coinvolgerà anche le principali autorità competenti nelle due aree e il segretariato permanente rappresentato dalle rappresentanze dei due staff operativi dei Parchi proponenti.
(Immagine di copertina: Gabriele Merlino)