Il settore delle costruzioni, tradizionalmente legato a grandi opere e infrastrutture, sta affrontando una trasformazione radicale. Con un valore della produzione pari a 624 miliardi di euro e oltre 3,1 milioni di addetti, il comparto è un pilastro dell’economia italiana e un attore chiave per le sfide ESG.
Il Rapporto Federcostruzioni 2023 (presentato lo scorso ottobre) evidenzia infatti come lo sviluppo sostenibile sia diventato una necessità per competere.
Secondo il rapporto, il settore ha beneficiato enormemente degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, che ha destinato oltre il 60% delle risorse al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. includendo efficienza energetica, riqualificazione urbana e riduzione delle emissioni di CO2.
“La sostenibilità, la qualità e la sicurezza delle opere sono oggi gli elementi cardine per il futuro delle costruzioni. Il nostro settore è chiamato a giocare un ruolo fondamentale nella realizzazione degli obiettivi climatici europei e nella rigenerazione urbana”
Paola Marone, presidente di Federcostruzioni.
Nel 2023, l’intero comparto ha registrato una crescita del 6,9%, consolidando il suo contributo alla ripresa del Pil nazionale. L’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050 impone tuttavia una sfida ben più complessa. L’adozione di materiali sostenibili e soluzioni innovative per ridurre le emissioni di CO2 contribuiscono a tracciare un percorso chiaro verso un traguardo ambizioso.
Decarbonizzazione e transizione energetica: le sfide ESG
La decarbonizzazione è una delle sfide più significative per il settore delle costruzioni, che mira a contribuire concretamente agli obiettivi climatici europei. Il processo di transizione verso la neutralità carbonica entro il 2050 coinvolge ovviamente tutta la filiera. Dalla scelta dei materiali e al loro trasporto, alla fase di costruzione vera e propria, dove è essenziale ridurre gli sprechi e ottimizzare le tecniche di cantieristica. Gli edifici devono essere progettati, costruiti e gestiti in modo da ridurne l’impatto energetico, favorendo l’uso di energie rinnovabili e garantendo un’alta efficienza. Energy Efficiency First è il principio guida dell’intero percorso.
Affinché questo approccio possa garantire la competitività, è essenziale una politica industriale stabile che preveda incentivi, sostegni fiscali e finanziari, e investimenti in innovazione e sostenibilità. Questo è particolarmente importante perché i Paesi al di fuori dell’Unione Europea, soprattutto quelli con normative ambientali meno rigide, riescono spesso a mantenere costi di produzione più bassi.
In base ai dati di Federcostruzioni, circa il 55% degli edifici italiani risale agli anni ’60 e ’70, e il 19% è stato costruito prima del 1919. Questo richiede interventi urgenti per migliorare le prestazioni energetiche e sostituire i materiali obsoleti con quelli sostenibili.
Il PNRR ha dato una spinta significativa alla sostenibilità nel settore. Oltre il 60% degli investimenti è stato destinato a progetti sostenibili, tra cui la riqualificazione energetica degli edifici, la mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana.
La rigenerazione degli edifici rappresenta ormai il 40% del mercato delle costruzioni, ed è trainata da incentivi come il Superbonus 110%, che ha stimolato l’efficientamento energetico delle abitazioni, contribuendo a una crescita del 5% del settore nonostante le difficoltà economiche globali. Oltre al Superbonus, altri incentivi sono stati destinati alla sicurezza sismica e alla riduzione del rischio idrogeologico, rendendo gli edifici più resilienti.
“Il PNRR ha dato al settore una spinta senza precedenti verso la sostenibilità. Grazie agli incentivi fiscali, siamo riusciti a rinnovare il patrimonio edilizio, rendendolo più efficiente e sicuro”
Paola Marone presidente di Federcostruzioni.
Case Green: efficienza energetica e scadenze cruciali
Abbiamo già parlato della Direttiva Case Green, ma è il caso qui di ricordarla. La direttiva è parte del più ampio pacchetto Ue Fit for 55, che punta a ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questa direttiva si concentra sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio europeo.
Gli obiettivi principali riguardano la riqualificazione energetica degli edifici, con scadenze precise per migliorare la loro efficienza.
A partire dal 1° gennaio 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno passare alla classe energetica E, e successivamente, entro il 2033, alla classe energetica D. Entro il 2040, gli edifici in classe D dovranno adeguarsi ulteriormente, e l’obiettivo finale è che tutti gli edifici europei raggiungano emissioni zero entro il 2050.
Per realizzare questi obiettivi, sarà necessario intervenire prioritariamente sugli edifici energivori, soprattutto quelli di classe F e G, che rappresentano il 15% dell’intero patrimonio edilizio europeo. Le misure previste includono la riduzione dei consumi energetici attraverso ristrutturazioni come l’isolamento termico, l’installazione di pannelli solari e la sostituzione degli impianti di climatizzazione con soluzioni più efficienti. Questi interventi saranno fondamentali per abbattere le emissioni e migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, contribuendo così al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Materiali sostenibili e LCA
L’adozione di materiali sostenibili è un capitolo centrale per la transizione del settore. Il Rapporto Federcostruzioni 2023 sottolinea che la scelta dei materiali influisce direttamente sull’impatto ambientale di un edificio, dalla costruzione fino allo smaltimento.
Alcuni materiali sostenibili stanno diventando sempre più diffusi nel settore delle costruzioni.
Un esempio è il legno certificato, come quello che ottiene certificazioni FSC o PEFC, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Il legno, oltre a essere rinnovabile, è apprezzato per la sua capacità di stoccare CO2. Alternativa interessante è il bambù, che cresce rapidamente ed è molto resistente, rendendolo ideale per pavimenti, rivestimenti e strutture leggere.
Il calcestruzzo a basse emissioni rappresenta una svolta nell’edilizia sostenibile. Utilizza sottoprodotti industriali, come la cenere volante o la scoria d’altoforno, riducendo l’impatto della produzione del cemento, notoriamente molto energivoro.
Materiali come la lana di pecora, la fibra di legno, la cellulosa riciclata e il sughero sono diventati invece popolari per le loro qualità isolanti, sia termiche che acustiche, oltre a essere biodegradabili.
I mattoni in terra cruda, realizzati con argilla e sabbia locali, sono un materiale tradizionale a basso impatto ambientale. Non richiedono infatti la cottura ad alte temperature come i mattoni convenzionali. La canapa è un materiale sempre più utilizzato. Sia come pannello isolante che come rinforzo nei blocchi di calcestruzzo (hempcrete), grazie alle sue proprietà isolanti e alla rapidità con cui può essere coltivata, rappresentando così una risorsa rinnovabile e a basso impatto. Infine, l’adozione di pannelli solari e fotovoltaici permette di rendere gli edifici energeticamente più efficienti, trasformando i tetti e le superfici esposte in fonti di energia rinnovabile.
Anche i materiali riciclati, come plastica, vetro o quelli provenienti da demolizioni, sono utilizzati in nuove costruzioni, riducendo l’uso di risorse vergini.
L’approccio basato sul ciclo di vita (Life Cycle Assessment – LCA) è fondamentale per valutare e ridurre l’impatto ambientale complessivo.
I materiali più duraturi riducono il consumo di risorse e necessitano di meno manutenzione, prolungando il ciclo di vita degli edifici. In particolare, l’efficienza energetica diventa cruciale per ridurre il fabbisogno di riscaldamento e raffreddamento, grazie a materiali ad alta capacità termica.
“La sostenibilità passa attraverso l’uso di materiali innovativi e una gestione responsabile delle risorse. Solo guardando all’intero ciclo di vita possiamo ridurre l’impatto del settore”
Paola Marone Paola Marone, presidente di Federcostruzioni.
Le opportunità della digitalizzazione
Pensiamo a strumenti come il BIM (Building Information Modeling), il GIS (Geographic Information System) e i Digital Twin. Questi strumenti contribuiscono a migliorare la precisione nella progettazione, consentono di ridurre sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse. Le simulazioni dettagliate aiutano a tracciare e monitorare i materiali e supportano il riutilizzo, promuovendo così un modello di economia circolare. In cantiere, l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things (IoT) offrono una sorveglianza continua, permettendo di identificare criticità in tempo reale e intervenire subito per risolverle.
La digitalizzazione rende inoltre più semplice l’adozione di un approccio integrato e sostenibile fin dalla progettazione. Grazie a piattaforme di collaborazione digitale, è possibile coinvolgere tutti gli attori della filiera, favorendo decisioni condivise e trasparenti. Questo approccio permette di considerare e mitigare gli impatti ambientali e sociali già nelle fasi iniziali, evitando resistenze e promuovendo il coinvolgimento delle comunità locali.
I processi digitali semplificano infine anche l’adesione a certificazioni e standard internazionali, come il protocollo Envision e le direttive della tassonomia europea. Questi strumenti aiutano a misurare e documentare l’impatto sostenibile dei progetti, garantendo trasparenza e facilitando il rispetto delle normative ambientali. La possibilità di automatizzare la raccolta e l’analisi dei dati rende il percorso di certificazione meno oneroso e più accessibile per le aziende.
Rigenerazione urbana e inclusività sociale
La rigenerazione urbana è un pilastro della sostenibilità nel settore delle costruzioni. Il rinnovamento delle città migliora l’efficienza energetica degli edifici, e favorisce l’inclusività sociale, creando quartieri più vivibili e accessibili.
Nel 2023, il settore delle costruzioni ha visto una crescita del 5%, grazie soprattutto agli investimenti nella riqualificazione abitativa, sostenuti dagli incentivi fiscali, e alle opere pubbliche, influenzate positivamente dal PNRR e dai fondi strutturali 2014-2020.
Nel 2024, però, lo scenario cambia.
Le previsioni ANCE indicano un calo degli investimenti nel settore delle costruzioni del 7,4%. Calo dovuto alla diminuzione degli interventi di manutenzione straordinaria, che negli ultimi anni hanno rappresentato una parte importante del mercato, e che ora risentono della fine dei meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura. La flessione prevista in questo comparto dovrebbe riportare i livelli di investimento a quelli pre-pandemia. Calo anche per l’edilizia abitativa nuova e il settore non residenziale privato.
Di contro, il 2024 sta registrando una forte crescita degli investimenti nelle opere pubbliche, con un incremento del 20%, trainato dall’accelerazione degli investimenti del PNRR. In questo contesto, la rigenerazione urbana assume un ruolo centrale. Uno spostamento di focus, dal settore privato alle opere pubbliche e alla rigenerazione urbana, essenziale per sostenere il settore delle costruzioni e contribuire a una crescita più sostenibile nel lungo termine.
La creazione di spazi accessibili e ben progettati favorisce la coesione sociale e riduce le disuguaglianze. Un esempio di inclusività è il recupero di edifici pubblici dismessi, trasformati in alloggi per studenti e famiglie, contribuendo a ridurre il disagio sociale.
Una sfida per il futuro
Il futuro del settore delle costruzioni è strettamente legato alla capacità di adattarsi e innovare. La sostenibilità rappresenta una necessità strategica e una opportunità che richiede il consolidamento degli step di percorso. La vera sfida, infatti, non è solo quella di adottare soluzioni sostenibili, ma di mantenere la continuità di questi progressi, garantendo che le politiche adottate oggi si traducano in risultati concreti nel lungo termine.
L’integrazione di tecnologie avanzate, materiali eco-compatibili e una maggiore attenzione al ciclo di vita degli edifici sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050.
Il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità delle imprese di collaborare con governi e istituzioni, promuovendo incentivi e certificazioni che valorizzino la sostenibilità.
Anche la rigenerazione urbana rappresenta un’opportunità unica per trasformare le città italiane in luoghi più inclusivi e sostenibili. Attraverso partenariati pubblico-privati e il coinvolgimento delle comunità locali, sarà possibile realizzare progetti che migliorino la qualità della vita, riducano le disuguaglianze e contribuiscano agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – SDGs.
In questo contesto, gli incentivi fiscali e la semplificazione burocratica rimarranno cruciali per sostenere il ritmo della transizione ecologica ed energetica
“Il settore delle costruzioni è chiamato a diventare il motore del cambiamento. Ma per farlo, dovrà scommettere sulla sostenibilità come leva strategica e non come semplice obbligo normativo”
Paola Marone presidente di Federcostruzioni.