Se c’è un proposito da mettere in pratica quest’anno è di capirci qualcosa di più di ambiente, clima e dei loro problemi, per agire con consapevolezza e fare scelte migliori.
L’educazione ambientale è un diritto, ma oggi anche un dovere civico e andrebbe insegnata a scuola: secondo l’Unesco, questa materia è il mezzo per conoscere la complessità dell’ambiente, sia naturale che creato dall’uomo, e per acquisire le conoscenze, i valori, i comportamenti e le competenze pratiche necessarie per partecipare in modo responsabile ed efficace alla prevenzione, alla soluzione dei problemi ambientali e alla gestione della qualità dell’ambiente. Eppure, nonostante l’Italia sia stata tra i primi Paesi dell’UE, nel 2021, a introdurre l’educazione ambientale nelle scuole, la materia d’insegnamento in sé e per sé negli istituti italiani di fatto non esiste: il Ministero la inserisce all’interno dell’Educazione Civica, senza una formazione adeguata del personale docente né una garanzia sul numero di ore di insegnamento.
Tra le altre cose, l’educazione ambientale è sicuramente un insegnamento che permette di innalzare la qualità dell’istruzione e avvicinarci all’obiettivo si sviluppo sostenibile Goal 4.
Ecco allora un elenco di risorse, spunti e materiali che possono aiutare i cittadini di tutte le età a orientarsi in questo ambito fondamentale e colmare le lacune.
1.Le associazioni ambientaliste
Organizzazioni note e diffuse come WWF, Lipu e Legambiente mettono a disposizione diverse risorse di educazione ambientale – dalle schede dedicate ai problemi di clima e inquinamento agli spunti di attività da svolgere singolarmente o in gruppo – e spesso organizzano campi scuola e programmi didattici che vengono proposti alle scuole. Ce ne sono di generali, ma spesso ogni associazione si concentra, anche nel settore dell’educazione, sul suo ambito di specializzazione; la Lipu, ad esempio, si focalizza su conservazione della natura e rispetto degli animali, tutela dell’ambiente e attenzione alla salute, mentre Legambiente promuove campagne informative su inquinamento, abusivismo edilizio, ecomafie e, ancora, energie rinnovabili e risparmio energetico.
2. I Centri di Educazione Ambientale
Un’altra opportunità per sopperire alle carenze strutturali del sistema educativo sono i Centri di Educazione Ambientale (CEA), presenti in tutta Italia, che si rivolgono a cittadini e scuole, ma anche agli Enti locali e alle aziende attente al tema. I CEA realizzano e propongono percorsi educativi, soggiorni didattici, iniziative di formazione, materiali didattici e divulgativi e si occupano di documentazione e ricerca, di comunicazione e informazione, da applicare in pratica sul campo, con particolare attenzione al rapporto dei temi affrontati con il territorio.
3.Le risorse di INDIRE
INDIRE – Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione, Ricerca Educativa raccoglie e mette a disposizione sul suo sito una varietà di risorse digitali e di spunti di approfondimento per docenti, educatori, famiglie e studenti, anche realizzati da altri istituti – come i servizi RAI o gli approfondimenti del CREA, ente di ricerca sulle filiere agroalimentari – su temi quali le contaminazioni degli alimenti, la dieta mediterranea, la produzione del lino e le panoramiche su cosa sono e come funzionano i cambiamenti climatici.
4.Film e documentari
Più adatti a giovani e adulti, meno ai bambini, i documentari sono oggi uno dei mezzi di informazione più diffuso e capillare, complice la fortuna delle piattaforme di streaming. Alcuni documentari negli ultimi anni hanno sollevato temi complessi portandoli all’attenzione dell’opinione pubblica, come i famosi “Seaspiracy” e “The Gamechangers“, che possono essere il punto di partenza per approfondire singoli problemi e le loro interconnessioni. La piattaforma (gratuita: è sufficiente registrarsi con l’indirizzo email) WaterBear, in particolare, propone corti, film e documentari a tema ambientale e sociale di grande interesse.
5. Il cartone realizzato da ASviS
Per i più piccoli, invece, può essere un ottimo prodotto Global Goals Kids Show Italia, un cartone dedicato ai piccoli spettatori della fascia 5-10 anni, realizzato da ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) in collaborazione con la Fondazione Edoardo Garrone e Rai Ragazzi – Responsabilità Sociale Rai. Si tratta di una serie animata andata in onda su Rai YoYo ma disponibile anche su Youtube, in 17 puntate di 3 minuti, ciascuna dedicata a uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite in modalità e con linguaggio adatti ai bambini. Un buon punto di partenza per educare i più piccoli, introducendoli ai temi della sostenibilità in senso ampio, da approfondire e praticare con l’esempio nella vita quotidiana.
6. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
La stessa Agenda 2030 dell’ONU, con i suoi obiettivi di sostenibilità, è infatti un ottimo strumento per affrontare tanti temi di attualità – dal clima alle conseguenze che i suoi drammatici cambiamenti hanno sulle popolazioni di tutto il mondo – in un’ottica propositiva. Questi sono alla base delle proposte di attività, anche da svolgere in classe, che diverse organizzazioni impiegano in risorse destinate a educatori e genitori; la stessa ASviS, ad esempio, ha realizzato un kit didattico pensato per la scuola primaria, che comprende schede di approfondimento per ciascun obiettivo di sviluppo sostenibile e le tematiche connesse.
7. Le iniziative del progetto Betula
Betula è un progetto di divulgazione ed educazione ambientale lanciato da due professionisti che comprende percorsi didattici, conferenze e lezioni a tema, escursioni naturalistiche, realizzazione di materiale didattico e divulgativo in cui la grafica dal tratto delicato ed espressivo gioca un ruolo importante, affascinando pubblici di tutte le età. Oltre a fornire i servizi citati, Betula ha anche un blog ricco di spunti, un canale Youtube e canali social in cui propone post divulgativi molto chiari. Come Betula, esistono diversi altri progetti analoghi: vale la pena fare un po’ di ricerca online.
8. Libri
In questa lista non potevano mancare i libri, il primario e il più classico strumento di apprendimento. Ce n’è per tutti i gusti: dai saggi alla narrativa (basti pensare ai romanzi del celebre autore indiano Amitav Gosh) alla divulgazione alla portata di tutti, anche di alto livello come Viaggio nell’Italia dell’Antropocene (Aboca) di Telmo Pievani e Mauro Varotto o il recentissimo Fitopolis, la città vivente (Laterza) di Stefano Mancuso, per arrivare ai testi più pratici che mirano a fornire una guida nelle scelte quotidiane: tra le ultime uscite si segnala ad esempio Ecominimalismo: l’arte perduta dell’essenziale (Gribaudo) di Elisa Nicoli.
9. I giovani attivisti
Per i più giovani, seguire sui canali social i volti più noti dell’attivismo ambientale può essere un ottimo modo per avvicinarsi alle tematiche più attuali e a coglierne le interconnessioni; oltre a venire a conoscenza di problemi che magari non conoscono, possono inoltre più facilmente identificarsi in una figura che sentono più vicina per stile di vita, riferimenti culturali e modo di comunicare e, quindi, sentirsi più coinvolti e motivati ad attivarsi: è questo, in fondo, ciò di cui abbiamo più bisogno. Da Greta Thunberg, capace di mobilitare migliaia di giovani in tutto il mondo, all’ugandese Vanessa Nakate, fino a Boyan Slat, ideatore di Ocean CleanUp.
10. Internazionale Kids
Esistono diversi periodici per bambini più o meno specifici, ma si segnala la versione per bambini del celebre settimanale che propone spesso, tra i suoi contenuti, approfondimenti in “formato bambino” delle tematiche di alcuni temi di attualità, compresi i problemi ambientali, con quesiti comuni e risposte formulate con linguaggio adeguato, ma con grande serietà, dagli esperti del tema.
(In copertina: Cavallino selvatico che si abbevera nello stagno della Giara di Gesturi in Sardegna – fonte Manuel Ville Design su Unsplash)