Recap su bottiglie di plastica e tappi in Europa

Tutto quello che devi sapere sulle normative delle bottiglie di plastica e i relativi tappi. Dal 2025, almeno il 25% di materiale riciclato sul PET

Prima le linguette di metallo, poi gli anelli per confezioni multiple, ora i tappi di plastica delle bottiglie.
La raccolta differenziata è il primo passaggio per un corretto riciclaggio. Separare e aggregare i rifiuti per tipologia, consente di ottimizzare conferimento, riutilizzo e riciclo dei materiali.

Era il 1989 quando la linguetta di metallo delle lattine smise di staccarsi. Una piccola rivoluzione negli imballaggi per bevande. Una legge statunitense introdusse le linguette “a scomparsa”: sarebbero rimaste attaccate alla lattina dopo l’apertura. All’improvviso, ci ritrovammo un fastidioso e tagliente pezzo di metallo che complicava il semplice gesto di bere direttamente dalla lattina. Prima di abituarci ci siamo chiesti più volte se quel cambiamento fosse davvero una buona idea. Al tempo, sensibilizzazione e consapevolezza sulle questioni ambientali erano ancora poco diffuse. Fu così che la comunicazione enfatizzò soprattutto il fatto che, girando il tappino, si poteva inserire comodamente la cannuccia. Ovviamente di plastica! 

Il 1994 fu il turno dei famigerati six-pack. Gli anelli di plastica che tenevano insieme le lattine nelle confezioni da multiple. Trappole micidiali per le tartarughe marine, che vi rimanevano impigliate e rischiavano di strangolarsi. Il Congresso degli Stati Uniti stabilì che dovessero essere realizzati in plastica biodegradabile, o carta.

Il 2024 è stato l’anno dei tappi delle bottiglie di plastica. Come per le linguette delle lattine, ovviamente, l’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale di piccole parti che rischiano di finire disperse nell’ambiente.
I tethered caps, i tappi che restano ancorati alla bottiglia, sono obbligatori nell’Unione Europea dal 3 luglio 2024. Con un po’ di cultura della sostenibilità in più rispetto agli anni ’80, oggi abbiamo accolto e accettato di miglior grado questa innovazione. 

La normativa: passi verso la sostenibilità integrata

La nuova regola che obbliga i tappi a restare ancorati alla bottiglia deriva dalla Direttiva UE 2019/904, nota come Direttiva SUP – Single Use Plastics. Questo provvedimento, recepito in Italia con il D.Lgs. 196/2021, mira a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti in plastica monouso e a promuovere un’economia circolare in tutta l’UE.
La Direttiva si basa su tre principi fondamentali:

tappi plastica
Foto di Aneta da Pixabay
  1. Prevenzione della dispersione. Limitare l’abbandono nell’ambiente di materiali difficili da degradare.
  2. Promozione del riciclo. Incentivare la raccolta differenziata e l’utilizzo di materiali riciclati.
  3. Responsabilità estesa dei produttori. Coinvolgere chi immette sul mercato questi prodotti nei costi di gestione dei rifiuti.

Ciò che qui interessa è che, nello specifico, la normativa impone che i contenitori di plastica monouso con capacità fino a 3 litri, comprese bottiglie e imballaggi compositi come i cartoni per succhi e latte, debbano avere tappi che restano attaccati al contenitore per tutto il periodo di utilizzo.
Cambiamento progettuale che non riguarda invece i contenitori in vetro o metallo.

Per quanto riguarda invece le lattine, la Direttiva introduce requisiti specifici per migliorare la sostenibilità e la gestione del fine vita degli imballaggi. A partire dal 2025, le lattine in PET dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata, una percentuale destinata a salire al 30% entro il 2030 per tutti i contenitori. Sarà inoltre obbligatorio inserire sulle lattine indicazioni visibili e indelebili che guidino i consumatori sulle modalità corrette di smaltimento, favorendo un riciclo più efficiente.

Nuovi cambiamenti sulle bottiglie di plastica

A partire dal 1° gennaio 2025, entra in vigore un cambiamento significativo per la produzione di bottiglie in plastica nell’Unione Europea. La Direttiva UE 2019/904, adottata per ridurre l’impatto ambientale di determinati prodotti in plastica, impone agli Stati membri di garantire – proprio a partire da quest’anno – che tutte le bottiglie per bevande in PET contengano almeno il 25% di plastica riciclata.

Questo è solo il primo passo di un percorso più ampio: dal 2030, la quota minima di plastica riciclata dovrà salire al 30%, con l’obiettivo di ridurre il consumo di plastica vergine e promuovere una gestione più sostenibile delle risorse.

I benefici per l’ambiente: dati e prospettive

I tappi delle bottiglie di plastica sono tra i rifiuti più diffusi e impattanti sulle spiagge e nei mari di tutto il mondo.
Studi e rapporti hanno ripetutamente dimostrato quanto sia grave la situazione. I tappi di plastica rientrano tra i cinque oggetti più raccolti durante le operazioni di pulizia e monitoraggio delle coste. La loro presenza è devastante tanto per l’estetica dei paesaggi naturali, quanto per la fauna marina. Mammiferi, tartarughe, uccelli e pesci li scambiano spesso per cibo, rischiando l’ostruzione fatale dell’apparato digerente.

Secondo Legambiente, l’indagine “Beach Litter 2019” ha rivelato la presenza di almeno un tappo di plastica per ogni metro di spiaggia analizzato in Italia. Nel rapporto successivo del 2024, la situazione è leggermente migliorata, ma i tappi restano comunque tra i rifiuti più comuni.
A livello globale, la North Sea Foundation ha raccolto nel 2017 oltre 10.000 tappi sulle coste olandesi del Mare del Nord. Di questi, più dell’80% proveniva da imballaggi di bevande. Tuttavia, da quando alcune aziende hanno iniziato a introdurre i tappi ancorati alle bottiglie, si è registrata una riduzione significativa. Con 3.000 tappi in meno raccolti entro il 2022 sembra che questa misura possa avere un impatto tangibile.

Ancora. Secondo il WWF, ogni anno circa 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono negli oceani e altrettanti nell’ambiente terrestre. La maggior parte di questi rifiuti è costituita da plastica monouso, tra cui i tappi, che sono realizzati in polietilene ad alta densità (HDPE). Questo materiale è molto resistente e difficile da degradare, con una persistenza nell’ambiente che può durare decenni. Sappiamo inoltre che la produzione globale di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni di gas serra. Potrebbe salire al 4,5% entro il 2060 se non verranno adottate misure correttive.

bottiglie e tappi di plastica
Foto di VIVIANE M. da Pixabay

Il percorso a ostacoli della transizione ecologica

La Direttiva SUP è parte del percorso che l’Europa affronta per ridurre i molteplici effetti dell’economia lineare.
Percorso orientato dal Green Deal e dagli SDGs, guidato dai criteri ESG, e gestito dalla CSRD e CS3D.
A livello globale, per molti aspetti, il percorso non è ancora chiaro. Come sempre accade, non tutti i Paesi condividono le stesse priorità, obiettivi e strategie.

Trattato mondiale sull’inquinamento da plastica

Lo dimostra il recente fallimento dell’INC-5, il quinto round di negoziati per il trattato globale sull’inquinamento da plastica, svoltosi a dicembre 2024 a Busan, Corea del Sud. L’incontro, che avrebbe dovuto definire un accordo internazionale legalmente vincolante, si è concluso senza risultati concreti.
Le divergenze principali hanno riguardato innanzitutto l’ipotesi di riduzione della produzione di plastica, osteggiata dai maggiori produttori di petrolio, come l’Arabia Saudita.
Altro punto di grandi divergenze riguarda l’entità dei finanziamenti ritenuti adeguati per affrontare le tematiche ambientali. Disponibilità e predisposizioni divergono ampiamente tra Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Non ultimo, e fondamentale, emerge un disaccordo di base sulle stesse definizioni di plastica e rifiuto. Un eventuale trattato deve partire dalla definizione dei perimetri.
Il prossimo round negoziale, previsto per il 2025, sarà cruciale per colmare le distanze e costruire un accordo che affronti la crisi della plastica in maniera sistemica. Si spera.

La presidenza Trump: tra deregulation e incentivi

Una digressione all’evoluzione delle posizioni oltre oceano è dovuta a Donald Trump. Fin dal suo primo discorso è già evidente che gli Stati Uniti vivranno un ritorno a politiche deregolatorie, già sperimentate durante il suo primo mandato. Politiche che favoriranno lo sviluppo dell’industria chimica e della plastica vergine. Tanto è che l’American Chemistry Council ha già pubblicamente accolto con entusiasmo la nuova amministrazione, vedendola come un’opportunità per rafforzare il settore manifatturiero e la competitività americana a livello globale.

Questa direzione politica si tradurrà certamente in una maggiore libertà per l’industria plastica, con un probabile rallentamento degli investimenti in materiali innovativi e un minore impegno verso accordi internazionali come il Trattato Globale sulla Plastica. Sebbene l’approccio deregolatorio può incentivare la produzione e ridurre i costi a breve termine, rischia di compromettere i progressi nella sostenibilità e la competitività globale delle aziende americane, in un mercato internazionale sempre più orientato a soluzioni eco-friendly.

Tappi di plastica: implicazioni e critiche

L’introduzione dei tappi solidali ha portato cambiamenti significativi per l’industria delle bevande e degli imballaggi. Ha generato infatti un impatto rilevante sia dal punto di vista economico che operativo.
Aziende leader come Coca-Cola e Nestlé si sono mosse in anticipo, sperimentando i tethered caps già nel 2022 in mercati pilota. Si sono adattati rapidamente alla normativa, trasformando un obbligo legislativo in una strategia per consolidare la propria immagine di sostenibilità.
Per molti altri produttori, specialmente PMI, l’adeguamento non è stato però altrettanto semplice. La necessità di riprogettare i tappi e di aggiornare i macchinari ha comportato investimenti significativi, mettendo a dura prova le capacità finanziarie di realtà meno strutturate.
I vantaggi della misura sono comunque tangibili, soprattutto sul piano ambientale. I tethered caps, integrati al contenitore, prometteranno di ridurre questa forma di inquinamento del 30% entro il 2030.
La progettazione che unisce tappo e bottiglia semplifica la raccolta differenziata e promuove una più efficace chiusura del ciclo della plastica, contribuendo concretamente all’economia circolare. Aziende virtuose hanno colto questa occasione per innovare ulteriormente, ad esempio riducendo il peso dei tappi per diminuire l’utilizzo complessivo di plastica.
Ma la critica ha sollevato dubbi sull’effettiva portata della misura, accusandola di rappresentare un’operazione di greenwashing più che un cambiamento sostanziale, considerando le dimensioni globali del problema della plastica.

Anche dal punto di vista sociale si evidenzia una riduzione di impatto. Questi tappi garantiscono anche una maggiore accessibilità per le persone con disabilità e una sicurezza maggiore per i bambini, minimizzando il rischio di ingestione accidentale. Parallelamente, i consumatori hanno inizialmente mostrato resistenza. Abituarsi a una nuova modalità di utilizzo non è stato immediato e ha richiesto un lavoro di sensibilizzazione per favorire l’accettazione dei tethered caps.

Tiro alla fune tra bottiglie e tappi
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