Tony Estanguet, presidente del comitato organizzatore, e Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, hanno annunciato le Olimpiadi di Parigi 2024 come le più green della storia. Addirittura climate positive.
Affermazioni ambiziose, che ovviamente attirano critiche.
Intanto, partendo dalla polemica, ricordiamo che l’evento più sostenibile è sempre quello che non si tiene.
Nonostante ciò, lo sforzo di Parigi 2024 è encomiabile. L’impegno e la cultura di responsabilità promossa in un evento di tale portata è un passo importante.
Non dimentichiamo che le Olimpiadi portano con se un significativo e importante valore sociale.
In tempi in cui la concorrenza tra Paesi si concretizza in conflitti, le Olimpiadi offrono un’opportunità unica per l’intero pianeta di impegnarsi in una sana competizione, promuovendo la pace e la cooperazione internazionale.
La tregua olimpica
La tregua olimpica, o Ekecheiria (ἐκεχερία), è la pratica greca nata oltre 3mila anni fa che sospende le ostilità durante i Giochi Olimpici, garantendo sicurezza di atleti e spettatori.
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha ripreso ufficialmente la Tregua Olimpica nel 1992. La risoluzione ONU del 1993 chiede agli Stati di osservare la tregua dal settimo giorno prima dell’apertura fino al settimo giorno dopo la chiusura dei Giochi. Questa tradizione è anche parte integrante dell’Agenda 2030 riconosciuta come un fattore chiave per lo sviluppo sostenibile. Lo sport è un’importante opportunità di dialogo tra comunità.
Dal 1994 (dal 2006 anche ai Giochi Paralimpici), e dunque anche per le Olimpiadi di Parigi 2024, il Presidente dell’Assemblea Generale ONU fa un appello. Promuove la tregua olimpica e i valori di pace, solidarietà e rispetto, esteso
Emissioni: prevenire, diminuire e poi compensare
Parigi 2024 si impegna a ridurre del 50% le emissioni di carbonio rispetto alle medie di Londra 2012 e Rio 2016. Dalla media di 3,5 milioni di tonnellate di CO2 di Londra 2012 e Rio 2016 (Tokyo 2020 non conta: si svolse senza pubblico causa Covid-19 ) a 1,75 milioni di tonnellate.
É come evitare l’equivalente di 1,3 milioni di voli da New York a Parigi.
Non solo, in questa edizione si vogliono includere anche le emissioni indirette come i viaggi degli spettatori. Stiamo parlando di Scope 3!
L’obiettivo è rendere questa edizione, la prima in linea con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Inizialmente promosso come evento a impatto positivo, affermazione fuoriviante, è stata poi chiarita la procedura. In linea con le norme anti greenwashing: riduzione al minimo delle emissioni e compensazione di quelle inevitabili.
Di fatto, Parigi 2024 ha iniziato fin dalla fase di candidatura a ridurre l’impronta di carbonio dei Giochi. È stato fissato un budget di carbonio che copre tutte le fasi di pianificazione e operazioni: dalla costruzione all’energia, trasporti, catering e approvvigionamento.
L’energia rappresenterà solo l’1% delle emissioni totali. Gli impianti utilizzeranno energia rinnovabile al 100% da impianti eolici e solari. Verrà anche ridotto al minimo l’uso di generatori diesel, sostituendoli con quelli alimentati da biocarburante, idrogeno e batterie. Per mantenere freschi gli atleti senza l’uso di aria condizionata, sarà installato un sistema di raffreddamento a base d’acqua sotto il Villaggio Olimpico, simile a quello del Louvre.
Verso Parigi 2024: i trasporti
L’argomento più complesso. Quello dei trasporti. Per le Olimpiadi e Paraolimpiadi di Parigi 2024 sono attesi oltre 15 milioni di visitatori, di cui 1,9 milioni dall’estero, con almeno 850.000 voli a lungo raggio previsti.
Per ridurre l’impatto, ogni sito olimpico sarà accessibile in bicicletta, grazie a una rete ciclabile di 60 km, parcheggi per biciclette e un potenziamento del servizio di bike sharing . Tutte le sedi di gara sono raggiungibili con mezzi pubblici, implementati del 15% nella regione di Parigi. Oltre l’80% delle sedi olimpiche si trova entro 10 km dal Villaggio Olimpico, riducendo i tempi di viaggio per atleti e atlete. La flotta di veicoli al loro servizio sarà composta da mezzi elettrici, ibridi e a idrogeno, con una riduzione del 40% nel numero di veicoli rispetto alle edizioni precedenti.
Tuttavia, il traffico aereo resta la grande sfida. Nonostante gli sforzi per ridurre l’impronta di carbonio, il trasporto aereo internazionale con le sue ingenti emissioni, continua a rappresentare un problema significativo. Questo solleva dubbi sulla compatibilità del modello olimpico attuale con i limiti planetari e l’Accordo di Parigi sul clima.
César Dugast, senior manager della società di consulenza climatica Carbone 4, afferma che è giunto il momento di ripensare il modello dell’evento sportivo globale.
“In generale, gli organizzatori di Parigi hanno compiuto sforzi encomiabili per ridurre l’impronta di carbonio all’interno del vecchio e storico modello dei Giochi Olimpici.
Ma la vera domanda è se questo modello sia effettivamente compatibile con i limiti del nostro pianeta e con l’accordo sul clima di Parigi. L’elefante nella stanza sono i viaggi aerei internazionali: un evento di questa portata con così tanti spettatori che volano da ogni angolo del mondo verso un unico luogo significa enormi emissioni di carbonio sui trasporti.
È tempo di reinventare completamente i Giochi, ad esempio dividendo diversi sport in diverse città in tutto il mondo, il che significa che gli spettatori sarebbero locali e altri sport possono essere seguiti in TV o nelle fan-zone. Ci sono molti modi in cui i Giochi Olimpici possono essere reinventati in modo che possano davvero affrontare la sfida della crisi climatica”.
Parola d’ordine: rigenerazione
Con l’obiettivo di migliorare la vita della comunità locale e a promuovere la sostenibilità, diversi progetti sono stati avviati per rigenerare la periferia nord-orientale di Seine-Saint-Denis.
Utilizzare edifici esistenti o strutture temporanee, riducendo al minimo le nuove costruzioni.
“La decisione più importante che abbiamo preso è quella di non costruire. A differenza dei grandi progetti edilizi dei Giochi di Rio, Londra e Tokyo, il 95% dei siti che saranno utilizzati a Parigi sono sedi esistenti o strutture temporanee.”
Georgina Grenon, direttrice dell’eccellenza ambientale per Parigi 2024.
Solo tre le nuove costruzioni previste: il Villaggio Olimpico, il Centro Acquatico e le infrastrutture per le gare di surf a Tahiti.
Il Villaggio Olimpico
Progettato come un eco-quartiere, il Villaggio Olimpico ospita 14.000 persone durante i Giochi. Costruito su un ex sito industriale con materiali a basso impatto, dopo i Giochi sarà trasformato in un nuovo distretto residenziale e commerciale. Fornirà posti di lavoro per 6.000 persone e alloggi per altrettanti. Un quarto delle residenze sarà destinato a edilizia pubblica, mentre un terzo sarà affittato a prezzi accessibili per studenti e lavoratori a basso reddito. Ristoranti, negozi e centri ricreativi ringiovaniranno l’area, dove il tasso di disoccupazione supera il 20%.
Il Centro Acquatico
Il nuovo Centro Acquatico offrirà una struttura polisportiva per la comunità locale, includendo piscine, pareti per arrampicata, strutture per il fitness e aree per sport individuali e di squadra. È costruito con materiali a basso impatto e dotato di 5.000 m² di pannelli fotovoltaici e una caldaia digitale che recupera calore dall’acqua delle docce e della piscina.
L’installazione di linee elettriche sotterranee e la riqualificazione del Canal Saint Denis miglioreranno la qualità della vita dei residenti. La costruzione di una barriera antirumore lungo l’autostrada A86 ridurrà il rumore del traffico. Inoltre, i Giochi fungono da catalizzatore per la pulizia del fiume Senna, con investimenti significativi per la bonifica dell’inquinamento. L’idea è rendere il fiume balneabile entro il 2025.
La Torre di Tahiti
Le gare di surf si terranno a Teahupo’o, nella Polinesia francese. La decisione di sostituire la tradizionale torre in legno per giudici e fotografi con una nuova in alluminio, ha suscitato polemiche. Gli organizzatori hanno infine ridotto le dimensioni della torre in risposta alle proteste, mantenendo la sicurezza necessaria per le Olimpiadi.
L’impronta materiale
Per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici e Paralimpici, Parigi 2024 ha calcolato la propria impronta materiale.
Ogni sede ha una mappa dettagliata delle risorse necessarie, con l’obiettivo di minimizzarle e controllarne il ciclo di vita prima, durante e dopo i Giochi. Dalle sedie ai tavoli, dalle tende alle palline da tennis, ogni risorsa è stata pianificata con attenzione.
Le strutture temporanee, come stand e tendoni, avranno una seconda vita dopo i Giochi. Saranno ridistribuite, riutilizzate o riciclate. Per gli allestimenti interni delle circa 40 sedi, l’organizzazione ha scelto di acquistare solo l’essenziale e optato per il leasing, riducendo il numero di elementi di arredo del 25%.
Dei due milioni di attrezzature sportive necessarie, tre quarti sono noleggiati o forniti dalle federazioni sportive. Più di tre quarti delle attrezzature elettroniche, come schermi, computer e stampanti, noleggiati. Il 90% dei 6 milioni di beni utilizzati sarà ripreso e riutilizzato dai partner. Per il restante 10%, si sta definendo un piano per la seconda vita.
I previsti 13 milioni di pasti previsti, verranno consegnati in modo responsabile, con un raddoppio della percentuale di ingredienti a base vegetale e un aumento delle opzioni vegetariane per spettatori e forza lavoro. L’80% degli ingredienti è di produzione locale, con un quarto proveniente entro 250 km dalle sedi. L’obiettivo è dimezzare la plastica monouso nel catering e riutilizzare il 100% delle attrezzature e infrastrutture di catering dopo i Giochi.
Coca-Cola, partner olimpico mondiale, installerà 700 fontane di acqua e soda in tutti i siti di Parigi 2024, e saranno presenti punti di distribuzione gratuita di acqua potabile. Gli spettatori potranno entrare con bottiglie riutilizzabili.