Ci sono oltre 7.000 aziende certificate B Corp nel mondo, di cui oltre 2.400 B Corp in Europa, che impiegano più di 600.000 dipendenti e hanno un fatturato aggregato di oltre 1.8 trilioni di dollari. Sono 240.000 le aziende che utilizzano il B Impact Assessment per misurare il proprio impatto sociale e ambientale.
In circa 17 anni, il rivoluzionario movimento che ha trasformato il concetto di impresa, ha fatto molta strada, soprattutto negli ultimissimi anni, convincendo tante persone a cambiare il proprio approccio imprenditoriale e dimostrando che il modello funziona, è quello giusto con cui affrontare il futuro. Con margini di migliorabiità in termini di strumenti, strategie, scelte e anche comunicazione rispetto alle sfide che la sostenibilità oggi pone, vedi ad esempio il tema legato all’allevamento e sfruttamento animale, come anche il caso Fileni ha dimostrato, mettendo in discussione l’idea stessa che possa certificarsi B Corp un’azienda di allevamento animale, per quanto rispettosa del ‘benessere animale’.
Aziende che producono armi o pornografia non sono eligibili per ottenere la certificazione B Corp, e molti sono altri ambiti ‘in discussione e cotroversi’, come le banche, l’industria mineraria, i casino’ e molti altri.
Il ruolo di B Lab
B Lab è la nonprofit internazionale che ha dato vita al movimento e che certifica le B Corp in tutto il mondo, grazie anche al B Global Network, la rete di B Lab che opera in sei continenti e lavora in favore di un’economia più inclusiva, equa e rigenerativa. Attraverso la creazione di standard, politiche, strumenti e programmi, B Lab mira a stimolare un cambiamento sistemico, in cui le imprese soddisfano standard crescenti di performance sociali e ambientali in favore di tutti gli stakeholder.
Dalla volontà e grazie al lavoro di B Lab Europe, global partner di B Lab Global in Europa, e di Eric Ezechieli e Paolo Di Cesare, fondatori di NATIVA, tra le prime realtà a promuovere il concetto di B Corp in Europa, prima B Corp certificata in Italia, nasce ora la Fondazione B Lab Italia. Attraverso azioni collettive e la diffusione degli strumenti di B Lab nel nostro Paese, la Fondazione avrà l’obiettivo di continuare a far crescere, attivare e coordinare in Italia la community delle B Corp.
In Italia il movimento B Corp è passato da 100 aziende nel 2018 a 240 nel 2023, rendendo l’Italia il secondo Paese nell’Unione Europea per numero di B Corp. Sono oltre duemila invece le società benefit, il modello ispirato alle B Corp introdotto nel 2015 nel nostro ordinamento.
L’Italia è davvero molto coinvolta nel movimento di B Corp/società benefit: è tra le regioni d’Europa in cui ha preso più piede, grazie anche al lavoro di NATIVA.
“Fin da quando siamo diventati una delle prime B Corp in Europa, abbiamo capito che il movimento e gli strumenti B Corp potevano contribuire ad accelerare l’evoluzione delle imprese verso la sostenibilità. Dopo anni di dialogo con le istituzioni e di azioni per diffondere una nuova idea di business con B Lab e le B Corp, è giunto il tempo di compiere un ulteriore passo avanti. Fin dall’inizio, abbiamo ragionato come un ‘incubatore’ e abbiamo pensato alla creazione di un’organizzazione dedicata. Ora ci sono le condizioni perché la Fondazione B Lab Italia possa assumere il ruolo di coordinamento e supporto al movimento delle B Corp e dei loro valori in Italia, amplificandone ulteriormente l’influenza e l’impatto positivo” hanno dichiarato in una nota stampa Eric Ezechieli e Paolo Di Cesare, co-fondatori di NATIVA.
B Corp made in Italy
Tra le 240 B Corp di matrice italiana ci sono delle eccellenze, come il gruppo farmaceutico Chiesi, una delle poche imprese di grandi dimensioni a essere certificate e l’unica del suo peso in ambito farmaceutico. Ma abbiamo anche altri campioni: Florim, la prima fabbrica di ceramica al mondo a diventare ‘B Corp’; la siciliana Damiano, Illy e Fratelli Carli, tra le migliori al mondo in ambito alimentare; o ancora nomi come Davines e Aboca Group, vere eccellenze nei loro settori. (In questa sezione puoi scoprire molte di queste società).
“Le imprese italiane sono state pioniere nella diffusione del movimento B Corp nel continente europeo, sia dal punto di vista legislativo sia come ambasciatrici, capaci di dimostrare che esiste un modo migliore di fare impresa e di usare la loro voce per ispirare altri a seguire il loro esempio” ha sottolineato Juliette Caulkins, Executive Director di B Lab Europe.”Non bisogna però accontentarsi, perché la volontà delle aziende italiane di abbracciare il valore della sostenibilità è parte integrante del loro DNA. Insieme a B Lab Italia, continueremo a mettere a disposizione solidi strumenti per sostenerle in questa necessaria e complessa evoluzione”.
Da The Good in Town, che è società benefit, un augurio di buoni lavori alla neonata Fondazione B Lab Italia.