Città Verdi, il futuro passa dall’uso intelligente delle tecnologie

L’urbanizzazione è un fenomeno in atto da centinaia di anni. Secondo i dati più recenti delle Nazioni Unite il 55% della popolazione mondiale vive in paesi e città, percentuale che entro il 2050 si prevede possa aumentare fino a raggiungere il 70%. Questo significa che tutta la popolazione mondiale sarà prevalentemente aggregata in mega-città e che sia pertanto fondamentale capire già ora quali correttivi e miglioramenti apportare alla vita e all’organizzazione cittadina. Attualmente sono nel mondo 36 le megacity con oltre 10milioni di abitanti: la più popolosa è Tokyo con oltre 37 milioni e si prevede che per il 2100 sarà Lagos, Nigeria, con 88 milioni.

Numeri davvero impressionanti, che ci fanno pensare: ma come saranno queste città? Come si può fare in modo che garantiscano vivibilità e sicurezza e siano davvero resilienti? Non solo le mega-città, ma tutte quante, anche quelle più piccole, molte delle quali sono altrettanto minacciate dal cambiamento climatico, l’innalzamento dei mari e la crescita caotica.

Le città già attualmente sono responsabili del 70% delle emissioni di carbonio, con lo scoppio della pandemia sono diventate anche i principali luoghi di propagazione del virus, spingendo moltissime persone ad abbandonarle per trasferirsi in campagna, facendo presagire un loro declino. Ma, con tutta probabilità, le città continueranno ora e in futuro ad attirare persone che qui pensano di migliorare le proprie condizioni di vita.

La Fondazione Symbola ha recentemente presentato il nuovo Rapporto IILA-Symbola Economia Circolare e Città Verdi, una raccolta di buone pratiche italiane e latinoamericane di sviluppo urbano sostenibile, realizzata nell’ambito del Progetto IILA. “Le città del futuro dovranno essere sostenibili e a misura d’uomo. -ha sottolineato in una nota stampa Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. – L’Italia può fare la sua parte investendo sulla transizione verde, sul contrasto alla crisi climatica e sul Green New Deal grazie all’economia circolare, alla green economy, alla cultura, che tiene insieme competitività, ambiente e coesione sociale, innovazione e tradizioni antiche, empatia e nuove tecnologie, bellezza, capitale umano e legame con i territori. E la collaborazione con i Paesi dell’America Latina, cui ci legano culture e radici comuni, può arricchire questa prospettiva e permetterci di valorizzarla al meglio a partire dai nostri reciproci punti di forza”.

Molte città nel bacino del Mediterraneo e anche in Latino-America, sono oggi estremamente esposte al cambiamento climatico che si tradurrà nei prossimi decenni in un peggioramento delle condizioni meteorologiche: maggiore frequenza e intensità di eventi estremi, dalle alluvioni improvvise a periodi siccitosi; aumento della temperatura con il verificarsi di ondate di calore sempre più violente e innalzamento del livello del mare.

D’altra parte, però, le città sono anche causa dei cambiamenti climatici, dal momento che le attività a livello urbano sono la principale fonte di emissioni di gas-serra. Affinché gli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico abbiano successo, sarà necessario integrare i bisogni delle città e le loro capacità di gestione efficiente di tutti i fattori essenziali al loro funzionamento: acqua, energia, aria, materia e scarti.

Su questi temi concentra la sua attenzione il Rapporto di Symbola che evidenzia appunto, anche attraverso degli esempi di città italiane e latino-americane, come sia importante innovare e sfruttare nuove tecnologie e nuovi modelli economici (come l’economia circolare) per fare in modo che tutte le criticità delle città siano superate. Abbiamo oramai molti esempi e molti strumenti tecnologici che permetterebbero di fare dei grandi passi avanti, è necessario però che vi sia la volontà e la consapevolezza diffusa, che coinvolga le istituzioni, le imprese, i cittadini.

In particolare, raccomanda il Rapporto, va valorizzato il ruolo che può avere la tecnologia, se usata intelligentemente, non come fine ma come strumento, per raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale, di equità sociale e miglioramento culturale, e realizzare il balzo verso le comunità del futuro.

In copertina: Tokyo at golden hour – Photo by Arto Marttinen on Unsplash

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