Turismo lento all’italiana, muoversi sulle due ruote

Il cicloturismo è una modalità di vacanza in contrapposizione rispetto a quella mordi e fuggi nelle località più inflazionate, che ha già mostrato tutti i suoi limiti; l'Italia può vantare piste e percorsi spettacolari su tutto il territorio, da nord a sud.

Il turismo è sinonimo di vacanza, relax e piacevole scoperta, ma oggi sappiamo che può rappresentare anche un problema complesso. Il turismo di massa, infatti, concentrandosi soprattutto in poche località – in Italia, in particolare, le città d’arte più note: Roma, Firenze e Venezia in testa – fa aumentare a dismisura il costo della vita, svuotando il centro, e porta spesso a una standardizzazione e a un appiattimento delle attività economiche, tra menù turistici e negozi di souvenir made in China, impoverendo le specificità locali che di quei luoghi hanno costruito il fascino; talvolta, come nel caso estremo di Venezia, il grande afflusso , che spesso si concentra in alcuni periodi dell’anno, porta anche problemi strutturali alla fragilità dei centri storici. Prende allora il nome di overtourism, espressione che sottolinea l’eccesso di arrivi, che troppo spesso si concentrano sulle solite tappe veloci, da consumare in sequenza, una dopo l’altra, senza il tempo necessario per andare a fondo. Sul piano ambientale, tra i problemi maggiori ci sono quelli legati al traffico e all’inquinamento che produce, che si tratti di auto o, in modo ancora più rilevante, di navi da crociera e aerei, i mezzi più inquinanti. Ma i modi per fare turismo diverso, più rispettoso dell’ambiente circostante e più dolce esistono. Una di queste è il cicloturismo, che si muove sulle due ruote della bicicletta.

Perché scegliere la bici

La bicicletta non è “solo” un mezzo di trasporto sostenibile, rispettoso – anche della natura e degli animali che la abitano, dato che è silenzioso – e un bel modo per evitare i rallentamenti del traffico cittadino e allo stesso tempo per fare movimento (che contribuisce anche al buonumore) sfruttando gli spostamenti quotidiani, spesso persino accorciando i tempi di percorrenza. Ma è anche un mezzo per connettersi con il paesaggio in vacanza, magari fuori dalle solite rotte, per concedersi una vacanza diversa dal solito.

Si parla in questi casi di slow tourism, letteralmente “turismo lento”, un modo di viaggiare che aiuta ancora di più a staccare dalla stressante routine quotidiana, immergendosi nei paesaggi naturali e nei borghi a un ritmo lento, provando i prodotti locali e sostenendo un’economia fuori dalle mete più trafficate, per valorizzare, invece, le aree più trascurate, comprese quelle interne. Sono tanti, quindi, i motivi per cui lo slow tourism è sempre più diffuso: secondo le stime dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio ISNART, il cicloturismo nel 2022 ha generato 33 milioni di presenze, pari al 4,3% di quelle totali registrate in Italia, per un impatto economico diretto di oltre 4 miliardi di euro.

Dal Nord al Centro

Senza avere la pretesa di esaustività, le scelte per chi vuole inforcare le due ruote sono tante, da Nord a Sud del Paese. Immaginando di percorrere l’Italia a partire dal nord-ovest, tra le piste più spettacolari una delle prime che si incontra è senza dubbio la MareMonti, in Liguria. Adatta a tutti perché breve e pianeggiante, e allo stesso tempo mozzafiato per i panorami che offre – interamente sul mare – il percorso inizia poco lontano dalle Cinque Terre, a Levanto, e collega i paesi di Bonassola e Framura, per un totale di 6 km.

Per passare dal mare al lago, spostandosi verso est si incontra un’altra ciclabile spettacolare: il tratto esistente di quella che diventerà Garda by Bike, un progetto di ben 140 km complessivi che sarà completato entro il 2026; il progetto – che già dal 2018, quando è stato inaugurato il primo tratto, è apprezzato da cicloamatori italiani e stranieri – è ambizioso, vedendo la partecipazione  delle Regioni Lombardia e Veneto e della provincia di Trento, mentre in futuro sarà inserito a pieno titolo nella rete ciclabile europea di EuroVelo 7 ed EuroVelo 8.

Superate le varie ciclabili della Pianura Padana, per proseguire ancora più a est, si segnala la ciclabile della Val Rosandra, in provincia di Trieste, che ricalca il tracciato della vecchia ferrovia che attraversava il Carso congiungendo Trieste ad Erpelle (Hrpelje), in Slovenia, dismessa nel 1961 e che oggi permette di attraversare il confine di Stato senza nemmeno rendersene conto.

Proseguendo il nostro immaginario viaggio in direzione sud, si segnala in particolare la Rete ciclabile dei Trabocchi, in Abruzzo: un vero e proprio reticolo che si sviluppa tra la Costa dei Trabocchi e la campagna dell’interno, tra stradine bucoliche e la Maiella, con una vista privilegiata sulla potente natura abruzzese. Il progetto è particolarmente interessante non solo per la bellezza dei paesaggi attraversati, ma anche perché offre una varietà di opzioni, sia per chi desidera una passeggiata tranquilla – e magari vuole spostarsi anche in treno: qui può farlo, dato che nei 263 Km totali, in 12 percorsi, sono sparse nove stazioni ferroviarie per un viaggio intermodale 100% sostenibile – sia per ciclisti allenati che prediligono tratti più impegnativi.

Qualcosa di decisamente diverso si può fare, ad esempio, in Toscana, percorrendo in bicicletta l’anello delle mura cittadine, per 4,5 km di passeggiata accessibili a tutti; volendo, allontanandosi leggermente dal centro si può poi proseguire dopo aver completato il giro, fino a raggiungere il vicino parco fluviale.

Il Sud e le Isole

Anche nel meridione d’Italia e nelle Isole maggiori non mancano le opzioni per chi sceglie la bicicletta per le sue vacanze e per scoprire il territorio in un modo non scontato. Tra le più belle ci sono i 545 km che attraversano le quattro grandi aree protette dei parchi calabresi del Pollino, della Sila, della Serre e dell’Aspromonte. La Ciclovia dei Parchi della Calabria, che da questi prende il nome, attraversa oltre 60 centri abitati, tra frazioni, borghi e paesi più popolosi e presenta diversi tratti anche piuttosto impegnativi che caratterizzano il paesaggio calabrese.

Altra scelta per i più allenati è il percorso ad anello del Cilento, chiamato Via Silente, che comprende 600 km, per 15 tappe complessive che si dipanano nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno.

In Sardegna, ad esempio, tra i molti tratti particolarmente scenografici c’è quello che collega Siliqua con Calasetta, sulla costa nord-orientale della meravigliosa isola di Sant’Antioco, passando per il centro urbano di San Giovanni Suergiu, nel cuore del Sulcis. Questa pista ciclabile, come altre viste in precedenza, percorre la vecchia ferrovia a scartamento ridotto costruita negli anni Dieci del XX secolo in seguito alle spinte delle popolazioni locali.

In Sicilia, invece, tra le tante meraviglie dell’isola si segnalano la Via dei Tramonti, la Via del Nord e la Via della Liberazione, i tre tratti che compongono il più ampio Periplo della Sicilia, costituito da 21 tappe per 1.200 km totali che, se percorso in bici, può regalare una prospettiva nuova sull’isola.

I percorsi elencati danno la possibilità di godere dei servizi locali, dai ristoranti agli ostelli, dai rifugi agli alberghi alle botteghe lungo la strada, sostenendo l’economia locale e vivendo esperienze autentiche; non è difficile, poi, trovare online le informazioni su tempi di percorrenza e intensità del percorso, a conferma del fatto che sempre di più l’Italia si conferma una meta perfetta per cicloturisti e cicloamatori appassionati, alla scoperta di un modo di viaggiare più lento, forse, ma certamente più appagante ed ecologico.

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