Giovedì 9 gennaio 2025 sono state presentate ufficialmente a Roma, presso l’Università Roma Tre, le nuove Linee Guida predisposte dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati all’Inclusione degli Studenti con Disabilità e con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (CNUDD), approvate nel settembre scorso. Si tratta di un aggiornamento delle Linee Guida emanate già 10 anni fa, una prima versione del documento attuale e una sorta di vademecum che indicava gli strumenti per supportare gli/le studenti con disabilità nel loro percorso universitario. Di quel documento negli anni si è reso necessario un aggiornamento, anche alla luce delle nuove consapevolezze e delle più recenti sensibilità rispetto agli ostacoli che le persone con disabilità affrontano quotidianamente e delle diverse variabili esistenti; ma anche in considerazione delle nuove opportunità che le tecnologie offrono per favorire l’abbattimento delle barriere. Negli anni, poi, è aumentata anche l’incidenza delle diagnosi e dei disturbi dell’apprendimento, di pari passo con l’aumento delle conoscenze scientifiche in merito e degli strumenti a disposizione per applicarle caso per caso. Stando agli ultimi dati disponibili, relativi all’anno accademico 2020-21, infatti, gli studenti con disabilità sono circa 21mila e quelli con DSA poco meno di 23mila, cifre che complessivamente rappresentano il 2,5% della popolazione studentesca universitaria.
Contenuto e obiettivi delle Linee Guida
Di fronte a questa situazione, l’intento dichiarato delle Linee Guida è quello di “predisporre servizi idonei e il più possibile omogenei, ispirati a principi condivisi di accoglienza, rispetto, valorizzazione, partecipazione, autonomia, libertà, inclusione degli studenti con disabilità e/o Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)”. Il tema è complesso, anche perché le disabilità comprendono uno spettro ampissimo di caratteristiche, fisiche, psichiche e/o mentali, alcune delle quali anche invisibili e sulla maggior parte di cui sono estremamente diffusi luoghi comuni e una vasta ignoranza. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, in particolare, sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente e che si manifestano di solito all’inizio del percorso scolastico, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali.
Proprio per far fronte a questa situazione complessa, il contenuto delle nuove linee guida – che hanno l’obiettivo di fornire un terreno comune e delle indicazioni da seguire, adattando la teoria alle specifiche dei singoli casi – spazia dall’accessibilità delle infrastrutture e degli strumenti tecnologici all’adozione di una didattica inclusiva che, ad esempio, includa l’uso di canali di comunicazione e di materiali didattici accessibili, integrando adeguatamente le spiegazioni orali con i supporti visivi; e, ancora, dalle misure compensative da adottare durante gli esami al supporto alla mobilità nazionale e internazionale nei progetti di studio all’estero; un capitolo è poi dedicato all’importanza dei Servizi Disabilità/DSA di Ateneo, previsti ormai in quasi tutti gli atenei italiani e punto di riferimento per gli studenti con disabilità.
Il contesto
Le nuove Linee Guida hanno l’obiettivo di sollecitare un passo avanti verso il diritto allo studio in conformità con la convenzione ONU sul tema, uno strumento condiviso dalla comunità internazionale che indica valori e obiettivi per ampliare il grado di inclusione sociale delle persone disabili, con l’obiettivo di promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali. In forza della Convenzione, gli Stati aderenti si impegnano a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo; per farlo, devono adottare misure per eliminare la discriminazione e promuovere la ricerca e lo sviluppo di beni, servizi, apparecchiature e attrezzature, dispositivi, tecnologie e quant’altro possa aiutare a rimuovere gli ostacoli all’integrazione.
In questa direzione, sempre con l’obiettivo di ridurre le discriminazioni e favorire l’integrazione nella vita di tutti i giorni, va anche la recente Riforma della disabilità, attuata in via sperimentale a Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste, prima dell’applicazione in tutta Italia dal prossimo anno; il progetto, previsto dal decreto legislativo n. 62 del 2024, mira a snellire e semplificare l’accesso al sostegno per le persone con disabilità mettendone al centro i bisogni e le potenzialità. Tra le altre cose la riforma prevede l’entrata in vigore il nuovo certificato medico introduttivo, un documento che consente di avviare il processo per il riconoscimento della condizione di disabilità e che diventerà l’unica modalità per presentare la richiesta, sostituendo il vecchio sistema basato sull’invio di una domanda amministrativa separata. ll “Progetto di vita”, poi, sarà un piano individuale formulato per ogni persona con disabilità fisica, psichica e/o sensoriale, stabilizzata o progressiva, con cui creare percorsi personalizzati per l’integrazione scolastica, lavorativa, sociale e familiare.
L’inclusione è oggi tra le maggiori sfide del nostro tempo, indispensabile per uno sviluppo sostenibile improntato all’equità, che implica abbracciare le diversità e le peculiarità di ciascuno, dando a ognuno le stesse possibilità, secondo i differenti bisogni. La capacità di rispondere alle necessità delle persone disabili, infatti, è uno degli indicatori principali di un Welfare moderno, maggiormente inclusivo, equo ed efficiente.