Città circolari, gli esempi italiani

Azioni e le sfide delle città europee nella transizione verso l'economia circolare. Strategie, metriche comuni e innovazioni per promuovere un futuro sostenibile ed equo per l'economia, la società e l'ambiente.

Le città possono diventare esempi virtuosi di economia circolare e giocare un ruolo pionieristico nel creare un sistema che, a lungo termine, funzioni contemporaneamente per l’economia, la società e l’ambiente. Città circolari che possono ispirare il percorso delle altre.

Il CCD Report 2024 è un resoconto sull’implementazione dell’economia circolare nelle città europee firmatarie della Circular Cities Declaration (CCD). Intitolato “Insights on implementation, measurement, and nature”, il report include contributi da 54 città e aree metropolitane, rappresentando 16 milioni di abitanti.

Il report fornisce una panoramica dettagliata delle strategie e delle azioni implementate in ogni città partecipante. Analizza, inoltre, le principali tendenze e le azioni chiave per accelerare la transizione verso uno stile di vita circolare. Realizzato con la collaborazione della Ellen MacArthur Foundation e della Circle Economy Foundation, il documento raccoglie gli obiettivi, le attività e le metodologie di misurazione delle città europee. Il risultato è una visione d’insieme e condivide le migliori pratiche urbane.

Le città circolari che fanno parte del Circular Cities Declaration
Circular Cities Declaration

Il report include capitoli dettagliati su come le città stanno misurando i progressi e sfruttando l’economia circolare per rigenerare la natura. Il documento mira a fornire una comprensione approfondita delle azioni intraprese e delle sfide affrontate dalle città europee, offrendo ispirazione e apprendimenti pratici per altri contesti urbani.

Le strategie circolari

Le città applicano i principi dell’economia circolare attraverso diverse attività. La maggior parte ha strategie in atto e implementa oltre 200 azioni nei settori del cibo, della bioeconomia e dell’ambiente costruito. Si sviluppano infrastrutture e si sensibilizza la popolazione, ma sarebbero utili un maggiore impegno in incentivi economici e regolamentazioni obbligatorie.

  • Misurazione e monitoraggio dei progressi. Le città danno priorità alla misurazione e al reporting per supportare le decisioni strategiche e i piani di transizione. Oltre due terzi delle città hanno/stanno sviluppando indicatori per monitorare le transizioni circolari locali. Gli indicatori includono governance, comportamento, flussi di materiali e impatti. Alcune città all’avanguardia adottano obiettivi misurabili per ridurre il consumo di materie prime vergini.
  • Rigenerazione della natura. Le città riconoscono il potenziale dell’economia circolare per rigenerare la natura. Oltre metà delle città segnalano pianificazione e politiche alimentari come modi per ottenere risultati impatti positivi sulla natura. Molte sono comunque ancora nella fase esplorativa per determinando quali le migliori azioni da metter in campo.
  • Obiettivi climatici e giusta transizione. Le città sfruttano l’economia circolare per raggiungere obiettivi climatici, costruire resilienza e promuovere una giusta transizione. I rapporti dei firmatari mostrano le strategie e le azioni chiave adottate, illustrando la diversità delle prospettive. Tutti gli esempi offrono ispirazione per responsabili politici e città per innovare e sviluppare nuove soluzioni circolari nei loro contesti.

Le città italiane

Genova, La Spezia e Firenze sono le tre città italiane incluse nel Report 2024. Esempi virtuosi con diverse iniziative per sostenere il percorso in attivo. Firenze si distingue per l’impegno a ridurre l’uso della plastica. La Spezia eccelle nella qualità della raccolta differenziata. Genova è nota per la creazione di quartieri intelligenti, gli smart districts.

Firenze e la lotta alla plastica monouso

La Florence Circular City Strategy 2021-2023 ha guidato lo sviluppo dell’economia circolare a Firenze.
Tra gli obiettivi principali c’è l’incremento della raccolta differenziata al 70% entro il 2025 e il miglioramento della sua qualità. La strategia mira a chiudere i cicli dei materiali con lo sviluppo di filiere industriali locali e l’efficientamento degli impianti.

Il Patto per l’Economia Circolare è invece un accordo trasversale che unisce cittadini, enti pubblici e privati di Firenze per creare una rete cittadina orientata verso l’economia circolare.

L’obiettivo di maggior respiro del comune di Firenze è suscitare la consapevolezza e il coinvolgimento dei cittadini sui temi della sostenibilità, perché al di là dei singoli progetti, se i cittadini hanno coscienza nei loro comportamenti la ricaduta positiva si amplifica in ogni ambito della quotidianità”.
Arnaldo Melloni, responsabile igiene pubblica, ambientale e vivibilità urbana

La lotta alla plastica monouso è l’altro pilastro della strategia di Firenze verso l’economia circolare. Dal 2006, la campagna Firenze Plastic Free ha installato ventidue fontanelle di acqua potabile in tutta la città. Di recente, sono state distribuite bottiglie d’acqua a tutti i bambini delle prime classi delle 55 scuole elementari del territorio comunale e a tutti i dipendenti comunali.
È in fase di sviluppo un piano d’azione per la riduzione della plastica. Il focus è sulla diminuzione del consumo di plastica monouso, sull’informazione e sull’incentivazione delle buone pratiche, nonché sulla corretta gestione dei rifiuti nelle aree urbane. Infine, la città offre un servizio di noleggio di stoviglie lavabili e riutilizzabili per eventi privati.

Genova e il Circular Hub

Genova punta alla valorizzazione degli spazi verdi e alla rigenerazione degli ecosistemi urbani, marini e verdi. Punta a essere città decarbonizzata entro il 2050.
Con la strategia Lighthouse City, la città adotta un approccio di governance multilivello coinvolgendo vari stakeholder per migliorare la gestione degli spazi verdi e degli ecosistemi costieri.
Gli obiettivi includono l’aumento degli spazi verdi e il riequilibrio tra natura e ambiente costruito, con iniziative come la piantumazione di alberi, la costruzione di tetti verdi, la creazione di piste ciclabili con linee verdi e l’inserimento di parchi urbani e periurbani.

È in essere un progetto rigenerazione di un’area di 20.000 metri quadrati sul lungomare di Levante, composta da 100.000 metri cubi di acqua. Il progetto beneficia di interventi che offrono vantaggi come l’assorbimento del carbonio, la mitigazione dell’aumento delle temperature e l’incremento della biodiversità marina e terrestre.

Genova
Foto di Gianluca da Pixabay

Il progetto di economia circolare di Genova si chiama C-City Genova Città Circolare. Mira a migliorare gli schemi di raccolta e incentivare il riuso a livello di quartiere, favorendo la circolarità sociale e il rafforzamento della rete di stakeholder.
La strategia si basa su tre assi principali: eco-design, long-use e reuse. Prevede la creazione di un Circular HUB per sensibilizzazione e ideazione di progetti partecipati e un Circular Desk per l’assistenza tecnica e la promozione di soluzioni circolari. Si aggiunge una attività di disseminazione attraverso workshop ed eventi tematici nei 9 municipi di Genova.

Infine, è stato istituito il più grande centro di riutilizzo della Rete del Surplus di Genova, contribuendo a una gestione centralizzata dei materiali per lo scambio. I 20 punti vendita dell’usato disponibili tramite l’app Refresh creano una rete di beni da scambiare equivalente a circa 53 tonnellate.

La Spezia e la mobilità sostenibile

La Spezia non ha all’attivo un piano d’azione specifico per l’economia circolare. Ha comunque integrato la circolarità nella sua strategia di sviluppo in vari settori come i rifiuti, la gestione dell’acqua, la mobilità, l’energia, l’edilizia e la demolizione.
Sono state realizzate numerose campagne di sensibilizzazione per aumentare la raccolta differenziata. Di recente, sono state create 181 nuove isole ecologiche di zona e installati cestini stradali senza sacchetti. Il compostaggio domestico è stato incentivato attraverso corsi di formazione digitale per principianti e kit didattici digitali per le scuole elementari e medie.

Le politiche ambientali della città, attuate tramite il progetto La Spezia Green, mirano a una crescita sostenibile in linea con le strategie europee. Il programma punta su biodiversità, efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2.

Sono stati implementati progetti per promuovere la mobilità a basse emissioni, inclusa l’espansione e l’elettrificazione delle linee pubbliche di treni e autobus, come il nuovo binario ferroviario Cinque Terre Express. Un terzo della flotta di autobus è stato rinnovato con veicoli ecologici e sarà costruita una nuova rete di filobus elettrici. Grazie a un accordo tra il Comune e vari operatori, è stata sviluppata una rete di 31 stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
Il Comune ha messo a disposizione 300 scooter elettrici e 120 biciclette pubbliche per la mobilità condivisa. Il servizio di bike sharing Speziainbici è potenziato con nuove ciclostazioni, ricariche per biciclette elettriche, strumenti di riparazione e l’espansione della rete di piste ciclabili da 8 km a oltre 32 km.

La Spezia

Il piano d’azione comunale per l’energia sostenibile è in fase di aggiornamento per migliorare l’efficienza delle centrali termiche e dei sistemi di illuminazione. Si stanno installando pannelli fotovoltaici sugli edifici comunali e La Spezia promuove la creazione di Comunità a Energia Rinnovabile, offrendo superfici pubbliche per la produzione di energia. Le misure di risparmio idrico sono integrate nel regolamento edilizio comunale per nuove costruzioni e ristrutturazioni, prevedendo dispositivi per la regolazione dei flussi d’acqua e il reindirizzamento dell’acqua piovana per l’irrigazione e la pulizia delle aree pavimentate.

6 azioni per accelerare il progresso verso l’economia circolare

Il rapporto conclude identificando sei azioni prioritarie per accelerare il progresso verso l’economia circolare, con il supporto di decisori politici, imprese, società civile e cittadini. 

  1. Lavorare verso metriche comuni per l’economia circolare. Utilizzare dati di performance per giustificare l’adozione di approcci circolari. Le città possono consolidarsi attorno a un set di indicatori prioritari per migliorare la comparabilità e facilitare decisioni efficaci.
  2. Stabilire obiettivi più ambiziosi, inclusi quelli sulle emissioni basate sul consumo. Oltre a obiettivi sui materiali, come il riuso e la riduzione del consumo di materiali vergini, le città leader stanno fissando obiettivi sulle emissioni basate sul consumo (Scope 3). Questo sposta il focus oltre il riciclo, affrontando la necessità di una gestione dei rifiuti meno costosa.
  3. Integrare approcci di economia circolare in tutti i dipartimenti cittadini. Assicurarsi che l’economia circolare sia parte integrante del piano strategico della città, coordinando i dipartimenti per accedere a più risorse e finanziamenti.
  4. Innovare soluzioni sistemiche circolari. Utilizzare tutte le leve politiche disponibili per testare e innovare soluzioni circolari che possano essere scalate. È necessario un progresso significativo per sbloccare il potenziale economico e ambientale dell’economia circolare.
  5. Promuovere un nuovo paradigma. Le città devono sostenere chiaramente presso i governi centrali, attori finanziari e altri stakeholder la necessità di politiche coerenti sull’economia circolare. Riforme fiscali e meccanismi di recupero dei costi, come gli schemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), sono essenziali.
  6. Integrare la natura in tutti i processi decisionali. Continuare a comprendere l’ambiente naturale che le sostiene. La mappatura completa delle infrastrutture verdi, blu e grigie e il monitoraggio dell’impatto ambientale delle operazioni urbane aiuteranno le città a prendere decisioni informate.
Strategie proposte per le città circolari
CCD Report 2024

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