Si è concluso ieri il primo incontro degli Stati Generali del clima, un raduno di associazioni ambientaliste nazionali e locali provenienti da tutto il Paese che si sono riunite in Val d’Ossola nel fine settimana, nell’ambito di Campo Base Festival – un festival collettivo dedicato alla montagna, al rapporto uomo-natura e alla vita all’aria aperta – per discutere e mettere a sistema un insieme di linee comuni. L’obiettivo, quello di rafforzare la voce dei movimenti ambientalisti italiani per arrivare a ottenere dei risultati concreti grazie a un maggiore peso nelle richieste da rivolgere alle istituzioni.
L’evento
Presso Oira, piccola frazione nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola in Val d’Ossola (Piemonte), è stato un fine settimana intenso e partecipato, che ha visto gli attivisti di una quarantina di associazioni e movimenti italiani impegnati per due giorni e mezzo in assemblee presso il Foro Boario di Crodo. L’iniziativa è sorta dall’idea di Ci sarà un bel clima, il collettivo nato durante la pandemia da Covid-19 – percepita da molti, non a caso, come un’occasione per ripensare l’approccio della nostra società verso l’ambiente – per ritrovare uno spazio di confronto sulle problematiche ambientali; che con l’iniziativa degli Stati Generali punta, quindi, a creare una piattaforma d’incontro e dialogo tra le molte, frammentate realtà dell’attivismo ambientale italiano i cui rappresentanti, tra venerdì 1 e domenica 3 settembre sono confluite a Oira. La sede scelta per le attività è anch’essa significativa: le assemblee si sono svolte al Tones Teatro Natura, un particolarissimo teatro in pietra che ha ospitato l’edizione 2023 di Campo Base Festival e che è nato come progetto di riqualificazione dell’ex Cava di Gneiss, in un territorio circondato da boschi, vigneti terrazzati e antichi borghi in pietra, paesaggio che testimonia la storia della zona, profondamente legata e segnata dall’estrazione della pietra e alla sua lavorazione e che, con il teatro, si vuole proporre come un luogo di valorizzazione storica e paesaggistica e di ripensamento del rapporto tra uomo e ambiente.

Un panorama variegato
Il panorama ambientalista italiano è stato fino a questo momento costituito da una costellazione composita: associazioni storiche, rami nazionali di movimenti internazionali – come gli stessi Fridays For Future, l’organizzazione sorta dall’esempio di Greta Thunberg – e anche comitati locali anche molto specifici impegnati sul territorio; tutti promuovono la transizione ecologica, sognano una società più equa e pulita e chiedono alle autorità un impegno concreto per realizzare una società sostenibile e contribuire davvero a risolvere i problemi che affliggono l’ambiente. Questa molteplice varietà testimonia una sensibilità diffusa e una buona presenza, anche molto capillare, dell’attivismo sul territorio ma al contempo implica una frammentazione di approcci e una minore efficacia nella comunicazione verso i decisori politici e nel dialogo con essi; tale frammentazione, inoltre, può contribuire a far perdere di vista gli obiettivi principali dell’attivismo climatico. Da qui, l’esigenza di individuare delle linee comuni d’azione per ritrovare efficacia nelle negoziazioni con il mondo politico.
I prossimi passi
D’ora in avanti, quindi, e fino ad aprile le organizzazioni coinvolte saranno impegnate nella raccolta delle istanze di carattere ambientale da portare agli organi di governo in modo più efficace di quanto non avvenisse fino a questo momento; l’impegno, ora, è volto a identificare una serie di istanze sulle quali “non si possono più fare dei passi indietro”, come sottolineato anche dai portavoce di Ci sarà un bel clima.
Definiti in Val d’Ossola i tavoli di lavoro preposti all’approfondimento dei diversi aspetti, da qui alla prossima primavera si individueranno e approfondiranno i macrotemi considerati più centrali nella lotta alla crisi climatica e di cui le autorità statali e politiche saranno chiamate a dare una risposta: dalle energie rinnovabili alla conservazione del paesaggio, alla riduzione delle emissioni carboniche. Parallelamente, l’obiettivo è anche quello di definire linee guida comuni per tutti gli attivisti, valide in tutte le loro azioni, richieste e comunicazioni: per farlo, verrà innanzitutto realizzato un documento che raccolga le attività svolte dai vari movimenti fino ad oggi, identifichi poi i punti cruciali per attuare la transizione in Italia e funga, quindi, da base per le proposte politiche da avanzare nel dibattito pubblico sui diversi temi individuati.
Gli Stati Generali del clima si presentano, insomma, fin dal loro primo atto, come un’iniziativa che, dando vita a una rete nazionale per l’azione climatica, sia in grado di formulare richieste chiare e proposte condivise e, quindi, più efficaci. L’ambientalismo italiano compie così un passo significativo e si prepara a fare sul serio.
(Foto credits: canale FB del collettivo ‘Un bel clima’)