Il Salone della CSR 2024: sfidare le contraddizioni

Dodicesima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale che mette al centro la biodiversità e l'approccio sistemico alla sostenibilità

Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale è tornato a Milano presso l’Università Bocconi, dal 9 all’11 ottobre 2024 proponendo un tema annuale molto interessante: sfidare le contraddizioni. In ogni settore, dall’economia, al sociale, all’ambiente, un mondo complesso ci mette davanti a sfide complesse.


Sfidare le contraddizioni, il messaggio del Salone della CSR 2024

Il mondo di oggi è complesso e numerose sono le contraddizioni e le sfide che siamo chiamati a risolvere come cittadini, aziende, comunità. Il tema di questa dodicesima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale ci ricorda che un modello economico sostenibile e inclusivo richiede un’azione collettiva e un approccio multidisciplinare: solo mettendo insieme competenze diverse possiamo raggiungere i nostri obiettivi economici, sociali e ambientali.

Se pensiamo a quanto siamo distanti dal raggiungere quasi tutti i 17 obiettivi dell’Agenda 2030, ci rendiamo conto che solo insieme possiamo vincere la sfida in un mondo pieno di contraddizioni, che si ritrovano anche quando consideriamo l’ambiente, gli habitat e la biodiversità.
Il messaggio del Salone è chiaro: occorre investire nell’innovazione, ridurre le disuguaglianze, sostenere la rigenerazione urbana e promuovere la trasformazione digitale. Il percorso che ogni singolo cittadino, ogni azienda, ogni comunità compie verso la sostenibilità presenta problemi, ostacoli e contraddizioni che non si possono risolvere applicando vecchi schemi di pensiero e di azione. Serve un approccio nuovo ai problemi e ripensare il modo di produrre, di consumare, di vivere e lavorare.

La sostenibilità è sempre più al centro delle strategie di molte imprese, anche grazie alle nuove leggi che impongono di redigere documenti sociali e ambientali e bilanci di sostenibilità. La sostenibilità è complessa e per affrontarla serve un’ottica sistemica e una visione integrata. Vedere la realtà in una prospettiva diversa è forse una delle chiavi che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi economici, sociali e ambientali del 2030 e 2050 ed è uno dei punti di discussione che ha caratterizzato questa edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale.

Conservazione, protezione, ripristino: l’impatto delle imprese sulla biodiversità

All’interno del Salone della CSR e dell’innovazione sociale edizione 2024, diversi panel hanno avuto come protagonista la biodiversità. Da come ridurre gli impatti negli ecosistemi ambientali, alla conservazione, protezione e ripristino.

Quest’ultimo incontro, moderato dal giornalista ambientale Emanuele Bompan, ha messo in relazione il ruolo delle aziende, ma anche dei governi e delle istituzioni, nel conservare e ripristinare la biodiversità.
Le imprese hanno un impatto sulla biodiversità e allo stesso tempo le imprese dipendono dalla biodiversità per la loro sopravvivenza: ecco una delle principali contraddizioni che le aziende devono cercare di risolvere.
Nel suo intervento, Marco Frey, UN Global Compact Network Italia, ha raccontato numerosi esempi di come i servizi ecosistemici sono essenziali per la vita di tutti noi e per la sopravvivenza delle imprese e dell’economia. I servizi di fornitura, di regolazione, culturali e di supporto alla vita fanno parte di un delicato equilibrio tra uomo e natura che abbiamo già sconvolto e che ora dobbiamo proteggere e ripristinare.
I consumatori oggi sono molto più attenti a questi temi: secondo il sondaggio Discrete Choice Experiment, sono molto favorevoli ad aziende e progetti che salvaguardano la biodiversità nelle zone di prossimità, cioè nelle aree e nei territori nei quali le aziende sono collocate.
Il cambiamento climatico mette a rischio l’economia, oltre alla sopravvivenza dell’uomo e delle specie naturali. Le aziende che capiranno questo concetto e agiranno di conseguenza, saranno avvantaggiate e riceveranno finanziamenti, oltre ad aumentare i loro profitti.
La difficoltà principale consiste nel misurare la biodiversità in modo scientifico e uniforme, per poter paragonare i dati all’interno dell’azienda e tra aziende diverse.
Numerose sono le realtà, come Etifor, che aiutano le aziende a misurare a quanto ammonta il loro impatto sulla biodiversità in modo da mettere in atto processi di riequilibrio e ripristino della natura.


Progetti e collaborazioni che aiutano la biodiversità: Join Nature di Fondazione Cariplo

Durante questa edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale tanti esempi di buone pratiche raccontano che è possibile proteggere e ripristinare la biodiversità. Le aziende che stanno muovendo i loro passi verso questi obiettivi si basano sui dati della scienza e sulle soluzioni basate sulla natura, nature base solutions.
Fondazione Cariplo coinvolge aziende e territorio in progetti di interesse pubblico che pongono attenzione al capitale naturale e alla biodiversità.
Il progetto Join Nature ha coinvolto aziende quali Edison e CAP, con oltre quaranta interventi nel territorio. Le aree geografiche interessate al progetto si trovano in Lombardia e nelle aree di Novara e Verbania. Il lavoro fatto, i risultati raggiunti, l’impegno delle aziende e delle istituzioni sono rese pubbliche all’interno di un database nel sito di Fondazione Cariplo.

Cariplo funge da soggetto aggregatore tra aziende, enti e terzo settore per unire le forze allo scopo di risolvere un problema comune: salvaguardare il territorio per salvaguardare l’economia delle imprese e delle aziende che lo abitano.
In questo contesto, Edison ha messo in atto un progetto per recuperare i terrazzamenti della Val d’Ossola, coinvolgendo le scuole e la popolazione, in una vera e propria “call to nature” che prevede di piantare piante locali come le patate, l’avena, la segale e altre nuove per la zona, come lo zafferano e la lavanda.
I progetti di CAP prevedono un impegno per il ripristino dei corridoi verdi che sostengono le popolazioni di impollinatori a rischio estinzione. Il lavoro sulle acque di CAP consiste ogni giorno nel gestire e trattare le acqua reflue e restituirle all’ambiente in modo che siano compatibili con l’ambiente stesso.
Investire nel capitale naturale premia a livello di ambiente, società ed economia.
I dati ci dicono che per 1 euro investito in biodiversità, ritornano a noi circa 15 euro
attraverso le forniture dei servizi ecosistemici
. Inoltre il 44% del PIL mondiale
dipende dai servizi ecosistemici.

Il fiume Po cui si riferisce l’immagine è tra gli ecosistemi italiani più straordinari e più a rischio (https://www.iucn.it/pdf/Lista-Rossa-Ecosistemi-Italia_2023.pdf)

L’Italia è uno tra i Paesi più ricchi di biodiversità in Europa e con numerosi habitat di
interesse comunitario, ma sono ancora troppi i danni fatti all’ambiente rispetto agli interventi di ripristino e recupero. Distruggiamo ancora troppa natura invece che ripristinarla.
La Nature Restoration Law e le prossime COP 16 e COP 29 saranno incontri importanti per dare indicazioni verso un’azione condivisa. Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale ha dato numerosi spunti, idee e momenti di confronto per andare insieme verso la direzione di un mondo sostenibile che rispetta la natura e gli ecosistemi. Ma per sfidare le contraddizioni e le complessità del mondo moderno servono l’azione e l’aiuto di tutti.

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