Il 2024 è stato un anno intenso, in cui non sono mancati drammatici avvenimenti politici ed economici, rivolgimenti e guerre e, ovviamente, nemmeno le cattive notizie, comprese quelle che riguardano l’ambiente e la biodiversità. Accanto agli eventi preoccupanti, però, ce ne sono stati anche molti che fanno ben sperare: ecco allora una selezione degli avvenimenti del 2024 positivi per l’ambiente, per il Pianeta e per i suoi abitanti, che vogliamo portarci nel nuovo anno per cominciare il 2025 con lo spirito giusto.
1.La Corte dell’Aja valuta l’impegno climatico degli Stati
Sono cominciate alla Corte Internazionale dell’Aja, nei Paesi Bassi, le udienze sul parere consultivo richiesto dall’Assemblea Generale dell’ONU in merito all’impegno ambientale dei Paesi membri. Tutto era cominciato nel 2019, su iniziativa di alcuni studenti di otto nazioni insulari del Pacifico, supportati poi dal Presidente di Vanuatu che ha portato la richiesta davanti all’Assemblea Generale dell’ONU. Siamo ancora nelle fasi preliminari del procedimento, ma la notizia testimonia la serietà con cui il massimo organo del diritto internazionale sta prendendo il tema: infatti, la Corte potrebbe ora esprimersi a favore dell’introduzione di un obbligo legale per gli Stati di impegnarsi concretamente per l’ambiente. E, se è vero che un parere consultivo – che, di fatto, è il modo in cui una Corte interpreta le leggi, in particolare nel caso di testi molto generici o di norme espresse decenni fa – è vincolante per gli Stati, il suo peso resta importante.
2.La carbon tax danese
Mentre in Italia carbon tax (tassa sul carbonio, cioè sulle emissioni inquinanti) suona ancora come una parolaccia – nonostante sia ritenuta persino dal Fondo Monetario Internazionale uno strumento fondamentale – in Danimarca lo scorso luglio il governo ne ha pianificata una molto efficace: quella sugli allevamenti, che diventerà operativa nel 2030; il Paese è il primo al mondo a fare una cosa del genere, come parte di un piano per rendere l’agricoltura più sostenibile, dal momento che gli allevamenti sono responsabili di oltre il 17% delle emissioni di gas serra del Pianeta.
3.Berkley vieta gli allevamenti intensivi
A proposito di allevamenti, la città di Berkeley, in California, è la prima degli Stati Uniti a vietare la presenza sul suo territorio di quelli intensivi, che non sono solo infrastrutture crudeli e pericolose – basti pensare a quanto facilmente al loro interno si diffondono pericolosi virus, che in breve escono dai recinti e raggiungono le città – ma anche importanti contributori della crisi climatica. Naturalmente una sola municipalità, per quanto rilevante, non può fare una grande differenza, ma può dare l’esempio e diffondere le buone pratiche, in un vero e proprio circolo virtuoso.
4.La più grande area marina protetta d’Europa
Nell’arcipelago delle Isole Azzorre – territorio autonomo del Portogallo – è stata approvata la legge che di fatto crea la più grande area marina protetta d’Europa e dell’Oceano Atlantico settentrionale, per un totale di 287mila chilometri quadrati; l’area, infatti, copre il 30% dell’oceano che circonda l’arcipelago e addirittura la metà di tale estensione è “completamente protetta” – cioè vi sono vietate le attività estrattive e distruttive, compresa la pesca, e sono regolamentate le immersioni, il nuoto e il turismo – mentre la restante estensione è classificata come “altamente protetta”.
5.Dal narcotraffico al turismo sostenibile
In Colombia, Paese funestato dal traffico di droga e dalla violenza che lo accompagna, il tasso di deforestazione – in larga parte provocata dalla produzione di sostanze stupefacenti: basti pensare che circa il 13% della deforestazione in tutto il mondo è dovuta a colture di coca – è diminuito del 36% in un anno, segnando un nuovo minimo storico nella storia del Paese. Il risultato è dovuto alle nuove politiche governative contro il narcotraffico e al sostegno a progetti virtuosi di protezione delle foreste, tra cui quelli che promuovono il turismo sostenibile, in particolare legato al birdwatching, e la formazione di guide turistiche in questo settore – sottraendo, così, manodopera alla malavita – frutto della collaborazione tra la Fondazione per la Conservazione e lo Sviluppo sostenibile (FCDS) e l’Associazione di birdwatching Guaviare. La stessa Colombia, tra l’altro, lo scorso ottobre ha annunciato l’assegnazione del ruolo di autorità ambientali a oltre 100 comunità indigene, riconosciute come vere e proprie sentinelle del territorio in cui abitano.
6. Le anziane svizzere per il clima hanno vinto
L’associazione svizzera KlimaSeniorinnen (Anziane per il Clima), a cui aderiscono circa 2.300 donne over-65, riunitesi per denunciare il loro Paese di inazione climatica, ha ottenuto ad aprile un importante riconoscimento: la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di Strasburgo ha accolto la loro richiesta, riconoscendo che la protezione del clima è un diritto umano e che la Svizzera lo ha violato.
7.Il Regno Unito ha chiuso la sua ultima centrale a carbone
La centrale energetica alimentata a carbone di Ratcliffe-on-Soar, nel Nottinghamshire, fino a inizio autunno era l’ultima ancora in funzione nel Regno Unito, un Paese che sul carbone ha fondato il proprio sviluppo industriale ed economico a partire dall’Ottocento e la sua supremazia sugli altri Paesi, e dove questa materia ha ricoperto un ruolo rilevante anche sul piano simbolico, dal fumo di Londra alle lotte sindacali dei minatori negli anni Ottanta. Ma, con un’azione altrettanto simbolica, a fine settembre la centrale ha spento per sempre i suoi impianti, segnando la fine di un’epoca. Dall’altra parte del globo, in Sudafrica, intanto, con una sentenza storica la locale Corte suprema ha dichiarato illegittimo l’incremento della produzione di energia da carbone, in quanto violerebbe il diritto umano a vivere in un ambiente sano.
8.L’India va sempre di più a energia solare
E, parlando di energia, l’India, che con i suoi poco meno di un miliardo e mezzo di abitanti, è attualmente la nazione più popolosa al mondo, ha deciso di devolvere il corrispettivo di 9 miliardi di euro a favore del settore fotovoltaico, per realizzare impianti da installare sui tetti di circa 10 milioni di abitazioni, che usufruiranno così di elettricità non solo proveniente da fonti rinnovabili, ma anche gratuita. L’energia solare stessa, tra l’altro, nel corso del 2024 ha segnato anche un inaspettato picco di produzione anche in Pakistan, dove ha rappresentato oltre un terzo della capacità energetica totale del Paese.
9.Il ritorno degli animali selvatici
Purtroppo è di pochi giorni fa la notizia dell’inserimento nella legge di bilancio di un emendamento che modifica l’art. 18 della Legge 157/1992, che di fatto liberalizza la caccia agli animali selvatici; si tratta di una pessima notizia per la biodiversità del nostro territorio, oltre che per la fruizione della natura che abbiamo dietro casa e per la sicurezza di tutti. Tuttavia, la fauna selvatica è protagonista anche di una notizia positiva: sta, infatti, tornando a popolare il territorio italiano. Di recente, ad esempio, è nato un cucciolo di cervo italico, figlio di due degli esemplari reintrodotti in Calabria da un progetto di WWF in collaborazione con l’università di Siena, attivato proprio per diffondere questa specie, un tempo endemica in Italia e oggi sopravvissuta solo in provincia di Ferrara. E, ancora, anche le lontre stanno tornando a diffondersi nel Nord e nel Centro Italia – dove, fino a poco fa, contrariamente ai territori del Sud in cui si sono sempre mantenute vitali, erano praticamente scomparse – arrivate probabilmente dai Paesi confinanti come Francia, Austria e Slovenia.
10. Paul Watson è stato liberato
Ultima – in ordine cronologico, dato che risale al 17 dicembre – tra le notizie che abbiamo selezionato per non dimenticarci dei lati positivi di quest’anno, è quella della liberazione dell’attivista ambientalista – impegnato in particolare contro la pesca delle balene – Paul Watson. Il fondatore dell’organizzazione no profit Sea Shepherd era detenuto in Groenlandia a seguito di un mandato di cattura internazionale emesso dal Giappone per i suoi interventi ai danni delle baleniere; la notizia arriva assieme all’annuncio del rifiuto da parte della Danimarca – di cui la Groenlandia è un territorio autonomo – di estradare Watson in Giappone, dove altrimenti rischierebbe una condanna fino a 15 anni di prigione.