L’Italia nel 2021 ha avviato un programma di emissione regolare di BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) Green a sostegno della transizione. Titoli di Stato per finanziare iniziative ambientali e di decarbonizzazione in linea con gli obiettivi del Trattato di Parigi e della Commissione Europea.
L’Italia è infatti nota per il suo paesaggio unico e la straordinaria biodiversità. L’impegno a proteggerle è proporzionale alla consapevolezza del valore ambientale, economico e sociale di queste risorse. Impegno che si concretizza negli anni in diversi modi. Dal sostegno al piano della Commissione Europea per la neutralità climatica entro il 2050, al PNIEC, all’adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, o di quelli del Green Deal europeo.
L’emissione dei BTP Green rappresenta uno strumento chiave per finanziare progetti sostenibili. Mobilita risorse, pubbliche e private, per la transizione verso un’economia a basso impatto ambientale e contribuisce a proteggere il patrimonio naturale del paese.
Questi titoli sono emessi secondo un quadro di riferimento del Green Bond Framework – GBF che identifica sei categorie di spese con impatti ambientali positivi. Seguono i principi dell’International Capital Market Association – ICMA e si allineano ai requisiti della Tassonomia UE per le attività economiche sostenibili.
BTP Green 2021 – 2023
Tra il 2021 e il 2023, sono stati emessi BTP Green per un totale di 35,4 miliardi di euro. Le emissioni hanno riscosso un grande interesse, con richieste di acquisto che hanno superato di molte volte l’offerta.
I principali investitori sono stati fondi d’investimento, banche, assicurazioni, fondi pensione e istituzioni governative, con una crescente partecipazione di investitori ESG – Environmental, Social, and Governance.
I Ministeri competenti hanno fornito le informazioni sulla distribuzione geografica degli interventi finanziati.
Mezzogiorno e al Centro Italia hanno raccolto circa il 54% delle spese, con il 29% delle risorse allocate al Mezzogiorno e il 25% al Centro. Solo l’1% delle risorse ha finanziato progetti internazionali per la tutela ambientale e la prevenzione dell’inquinamento.
I proventi dei BTP Green hanno contribuito agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite.
I Goal 7 – Energia pulita e accessibile, Goal 11 – Città e comunità sostenibili e Goal 13 – Agire per il clima hanno raccolto circa il 66% delle risorse. Sono conformi alle Linee guida OCSE e ai Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani.
Allocazione e impatto BTP Green 2023
Il Rapporto 2024 su Allocazione e Impatto – BTP Green è pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Fornisce un quadro dettagliato sugli interventi finanziati con le emissioni dei BTP Green del 2023.
I 13,9 mld di euro raccolti attraverso le emissioni di BTP Green nel 2023 sono stati interamente utilizzati per finanziare sei categorie di spesa ammissibili nel bilancio dello Stato tra il 2020 e il 2023.
Le spese finanziate con i fondi dei BTP Green del 2023, hanno avuto un impatto significativo in termini di riduzione per circa 66.621 kton CO2 per le prime cinque categorie di spesa e circa 3.387 kton CO2 per la sesta categoria. Sul piano socio-economico, questi investimenti hanno generato un valore aggiunto di circa 20 mld €, pari all’1% del PIL italiano del 2023, e hanno creato oltre 320.000 posti di lavoro.
1 – Trasporti sostenibili.
L’rea trasporti rappresenta la principale area di investimento, con il 41,5% dei fondi (5,75 mld €). Ha finanziato infrastrutture ferroviarie, nuove tratte di alta velocità, mezzi pubblici ecologici, elettrificazione delle banchine nei porti e la creazione di reti ciclabili.
Questi interventi hanno portato a una riduzione stimata di 789 kt CO2 l’anno. Hanno stimolato il PIL di 2.095 mln € anno e creato/mantenuto circa 34.195 posti di lavoro.
2 – Efficienza energetica
Il 32,7% dei fondi (4,53 mld €) hanno contribuito alla riqualificazione energetica degli edifici, principalmente al supporto dell’Ecobonus. Solo una piccola parte dei fondi ha contribuito ad interventi di efficientamento energetico sugli edifici pubblici.
Grazie a questi investimenti, si stima una riduzione annua di 1.228 kton CO2, pari all’1,4% delle emissioni totali del settore residenziale.
Dal punto di vista economico hanno contribuito alla creazione o mantenimento di circa 27.869 posti di lavoro e alla produzione di 1.692 mn € di PIL anno.
3 – Tutela dell’ambiente e della biodiversità
L’11,2% dei fondi (1,55 mld €) ha contribuito alla difesa del suolo, la gestione delle risorse idriche, e la conservazione di parchi naturali. Ha finanziato interventi volti a proteggere gli ecosistemi e la biodiversità in Italia, in linea con la Strategia nazionale per la biodiversità 2030.
Il 50% delle risorse circa ha finanziato progetti per prevenire e mitigare il rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale. Le restanti risorse sono state allocate per la tutela ambientale e della biodiversità (19%), infrastrutture idriche (11%), il progetto MoSE e la salvaguardia della laguna veneta (10%), e la cooperazione internazionale per la protezione ambientale (6%).
Questi interventi hanno contribuito a una riduzione annua delle emissioni di CO2 stimata in 250 kton. Gli investimenti hanno generato una media annua di 581 mln € di PIL e la creazione/mantenimento di circa 9.400 posti di lavoro.
4 – Prevenzione e controllo dell’inquinamento e dell’economia circolare
L’8,6% (1,19 mld €) ha finanziato progetti per ridurre l’inquinamento e promuovere l’economia circolare.
- 52% delle spese per depurazione delle acque;
- 42% delle spese per contrasto all’inquinamento. Azioni per bonificare aree industriali contaminate e siti di interesse nazionale, oltre a gestire acque contaminate da sostanze nocive.
- 5% recupero ambientale, gestione dei rifiuti, promozione economia circolare.
- Frazioni. Monitoraggio dei sistemi marini e supporto ai Vigili del Fuoco.
Questi interventi hanno contribuito a ridurre le emissioni di CO2 di circa 79 kton l’anno. Hanno generato 470 mln € di PIL annuo e creato/mantenuto circa 5.982 posti di lavoro.
5 – Ricerca in sostenibilità ambientale
Il 5,3% (728 mln €) ha finanziato progetti di ricerca.
Fondi destinati tanto a specifici progetti di ricerca quanto al funzionamento di istituti nazionali come ENEA e ISPRA. Una garanzia per la continuità delle ricerche, mantenimento di laboratori all’avanguardia e formazione di personale qualificato.
Queste spese non riducono direttamente le emissioni di CO2, ma contribuiscono indirettamente alla transizione energetica e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Dal punto di vista economico, generano un impatto positivo, con un incremento medio annuo di 252 mln € di PIL e la creazione/mantenimento di circa 2.552 posti di lavoro.
6 – Fonti rinnovabili
Incentivi per la produzione di energia rinnovabile, con 96 milioni di euro, equivalgono allo 0,7% degli investimenti. Destinati a sostenere l’esenzione dal pagamento dell’accisa per l’energia elettrica e termica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. Esenzione applicata solo all’energia autoprodotta e autoconsumata dalle imprese. Esclusa quella immessa in rete o acquistata da un venditore.
Questa misura ha generato 42 mln € di PIL anno e creato/mantenuto circa 404 posti di lavoro. L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, grazie a questa esenzione, ha contribuito a ridurre le emissioni di gas serra di circa 51 kton CO2 anno.